AVVICINAMENTO ALL’ “ETERNO PRESENTE” DI DIO

- Riflessioni di piccoli uomini sulla grandezza divina – di Renzo Ronca – 4-1-16 -

 

 

Nella passeggiata che spesso faccio nel bosco vicino casa c’è un sentiero che conduce ad una ampia radura, poi da lì posso scendere un pochino e arrivare ad un piccolo fiumicello, oppure risalire la collina ed arrivare ad una grotta.

 

INTERROGATIVI DIFFICILI

Mettiamo di passeggiare insieme io e voi e di arrivare nella radura: abbiamo queste due possibilità: il fiumicello o la grotta. Supponiamo di scegliere il fiumicello. Arriviamo, ci sediamo, parliamo del più e del meno, poi tranquillamente torniamo a casa.

Il Signore sapeva già che saremmo andati al fiumicello?

E se fossimo andati alla grotta?

Come è possibile che Dio sappia quello che stiamo per fare?

Interrogativi difficili, forse inutili forse no perché tutto sommato, al di là dell’interesse intellettuale fine a se stesso, c’è in noi come un desiderio di Dio o di tutto ciò che è vicino a Lui… Come ogni figlio vuole sapere tutto del padre per assomigliargli, così anche in noi c’è qualcosa ad immagine di Dio che cerca sempre di avvicinarsi per quanto possibile alla Sua perfezione per farne parte.

 

PROVIAMO AD AVVICINARCI

Se manteniamo come sfondo il rispetto e il timor di Dio, allora proviamo pure a ragionare, per quanto possibile, su certi interrogativi al fine di conoscerLo sempre di più e trovare le vie migliori per essere come Lui desidera.

 

Il problema principale è che noi siamo esseri terreni e legati alla terra con le sue leggi fisiche: velocità spazio tempo… 

Secondo gli scienziati se noi ipoteticamente cambiassimo posto andando per esempio su Giove, cambierebbero queste misure e ad es il tempo si modificherebbe, non sarebbe più come il nostro. Lo so che è difficile da capire, la teoria della relatività di Einstein è molto difficile, ma per ora prendiamolo per buono.

 

PRESENTE CONTINUO NELL’ETERNITA’

Parlando di Dio, lo abbiamo visto (1), si può ipotizzare un concetto di “eterno presente” che assorba in se stesso anche il passato ed il futuro.  

«Io sono l'alfa e l'omega», dice il Signore Dio, «colui che è, che era e che viene, l'Onnipotente» (Apocalisse 1:8; ed anche 21:6; 22:13)

 

Colui che è (presente)

Che era (passato)

Che viene (futuro)

 

Anche questo non solo è difficile, ma quasi impossibile da capire razionalmente. Tuttavia se anche non possiamo sperimentare questa cosa, possiamo, se il Signore lo concede, tentare di immaginare in merito quanto la mente si può figurare con l’intelligenza e la fantasia (che è una sottospecie della creatività). In fondo in noi, creati a somiglianza di Dio, ci deve essere qualcosa che anela a questa completezza, che lo Spirito Santo può educare rafforzare ed “aprire” secondo il bene che Lui stesso considera. Così questo qualcosa fa quello che può con i mezzi che ha, e se è umile e rispettoso può darsi che il Signore lo indirizzi bene.

 

 

PRIGIONIA DEL NOSTRO TEMPO LINEARE

Il problema finché resteremo terreni dunque credo sia quello della “prigionia del tempo lineare”, vale a dire che sulla terra possiamo pensare solo “in linea retta” al passato ed al futuro, con un presente che ci sfugge continuamente. Una linea fin troppo piatta e limitata che non sa come innalzarsi.

 

L’”eternità di Dio” non è solo un tempo infinitamente lungo, ma è invece una esistenza a noi sconosciuta al di fuori del nostro tempo.

Una esistenza non fisicamente lontana dal nostro tempo, ma superiore al nostro tempo, che lo ingloba, lo contiene, in un certo senso.

Dio infatti ha creato l’universo ed il tempo, dunque è slegato dal tempo e dall’universo avendolo Lui creato, pur essendovi immerso come la linfa nelle piante, come il sangue nel corpo.

Ma come si può immaginare questo per renderlo più comprensibile?

