Bollettino libero cristiano evangelico  della "Piccola Iniziativa Cristiana" a cui tutti possono partecipare utile per la riflessione e lo studio biblico

 

“SIGNORE SONO POCHI I SALVATI?” – LA “PORTA STRETTA” -  Luca 13:22-30 di Renzo Ronca – 25-2-16- h. 10,45  - (Livello  2 su 5) 

 

 

 

 

“Egli attraversava città e villaggi, insegnando e avvicinandosi a Gerusalemme. 23 Un tale gli disse: «Signore, sono pochi i salvati?» Ed egli disse loro: 24 «Sforzatevi di entrare per la porta stretta, perché io vi dico che molti cercheranno di entrare e non potranno. 25 Quando il padrone di casa si alzerà e chiuderà la porta, voi, stando di fuori, comincerete a bussare alla porta, dicendo: "Signore, aprici". Ed egli vi risponderà: "Io non so da dove venite". 26 Allora comincerete a dire: "Noi abbiamo mangiato e bevuto in tua presenza, e tu hai insegnato nelle nostre piazze!" 27 Ed egli dirà: "Io vi dico che non so da dove venite. Allontanatevi da me, voi tutti, malfattori". 28 Là ci sarà pianto e stridor di denti, quando vedrete Abraamo, Isacco, Giacobbe e tutti i profeti nel regno di Dio e voi ne sarete buttati fuori. 29 E ne verranno da oriente e da occidente, da settentrione e da mezzogiorno, e staranno a tavola nel regno di Dio. 30 Ecco, vi sono degli ultimi che saranno primi e dei primi che saranno ultimi» (Luca 13:22-30).

 

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22 Egli attraversava città e villaggi, insegnando e avvicinandosi a Gerusalemme.

Questo insegnamento è inquadrato nel cammino che fa Gesù mentre attraversa dei luoghi imprecisati; Gerusalemme è il riferimento, il punto di arrivo, sia realmente come in qs caso che simbolicamente (ad es. la “Gerusalemme celeste”).

 

23 Un tale gli disse: «Signore, sono pochi i salvati?»

Non sappiamo chi pose questa domanda, tuttavia è una domanda particolare; sembra la continuazione di un discorso precedente. Questo interrogativo e la successiva risposta di Gesù, vanno  inquadrati nella mentalità giudaica: i Giudei al tempo di Gesù si sentivano sicuri della loro salvezza; la davano per scontata per il solo fatto di appartenere al “popolo eletto”. Era logico per loro considerarsi parte di quel regno di Dio di cui Gesù predicava. Però il Signore li metteva in difficoltà e la Sua predicazione li lasciava perplessi perché diceva loro che non era per niente scontata la loro salvezza. Egli insegnava che per entrare nel regno di Dio occorrevano dei requisiti e questo trovava spesso opposizione in un popolo che si considerava l’unico “giusto” e guardava gli altri popoli dall’alto in basso. La domanda di quel tale allora poteva anche essere espressa in questo modo: “Signore ma è proprio vero che quelli salvati non sono tutti quanti Giudei, bensì solo alcuni di essi? E’ possibile che sia proprio così?” Una domanda dunque che esprime una certa sorpresa e la necessità di conferme per una affermazione rivoluzionaria non proprio bellissima da accettare.

 

Ed egli disse loro:

Gesù prende questa domanda di una singola persona e ne fa una occasione per insegnare a tutti. Non dice infatti “gli disse”, ma “disse loro..”

 

24 «Sforzatevi di entrare per la porta stretta, perché io vi dico che molti cercheranno di entrare e non potranno.

Notiamo subito l’apertura a scenari più ampi: Gesù non si ferma ai pochi che non entrano, ma parla dei MOLTI che non potranno entrare.

In questo insegnamento il Signore vuole scuotere quelli che sono troppo sicuri di essere salvati e rimandano la necessaria conversione. Egli fa capire che oltre a certi requisiti necessari [ricordiamo “l’abito adatto” (1)] occorre non sottovalutare il momento adatto. Tra i requisiti indispensabili che Gesù predicava c’era il pentimento, il tornare con cuore contrito. Capire il momento è pure importante perché il “periodo di grazia” non sarebbe durato per sempre.

la porta stretta dell’esempio è riferita a quella porticina piccola che si trova ancora oggi accanto ai portoni grandi o ai grandi cancelli delle ville: Attraverso quella grande si poteva entrare a cavallo in carrozza e oggi in macchina; per quella piccola invece si deve entrare a piedi, uno alla volta. Dal portone grande si entra facilmente e tra la folla potrebbe entrare anche chi non è stato invitato; dalla porticina invece i servitori possono controllare uno per uno gli invitati e allontanare gli estranei.

