Bollettino libero cristiano evangelico  della "Piccola Iniziativa Cristiana" a cui tutti possono partecipare utile per la riflessione e lo studio biblico

 

MARTA E MARIA (Lu 10:38-42) - di Gabriella Ciampi - 28-11-16- h.9,30

“... ma una cosa sola è necessaria.”  (v.41)

Cristo in casa di Marta – Giovanni da Milano (sec.XIV)

Spesso nel Vangelo vediamo Gesù che agisce come “psicologo”  invitandoci ad una più profonda analisi di noi stessi e del nostro agire. Egli fa uso della parola e di tecniche di dialogo per stimolare in noi nuove aperture di pensiero, superando i nostri limiti, aggirando le nostre rigidità. Per questo scopo frequentemente usava parlare in parabole (Matteo 13:13)

In questo brano Luca racconta un momento all’interno della casa di Lazzaro e delle sue sorelle dove Gesù viene ospitato. Marta è indaffarata e presa nei servizi, la sorella Maria invece sta ai piedi del Maestro per ascoltarlo. Marta, infastidita da questa disparità, esprime la sua protesta a Gesù sperando in un alleato ma lui ha una reazione inaspettata.

Gesù le risponde che Maria non sta sbagliando; Marta probabilmente si sente rimproverata come se fosse lei, la più solerte e attiva,  a mancare in qualcosa.

Il primo messaggio di Gesù che comprendiamo è certamente quello  di stare attenti a non dedicarci troppo alle cose pratiche e terrene, al servizio, a scapito delle cose spirituali, all’ascolto, nella meditazione o nella preghiera. La nostra parte pratica deve essere in equilibrio con la parte spirituale: servono entrambe le cose perché la preghiera da sola è inutile se non porta con sé un agire per l’altro, e  l’azione - anche buona e utile -  da sola non basta se non è unita al dialogo con il Signore. Entrambe si completano e perfezionano reciprocamente. Ma c’è dell’altro.

 

“Marta Marta, tu ti affanni e sei agitata per troppe cose …”

Gesù ci porta ad osservare dentro di noi; ci sottolinea lo stato d’animo di Marta, uno stato non sereno, risentito, agitato, direi frustrato. Vuole cioè spostare il discorso di Marta dal confronto e dal giudizio rispetto alla sorella, all’interiorità di Marta stessa. Lei certo sente un senso di ingiustizia, probabilmente non nuova, basata anche su una diversità di indole, come possiamo dedurre leggendo in Giovanni 11:20 di una Marta pronta, più attiva, e di una Maria più tranquilla e casalinga.

A Gesù interessa spostare l’attenzione sulla pace interiore di ciascuno. Il suo intervento riguarda quello stato di quasi schiavitù rispetto alle cose pratiche in cui a volte cadiamo, per esempio quando diciamo di non poter sottrarci ad un compito, ad un servizio, perché è necessario, rinunciando così ripetutamente ad altre cose importanti che riguardano il nutrimento del nostro cuore e del nostro spirito.

Quante volte ci siamo trovati così, specialmente noi donne e madri, a star male perché mentre noi ci affanniamo a predisporre, ci diamo da fare efficientemente, ci organizziamo per far funzionare tutto secondo la scaletta che ci siamo scritte, in casa c’è chi si adagia e tranquillamente si dedica ai propri svaghi o al riposo!!

“Maria ha scelto la parte buona …”

Càpita spesso di restare intrappolati in dinamiche che alla fine si trasformano  per noi in catene e altrettanto spesso incolpiamo gli altri. Come Marta sottintendeva, noi diciamo che siamo costretti a fare noi la parte peggiore ma necessaria perché nessuno ci sostituisce e soffriamo perché pensiamo che nessuno capisce che ci serve una mano.

In vero accade che così noi trascuriamo del tutto il fatto che è nostra la responsabilità di ciò che mettiamo al primo posto. È Marta ad aver stabilito che è più importante fare i servizi che mettersi ad ascoltare il Maestro. Gesù qui evidenzia come alla fine si tratta di una scelta: Maria ha fatto una certa scelta è in pace ai piedi di Gesù mentre Marta, che ha scelto diversamente,  resta sofferente e risentita. E’ un discorso di responsabilità personale.

L’invito di Gesù che possiamo cogliere in questo brano, è di riprendere nelle nostre mani il coraggio di uscire dai ruoli che ci siamo imposti e dai sistemi troppo rigidi che ci impediscono di fermarci ad ascoltare la sua voce perché a tutti è stata data la possibilità di scegliere la parte buona.

 

 

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