 

GLI AVVENIMENTI SI CURVANO DAVANTI ALL’ETERNO

Io mi immagino i fatti davanti all’Eterno come una composizione multidimensionale in movimento continuo. Una specie di planetario in movimento, dove non si muovono solo i modellini dei pianeti, ma l’universo intero, con tutti i suoi fatti che vi accadevano vi accadono e vi accadranno.

 

Immaginiamoci questa composizione in  forma curva, come eventi che si curvano davanti a Dio,  che girano si evolvono o si pongono davanti a Dio in modo sempre al presente davanti a Lui che è il centro di tutto ed in qualche modo trasferisce ad essi vita e pensiero.

 

Ed in tutta questa molteplicità sublime multidimensionale pensiamo che dentro c’è anche quel piccolo sentiero verso la grotta o verso il fiumicello. Due fatti reali che esistono insieme in contemporanea davanti a Dio.

Questo almeno potrebbe essere il punto di vista di Dio.

 

PICCOLO PUNTO DI VISTA TERRENO

Ma noi piccoli però possiamo vedere una cosa alla volta, limitatamente al passato ed al futuro. Il nostro punto di vista, come abbiamo detto, è limitato al nostro tempo lineare piatto, fatto di un passato e di un futuro; con una scelta alla volta, una sola.

Una volta fatta la scelta, diventa “passato” e non torna più.

Noi abbiamo scelto il fiumicello, quella è la scelta attuale che chiamiamo realtà, non conoscendo la realtà molteplice di Dio.

 

Probabilmente davanti a Dio è realtà anche il sentiero verso la grotta che non è stata la nostra attuale scelta.

Essendo Dio in un (inimmaginabile) presente continuo, Lui ha visto/vede ogni tipo di scelta che facciamo; per questo è come se conoscesse in anticipo il futuro:  praticamente pre-conosce, pre-vede i nostri possibili itinerari di vita, ed in essi ciò che faremo/saremo.

 

IN CHE TEMPO “VEDE” IL PROFETA?

In una ipotetica rivelazione profetica fatta per esempio ad un altro nostro fratello profeta che si trovava chissà dove a casa sua, Dio avrebbe potuto rivelargli che noi saremmo andati al fiumicello; e questo sarebbe stato un tempo “futuro” per il nostro amico profeta (in quanto per lui doveva ancora accadere), ma un tempo “presente” davanti a Dio (Il Quale comunicava quanto vedeva in quel momento), mentre per noi che decidevamo di andare al fiumicello, sarebbe stata semplicemente una libera scelta del nostro vissuto.

 

Infatti noi saremmo potuti andare liberamente ovunque, alla grotta oppure da nessuna parte. Dio non aveva predestinato-obbligato-deciso che noi saremmo andati al fiumicello, ma lo aveva semplicemente pre-conosciuto.

 

DA UNA CONOSCENZA “GIA’ CONOSCIUTA” IN DIO?

Ma allora se lui ha visto noi al fiumicello come poteva vedere noi alla grotta? Forse perché quella possibilità esisteva/esiste davanti a Dio in una molteplicità dimensionale che non possiamo immaginare. Magari l’abbiamo anche “conosciuta” quella strada verso la grotta in una dimensione che attualmente è fuori dal nostro spazio-tempo lineare. E’ come se la nostra anima vedesse/percepisse/provasse/sentisse da Dio “realtà” diverse che Lui ha visto/conosciuto, di cui poi per noi, una sola diventerà realtà terrena. Molto più facile da intuire che da capire e spiegare.

 

MISTICI

Ci sono dei mistici, delle persone che, per qualche motivo ignoto anche a loro, hanno da Dio aperture particolari, come una finestrella sull’eternità. La loro anima viene misteriosamente rapita per un attimo e portata in una realtà diversa, forse nell’eternità stessa. L’anima percepisce non una cosa prima né una cosa dopo, ma un presente-eterno-consistente-permeato-di-Dio che la mente del suo corpo non potrà mai né capire né immaginare, ma che al momento del rapimento lo vive come facente parte di esso.

