Bollettino libero cristiano evangelico  della "Piccola Iniziativa Cristiana" a cui tutti possono partecipare utile per la riflessione e lo studio biblico

 

LA BASE DEL NORMALE DISCERNIMENTO – La normalità di ciò che è giusto è possibile? -

- di Renzo Ronca - 1-9-16

 

 

Quando tutto è in discussione, come nella nostra epoca, anche le parole possono avere significati diversi per ognuno di noi, per cui cominciamo col capire bene il nostro titolo "La base del normale discernimento":

 

“Discernere” significa vederci chiaro, riconoscere, distinguere; e questo si può intendere sia con i sensi del nostro corpo come la vista, sia con le nostre capacità intellettuali.

 

“Normale” oggi è una parola che non ha più molto senso perché sarebbe il contrario di “eccezionale” “casuale” o “patologico”. Ora in un mondo come è ridotto il nostro, che fa dell’eccezionalità la sua normalità, dove una persona di mezza età si traveste da Zorro con la spada e blocca l’aeroporto di Los Angeles, o dove i ragazzi muoiono per vedere cosa si prova ad andare sotto un treno o a schiantarsi con una tuta alare, mi pare difficile dare un significato fisso alla parola “normalità”. Tuttavia non perdiamo le speranze e proviamoci.

 

La “Base” dovrebbe essere la parte inziale, il punto di partenza, il sostegno solido e stabile su cui si inserisce un edificio, un progetto, un ragionamento, un significato…. Nel nostro caso la base dovrebbe portare al “discernimento”. Vediamo se questa base esiste e quale potrebbe essere.

 

 

LA BASE

Essendo un credente nel Dio che ha ispirato la Bibbia, penso che la base più solida su cui appoggiarci sia il decalogo, i dieci comandamenti.

Non approfondiremo qui i singoli comandamenti, ne parleremo come struttura d’insieme. Pensiamo allora ai comandamenti come al lavoro di un costruttore che si accinge a costruire una solida casa, con tutte le norme antisismiche…  La prima cosa che fa controlla il terreno, mette un recinto, poi spiana la terra con le ruspe, poi fa la prima gettata di cemento armato -cioè ferro e cemento- prevedendo i piloni portanti, poi salda tra loro i solai con le colonne, ecc.

Ecco, anche l’Eterno come un costruttore sublime mette mano ad un terreno incolto, che è il cuore dell’uomo, dove insieme alle erbe buone crescono spine e istinti selvatici; poi getta le fondamenta in cemento armato e lo lega perfettamente alle colonne in connessione ai solai. Questa struttura essenziale e forte, che appare come lo scheletro della futura casa,  rappresenta appunto il decalogo.

Attorno a questo nucleo nell’uomo, forte come il cemento armato, il Signore metterà poi la carne i muscoli e tutto il resto, come fosse un nuovo tempio.

I comandamenti sono le dieci colonne portanti della nostra casa terrena, cioè della nostra personalità. Quei dieci princìpi da seguire segnano il primo discernimento, le prime indicazioni tra ciò che Dio ci dice che è bene fare non è bene fare.

Una casa si può costruire anche con nove colonne o otto, o anche meno… ma sarà dritta? Resisterà alle avversità?

 

 LA NORMALITA’ DI CIO’ CHE E’ GIUSTO E’ POSSIBILE?

Quando si cerca una normalità “giusta” è molto difficile togliere dai nostri comportamenti così plasmati dai mass-media gli effetti di appiattimento mentale. Si scambia infatti per buona normalità una omologazione, una uniformità ad un determinato modello considerato giusto da chi detiene la maggioranza ed il potere (vale per i governi politici e per certe organizzazioni ecclesiastiche).

Noi proviamo a ragionare come cristiani liberi (1), cioè che hanno fatto una libera scelta di fede (in Dio non nelle chiese in cui possiamo comunque transitare) a prescindere da tutto il resto.

 

Teoricamente doveva essere facile e normale per un credente seguire i comandamenti; essi erano dati da Chi ha creato la vita e sono stati dati PER la vita, per ottenere benedizioni. Eppure per l’uomo non è stato mai così semplice e normale seguirli; anzi paradossalmente l’uomo doveva fare uno sforzo, non gli veniva naturale.

