Bollettino libero cristiano evangelico  della "Piccola Iniziativa Cristiana" a cui tutti possono partecipare utile per la riflessione e lo studio biblico

 

Moralità e cristianesimo - 1 -  di Renzo Ronca - 26-2-16- h. 16 - (Livello  4 su 5) 

 

 

 

 

Come discepoli di Cristo seguiamo quello che Lui ha detto e fatto, ridimensionando il nostro “io”, prendendo anche noi la nostra croce sia nell’ubbidienza che nelle responsabilità (Matt 16:24; Mar 8:34; Lc 9:23) e facendo continuo riferimento alla Scrittura biblica.

 

Nella Scrittura capire il concetto di moralità richiede un minimo di applicazione.

 

La Scrittura ebraica è essenziale, molto bene incisa, senza troppe sfumature e poco si presta al nostro modo di ragionare dove tutte le verità sono sempre in discussione.

 

La moralità per un giudeo era l’osservanza della Legge, del Patto tra Dio e l’uomo. Un riferimento assoluto, stabile, inamovibile; era la ricerca dell’istruzione che veniva direttamente dall’Eterno e che Mosè mise per iscritto. Innumerevoli sono le espressioni di rispetto ed amore per queste Parole divine da meditare. Prendiamo solo qualche versetto del Sal 119:

 

Io correrò per la via dei tuoi comandamenti, perché mi hai allargato il cuore. (v.32)

 

Guidami per il sentiero dei tuoi comandamenti, poiché in esso trovo la mia gioia. (v.35)

 

Troverò gioia nei tuoi comandamenti, perché li amo. (v.47)

 

Alzerò le mie mani verso i tuoi comandamenti che amo e mediterò sui tuoi statuti. (v.48) ecc. ecc.

 

La moralità per noi occidentali…. non si sa più bene cosa sia. Il progressivo allontanamento da Dio ha permesso il proliferare di concezioni filosofiche politiche e sociali affascinanti, ma ambigue corrotte inquinate e spesso perverse. L’esasperazione di concetti come “libertà” e “amore”,  per esempio, è diventata come il corso di un fiume che non ha più il suo canale di scorrimento, per cui l’acqua esce incontrollata per campagne e città provocando disastri.

Siamo così protesi a fare il nostro comodo “legalizzato” che ogni richiamo alla moralità (1) è visto come moralismo (2) e come tale viene isolato, respinto, ridicolizzato come fosse un attentato alla libertà acquisita delle nazioni “progredite”. Eppure vediamo bene cosa hanno portato le “democrazie illuminate” delle nazioni progredite: squilibri della popolazione mondiale con egoismi di una élite che mangia troppo e la morte per fame, malattie, disperazione, guerre nella maggior parte delle popolazioni povere. Non mi pare che i nostri governi possano permettersi di dare lezioni di moralità o libertà.

 

Alle volte mi chiedo: ma nei nostri paesi occidentali non c’erano anche i cristiani? Dove sono andati a finire? Direte che quasi tutti sono cristiani… Ahimé non è così. Tra cristiani veri e quelli che dicono di esserlo c’è la stessa differenza come quella che sussiste tra le persone libere e quelle che credono di esserlo, in questo sistema di oscuri condizionamenti; in pratica le persone cristiane e le persone libere sono davvero poche.

 

La moralità per i cristiani…

1) ..non è seguire l’opinione della maggioranza; non lo è mai stato. Fu per il giudizio della maggioranza (condizionata dagli scribi e dai sacerdoti del tempo) che fu liberato Barabba e condannato Gesù. E’ per seguire l’andazzo del mondo (la maggioranza dei comportamenti umani) che molte chiese hanno apostatato seguendo interessi politici economici disordini sessuali ecc.

Il cristianesimo nasce proprio come movimento rivoluzionario-riformatore di minoranza, molto ostacolato dal potere, che riprende e chiarisce e ripropone il patto di Dio con l’uomo, che proclama il “periodo di grazia”, che annuncia gli eventi futuri che Dio ci ha rivelato e che si prepara adeguatamente ad affrontarli, secondo gli orientamenti e gli insegnamenti di Gesù Cristo.

 

2) ..non è seguire nemmeno l’opinione che ci suggerisce la nostra testa. I cristiani infatti non sono più individui autonomi. Il cristianesimo in autonomia, quello del “secondo me”, quello in cui uno rimane sempre pieno di sé a gestire la propria anima, ha fatto e continua  a fare molti danni.

 

3) L’unico cristianesimo che io conosca è quello della nuova nascita dove, in un cammino intenso e spesso sofferto, il nostro “io” diminuisce fino a che il Risorto entra nel nostro cuore lo rende puro come un tempio: “Sono stato crocifisso con Cristo: non sono più io che vivo, ma Cristo vive in me! La vita che vivo ora nella carne, la vivo nella fede nel Figlio di Dio il quale mi ha amato e ha dato se stesso per me” (Galati 2:20)

 

4) Risulta evidente che la moralità per un cristiano non si desume nel confronto con le regole del mondo, ma con i princìpi biblici che vengono ispirati da Cristo vivo, che alberga in noi stessi. Insisto sul “Cristo vivo” perché da quando è risorto non ci ha lasciati orfani ma è presente con un Consolatore che ci ricorda tutte le Sue Parole, come Lui ci ricordava tutte le Parole del Padre e ce le spiegava. Sappiamo che questo Consolatore, Educatore, Maestro e unica guida della Chiesa è lo Spirito Santo. Dunque un cristiano non può prescindere da questo tipo di vivezza spirituale che è appunto la ricerca la conoscenza e l’ascolto dello Spirito Santo.