Quando questo mistico sarà tornato alla quotidianità, l’esperienza terrena di quell’anima verrà forse registrata dalla sua mente come un fatto accaduto in un certo tempo preciso (una data), ma il contenuto spirituale di quella esperienza, che in quel momento era così facile da percepire e “capire” per l’anima, non sarà mai capito mentalmente razionalmente dal corpo che racchiude quell’anima. Una contraddizione lacerante per quella persona, che con tutto il suo spirito cercherà di seguire quella realtà spirituale che non sa spiegarsi ma che inspiegabilmente conosce, mentre con il corpo dovrà sottostare ancora alle leggi terrene. Leggi che all’anima “toccata da Dio” sembreranno sempre più come una prigione dolorosa.

 

E ALLORA COME ASSOMIGLIARE A GESU’?

In tutte queste riflessioni così difficili come facciamo allora ad assomigliare a Gesù risorto?

Le cose difficili sono tali solo per noi che siamo ancora terreni, finché viviamo in modo “carnale”.  Ma l’apostolo Paolo in molti punti ci istruisce e ci incoraggia a vivere secondo lo Spirito e non secondo la carne (Romani 8:4 e segg).

Ebbene, se Dio vive in un “eterno presente” perché noi ci facciamo condizionare sempre dai turbamenti passati e dalle paure del futuro?

Cos’è il rancore per esempio se non un passato che rivive in modo sbagliato nel nostro presente? E cos’è la disperazione se non una visione del futuro senza l’amore di Dio?

Di fronte alla grandezza meravigliosa del Signore che sta per tornare, cosa vuoi con conti il vuoto parlare di un piccolo politico? O lo sgarbo di un automobilista? Avviciniamoci all’eternità di Dio come ci avviciniamo alla pace del sabato!

 

Ma avvicinarci al modo di guardare di Dio è davvero difficile per chi non prega ogni giorno entrando in relazione con lo Spirito Santo. E’ questo Dio-Spirito-Santo che ci apre la mente perché consce i pensieri nostri e quelli di Dio stesso (1 Cor. 2:11)

 

COME UN FIGLIO CHE SALTELLA ACCANTO AL SUO PAPA’

Chi invece ogni giorno cerca Dio e Lo chiama e Lo ascolta e Lo desidera è come un figlio che saltella accanto al Suo papà strattonandolo e aggrappandosi alla sua mano per essere preso in braccio… Ed il nostro Papà celeste è contento di questa nostra smania di stargli vicino di conoscerLo di voler stare in ogni luogo dove Lui sta…  Certo, per il nostro bene non ci concederà cose troppo pericolose per la nostra natura, ma forse, per il Suo amore ci permetterà di avvicinarci di più, come accadde al Mosè:

 

Esodo 33:17 Il SIGNORE disse a Mosè: «Farò anche questo che tu chiedi, perché tu hai trovato grazia agli occhi miei, e ti conosco personalmente». 18 Mosè disse: «Ti prego, fammi vedere la tua gloria!» 19 Il SIGNORE gli rispose: «Io farò passare davanti a te tutta la mia bontà, proclamerò il nome del SIGNORE davanti a te; farò grazia a chi vorrò fare grazia e avrò pietà di chi vorrò avere pietà». 20 Disse ancora: «Tu non puoi vedere il mio volto, perché l'uomo non può vedermi e vivere». 21 E il SIGNORE disse: «Ecco qui un luogo vicino a me; tu starai su quel masso; 22 mentre passerà la mia gloria, io ti metterò in una buca del masso, e ti coprirò con la mia mano finché io sia passato; 23 poi ritirerò la mano e mi vedrai da dietro; ma il mio volto non si può vedere».

 (continua)

 

 

 

 NOTE

(1) VEDI ANCHE:

A) LE DIMENSIONI  E  IL TEMPO   CONSAPEVOLEZZE DELLA NOSTRA LIMITATA REALTÀ PRIMA DI PARLARE DEL TEMPO DI DIO E DEL RITORNO DI GESÙ

 B)- CONOSCENZA DI DIO E LIMITI UMANI 3 - PREDESTINAZIONE E PRECONOSCENZA -   Introduzione - Paolo e la predestinazione - La “vista” di Dio contempla tutto al presente;

 C) - CONOSCENZA DI DIO E LIMITI UMANI 2 - LA PREGHIERA NELL’ETERNITA’  - ipotesi - Al di sopra del tempo - come “agiscono” le varie preghiere nell’eternità? -  fino a che punto possiamo “incidere” con la preghiera i fatti e le situazioni?

D) DOSSIER COMPLESSIVO PDF  IL TEMPO TERRENO E IL TEMPO DI DIO

 

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