Con l’avvento di Gesù Cristo questa difficoltà non fu facilitata ma fu addirittura accentuata, portata all’estremo: “avete udito…. [una legge] ma io vi dico che…[esasperazione della legge]” (Matt 5 dal v.17 alla fine). In pratica l’uomo così com’era, non avrebbe mai potuto seguire i buoni comandamenti di Dio, né quelli del decalogo né tanto meno quelli puntualizzati da Gesù. Perché avviene questo “assurdo”? Uno può obiettare: -ma se l’uomo non è in grado di seguire i comandamenti perché Dio ce li ha dati?- Pensiamo sia per un motivo importante: l’uomo doveva PRIMA rendersi conto della sua incapacità a salvarsi da solo, senza Dio; poi con la giusta umiltà avrebbe potuto far spazio alla conoscenza. Col peccato originale l’uomo si staccò da Dio imboccando la strada dell’autonomia e portando in se stesso la radice di qs tendenza (il peccato in fondo è la conseguenza del vivere lontano da Dio). La legge infatti non salva, non può salvare; è un insieme di norme che non può cambiare l’interno del cuore. Uno può “fare” cose giuste pur mantenendo un cuore duro, privo d’amore, ingiusto (2). La base del discernimento, l’inizio della “riedificazione” dell’uomo nuovo, sta dunque nel coraggio di ripulire tutto il nostro “terreno incolto”, cioè la parte in ombra della nostra persona, ammettere di avere una personalità incompleta, confessare davanti a Dio la nostra incapacità di vivere senza di Lui.

Ad esempio quanti governi l’uomo ha sperimentato nella sua storia? Fino ad oggi ogni tipologia di governo dell’uomo sull’uomo è fallita miseramente. Questo vale anche per le chiese governate da governi “umani”, che hanno già in se stesse gli stessi mali dei governi del mondo: corruzione, perversione, ingiustizia, idolatria, esaltazione di sé, ricerca del denaro, ricerca del potere di alcuni a discapito di altri, ecc.

 

Quindi per un “normale” discernimento nella nostra vita, dovremmo:

a) allontanare tutti i tipi di indottrinamento (religioso e politico);

b) renderci conto della nostra nullità: siamo un terreno senza frutti, pieno di spine;

c) visti i risultati del “fai da te” scegliamo se , a chi, vogliamo dare fiducia.

d) se scegliamo di credere in Dio, allora non facciamolo a metà, con un piede dentro ed uno fuori (vale a dire credendo in Lui ma continuando a fare come ci pare), arrendiamoci invece a Lui e facciamo in modo che Lui cambi il nostro cuore (vedi Nicodemo).

Solo in qs modo con una “nuova nascita” può entrare una vera coscienza. La coscienza rinnovata permette di elaborare e accordare la nostra libera volontà alla volontà del Signore, che è per il nostro bene, in ogni attimo delle nostre giornate. Giorno dopo giorno infatti, questa sintonia tra volontà nostra e quella di Dio, “raccordata” “tradotta” in entrambe le direzioni (da Dio all’uomo e dall’uomo a Dio) per mezzo dello Spirito Santo, affinerà la nostra conoscenza del “carattere” di Dio e della Sua voce interiore, che al di là dell’apparenza saprà consigliarci su ciò che è giusto da ciò che è sbagliato.

Entrando nella “famiglia di Dio” diventa “normale” allora desiderare e cercare il bene.

Crescendo in qs famiglia si diventa sempre più maturi ed il bene diventa parte di noi, come se lo potessimo inglobare, “mangiare”; in un certo senso diventa parte del nostro essere del nostro agire.

Solo in qs modo i comandamenti di cui parlavamo all’inizio diventano possibili, spontanei e “normali”, perché l’unico ad averli adempiuti -cioè Gesù Cristo- dimora spiritualmente in noi, e noi, per mezzo di Lui possiamo arrivare, con naturalezza e senza sforzo, a mettere in pratica la legge di Dio, perché come dice la Scrittura “è scritta nei nostri cuori”.

Ed ecco che anche nelle piccole cose diventa allora “normale” cambiare canale  quando la trasmissione è violenta o perversa; non è uno sforzo, è qualcosa che non ci appartiene più.

 

Ovviamente ciò che è normale per un cristiano maturo non lo è affatto per un non credente, che continuerà a vedere noi come persone anormali.

Che dire di fronte a questa relatività?

Che in fondo poco ci interessa come veniamo considerati dagli altri; per noi è Dio la nostra “norma”. Se sbagliamo noi o sbaglia il mondo si vedrà presto dai fatti che accadranno.

 

 

 

 

 

 NOTE

(1) “Cristiani liberi” significa senza etichette denominazionali. “Cristiano” è semplicemente chi crede in Cristo Gesù, senza l’aggiunta di altri aggettivi qualificativi, senza l’obbligo di appartenenza ad una chiesa specifica.

(2) In Matt 23 Gesù condanna duramente l’ipocrisia degli scribi con molti esempi.

 

 

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