Sforzatevi di entrare questa affermazione è molto più incisiva in ebraico di come la leggiamo noi. Non si tratta di un blando “cercate di entrare” o di uno “sforzarsi” in senso generale: “… significa letteralmente agonizzate [per entrare], indica uno sforzo continuo, intenso, e doloroso, come quello dei concorrenti nei giuochi atletici della Grecia, o quello che uno farebbe per aprirsi il passo fra una gran calca di gente, fino a quella porticina, cui tutti tendevano ansiosamente” (Stewart-Bosio). Questo sforzo intenso è da intendersi soprattutto come una coraggiosa forza grande da attivare in se stessi per combattere contro il peccato, a favore dei frutti dello Spirito (2).

Gesù è la porta (Giov. 10:7-9) ed aprì il “periodo della grazia” che cesserà all’atto del rapimento della Chiesa quando lo Spirito Santo sarà quasi interamente ritirato dalla terra.

 

Anche se noi siamo cristiani e non giudei, non siamo affatto superiori, al contrario, commettiamo lo stesso peccato quando ci sentiamo superiori. Il fatto di aver riconosciuto Gesù Cristo risorto come Messia e nostro Signore non ci deve dare l’impressione della salvezza “automatica”. Noi tutti A PAROLE diciamo di conoscere il Signore ma non sempre ci comportiamo come Lui ci ha  insegnato. Dov’è il ravvedimento? E dove sono i frutti del ravvedimento? Il fatto di aver conosciuto il Signore Gesù nella nostra vita è relativamente importante, ciò che è fondamentale invece è ESSERE CONSCIUTI DA LUI. Molti di noi non potranno entrare nel regno di Dio nonostante abbiano parlato nel Suo nome ed abbiano persino realizzato “opere potenti”. A molti che si sentivano sicuri il Signore dirà: “non vi conosco”. Credo che riflettere su questo sia molto importante perché ci saranno delle sorprese. Dobbiamo ridimensionarci cari amici e nell’umiltà aggiungere alle nostre preghiere una espressione del tipo: “Signore abbi pietà di me, correggimi nella tua misericordia affinché io venga accolto nell’ora della prova”.

 

  

 

 

 

(1)“Ora il re entrò per vedere quelli che erano a tavola e notò là un uomo che non aveva l'abito di nozze. 12 E gli disse: "Amico, come sei entrato qui senza avere un abito di nozze?" E costui rimase con la bocca chiusa. 13 Allora il re disse ai servitori: "Legatelo mani e piedi e gettatelo nelle tenebre di fuori. Lì sarà il pianto e lo stridor dei denti". 14 Poiché molti sono i chiamati, ma pochi gli eletti» (Matt 22:11-14)

 

 (2) "Io dico: camminate secondo lo Spirito e non adempirete affatto i desideri della carne. 17 Perché la carne ha desideri contrari allo Spirito e lo Spirito ha desideri contrari alla carne; sono cose opposte tra di loro; in modo che non potete fare quello che vorreste.18 Ma se siete guidati dallo Spirito, non siete sotto la legge. 19 Ora le opere della carne sono manifeste, e sono: fornicazione, impurità, dissolutezza, 20 idolatria, stregoneria, inimicizie, discordia, gelosia, ire, contese, divisioni, sètte, 21 invidie, ubriachezze, orge e altre simili cose; circa le quali, come vi ho già detto, vi preavviso: chi fa tali cose non erediterà il regno di Dio. 22 Il frutto dello Spirito invece è amore, gioia, pace, pazienza, benevolenza, bontà, fedeltà, mansuetudine, autocontrollo; 23 contro queste cose non c'è legge. 24 Quelli che sono di Cristo hanno crocifisso la carne con le sue passioni e i suoi desideri. 25 Se viviamo dello Spirito, camminiamo anche guidati dallo Spirito. 26 Non siamo vanagloriosi, provocandoci e invidiandoci gli uni gli altri". (Galati 5:16-26)

 

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