 

5) La moralità cristiana a somiglianza di quella ebraica, ha si degli assoluti tra ciò che è bene e ciò che è male, ma questi hanno spessori molteplici, che devono essere inglobati assimilati lentamente, perché se lo spirito nostro è pronto a recepire lo Spirito di Dio, la nostra mente invece, la mente che determina la nostra persona, richiede più tempo per sviluppare la fede e renderla compatibile con il raziocinio. Finché siamo terreni infatti siamo limitati nella mente e nel fisico. Questo significa che non si possono fare degli standard letterali della Scrittura come fecero i Giudei per non incorrere nello stesso loro errore; né possiamo essere troppo rigorosi nel comportamento nostro e nel giudizio verso gli altri; L’adempienza, l’adesione più o meno forte del pensiero e del comportamento alla volontà di Dio, molto dipende da quanto il Signore ci ha “riempiti” del Suo Spirito e dai talenti che ci ha dato. E’ ovvio che chi ha ricevuto di più dal Signore avrà un metro diverso di valutazione da chi ha ricevuto meno: «A chiunque è stato dato molto, sarà domandato molto; e a chi molto è stato affidato, molto più sarà richiesto» (Lc 12:48b).

 

6) Come allora la nostra persona si matura e si espande in un bellissimo e meraviglioso rapporto anima-corpo-Spirito_Santo- (che possiamo chiamare anche lavoro di “coscienza”) così la nostra moralità, senza coercizione alcuna, cresce abbracciando più conoscenza;  e il nostro comportamento diventa sempre più simile al comportamento che avrebbe il Signore se vivesse quello che noi viviamo. Questo come ho detto avviene senza accanimento o particolare sforzo, perché il Signore è appunto già vivente in noi per fede.

 

7) Concludendo io non mi sforzerei di andare a cercare la regola il comandamento giusto da applicare  come fosse un articolo di legge esterno a me, quanto invece cercherei di avvicinare, di far aderire la mia personalità a quella del Signore –che già vive in me se sono cristiano nato di nuovo- e mi abbasserei, lasciandomi portare da Lui.

 

8) So che non è facile, ma abbiamo molti mezzi per controllare se ciò che sentiamo è davvero volontà di Dio: il primo è la Bibbia nella sua completezza, infatti se lo Spirito del Signore è in noi, non potrà mai essere in contraddizione con la Parola che Lui stesso ha ispirato nella Bibbia. Il secondo è la Chiesa. Non solo chiesa come gruppetto che abbiamo sotto casa, ma come fratelli dello stesso Signore che ci possono fornire input e chiarimenti e con cui è sempre bello rapportarsi. Il terzo sono i frutti; quando una cosa viene da Dio infatti produce sempre frutti buoni (3). Il quarto sono rivelazioni interiori, pungoli aperture dirette o indirette alla comprensione (non esenti soprattutto in certe fasi inziali da inquietudini, di cui operò non ci dobbiamo preoccupare perché sono la “normale lotta” che il cristiano vive quando si distacca dalle prigionìe  del mondo). Ovviamente non pensiamo che quattro esempi possano essere esaurienti per le infinite possibilità d’azione che ha il Signore. Diciamo semplicemente così: quando noi cerchiamo con tutto il cuore di fare la volontà di Dio, di comportarci bene secondo ciò che è sano e giusto, Lui ce lo fa capire.

 

 

 

  

NOTE

 

(1) Moralità: Qualità, condizione di ciò che è conforme a principî morali. Volontà individuale e privata del bene. (Trecc.)

 

(2)Moralismo: …atteggiamento di rigida e talora eccessivamente conformistica difesa dei principî della morale comune (Trecc.)

 

(3) “Ora le opere della carne sono manifeste, e sono: fornicazione, impurità, dissolutezza, 20 idolatria, stregoneria, inimicizie, discordia, gelosia, ire, contese, divisioni, sètte, 21 invidie, ubriachezze, orge e altre simili cose; circa le quali, come vi ho già detto, vi preavviso: chi fa tali cose non erediterà il regno di Dio. 22 Il frutto dello Spirito invece è amore, gioia, pace, pazienza, benevolenza, bontà, fedeltà, mansuetudine, autocontrollo; 23 contro queste cose non c'è legge. 24 Quelli che sono di Cristo hanno crocifisso la carne con le sue passioni e i suoi desideri. 25 Se viviamo dello Spirito, camminiamo anche guidati dallo Spirito. 26 Non siamo vanagloriosi, provocandoci e invidiandoci gli uni gli altri”. (Gal 5:19-26)

 

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