Bollettino libero cristiano evangelico  della "Piccola Iniziativa Cristiana" a cui tutti possono partecipare utile per la riflessione e lo studio biblico

 

LA STRADA GIUSTA, COME TROVARLA?

di Renzo Ronca - 1-12-15- h. 12 - (Livello 2 su 5) 

 

 

 

Nella parte centrale della nostra vita, chi più chi meno, ci facciamo tutti delle domande esistenziali su chi siamo veramente, quale sono le nostre origini e dove stiamo andando…  Tra tutti gli esseri viventi questa sete di sapere è una caratteristica solo dell’uomo ed è bene, perché in questo modo mostriamo di avere qualcosa in più che cerca una sua configurazione, che si manifesta con delle domande; domande a cui però generalmente non sappiamo dare delle risposte.

 

Risposte facili

Non trovando risposte facili potremmo restare nell’incertezza, ma molti di noi per evitare l’insicurezza che ne deriverebbe, riescono apparentemente a coprire questa inquietudine con risposte facili superficiali molto pratiche: se mangio sto bene, se ho amici sto bene, se ho soldi sto bene, se sono amato da qualcuno che rimane vicino a ame sto bene, se ho successo sto bene.… Se non ho qualcuna di queste cose mi devo adoperare per averla, così starò bene. Forse l’uomo spirituale in noi non è soddisfatto, ma certo l’uomo carnale si. Si copre insomma con la soddisfazione carnale legata ai sensi e alla “normalità mondana”, quella necessità di appagamento spirituale-esistenziale che sorgeva spontanea dentro di noi. E magari, coprendola bene, riusciamo ad andare avanti discretamente. Poi, appena l’anima si fa di nuovo sentire sotto forma di inquietudine e magari ci comunica insoddisfazione e malinconia, releghiamo questi sintomi interiori particolari assieme ad altri sintomi simili che chiamiamo malattia, depressione, difficoltà di inserimento, ecc e ci “curiamo” trovando chissà quali tecniche che possano incorniciare questo “malessere” in un angolo della nostra mente, in modo che non ci dia troppo fastidio, mentre usiamo le nostre risorse per inserirci nel mondo, nella “vita” che il mondo ci dà. Una “Vita-idolo” insomma.

 

Ma alcuni continuano a cercare

Ma c’è qualcuno che invece non intende relegare in cantina i pungoli esistenziali che cercano risposte serie. Preferisce cercare… continua a cercare, pure se questo gli porterà una vita non del tutto piacevole. Pian piano si rende conto che questa è l’esigenza di un’”anima-figlia” che vaga sofferente in cerca dell’”anima madre-padre”, che poi è Dio.

 

Una volta compreso questo è come aver capito che esiste un nord rispetto al sud, est, ovest; vale a dire comprende che c’è un riferimento un orientamento possibile, una direzione verso cui andare.

 

Ma anche se si capisce che c’è una direzione, come si fa a trovarla nella pratica? Non abbiamo una bussola che ci dica dove sta Dio o dove sta la verità della nostra esistenza. Non l’abbiamo.

O si?

 

Beh, Qualcuno aveva le idee molto chiare su questo punto: “…la mia testimonianza è vera, perché so da dove sono venuto e dove vado; ma voi non sapete da dove io vengo né dove vado” (Giov 8:14b)

Gesù sapeva le risposte alle nostre domande esistenziali: sapeva chi era, da dove veniva e dove stava andando; diversamente da noi. Era con noi fisicamente, ma allo stesso tempo non era proprio come noi. Tra Lui e i Giudei che cercavano di accusarlo c’era un abisso di sapienza: “..Voi siete di quaggiù; io sono di lassù; voi siete di questo mondo; io non sono di questo mondo..” (Giov 8:23).

Una separazione netta.

Ma a quelli che invece credevano in Lui (vv.30-31) Gesù indica la strada. Insegna, comunica gli elementi necessari per evolversi, per liberarsi dal “mondo” inteso come prigionia soffocamento dello spirito. “Gesù allora disse a quei Giudei che avevano creduto in lui: «Se perseverate nella mia parola, siete veramente miei discepoli; conoscerete la verità e la verità vi farà liberi» (Giov 8:31-32).

 

Da questa semplice frase quanti insegnamenti!

 

1) Gesù allora disse a quei Giudei che avevano creduto in lui… 

Non sta spiegando a tutti. Ai primi (quelli che lo accusavano) aveva detto «Io me ne vado e voi mi cercherete e morirete nel vostro peccato; dove vado io, voi non potete venire» (v.21); mentre a quelli che invece credevano in Lui spiega, indica, apre la porta…

 

2) «Se perseverate nella mia parola…  Non è una condizione da poco. C’è un “Se…” decisivo di cui dobbiamo tenere conto. Il credente può anche non perseverare nella parola, può credere per una breve stagione, ma poi abbandonare e tornare peggio di prima… Gesù specifica “se perseverate nella mia parola…”. Perseverare implica una certa costanza ed anche un possibile travaglio, perché uno persevera quando magari altri elementi ci spingerebbero a non farlo.   La perseveranza poi non è una testardaggine generica ma è un restare fermi regolarmente nella “Parola del Signore”.  Non in un concetto o una teoria staccata isolata.. indica chiaramente “Se perseverate nella mia parola…  “  La “Sua” parola. La parola di Gesù è varia profonda e complessa e ci introduce ai misteri del Padre. Non si sta parlando dell’amore universale o di una semplice tendenza alla pace globale alla non violenza ecc. e nemmeno si parla di parole di altri, ma solo alla “Sua Parola”. Ora noi credenti crediamo che la Sua Parola sia espressa nel Vangelo e crediamo che possa “prendere vita” in noi tramite l’opera dello Spirito Santo. Una espansione complessa, ma che in fondo, del suo meccanismo potrebbe anche non essere indispensabile sapere, quello che conta è se noi restiamo, se perseveriamo in questo rivestirci della Sua Parola oppure no.

 

3) conoscerete la verità..

La “verità”, cioè quello che si distacca da tutto ciò che è falso, non è dunque un pacchetto pronto che uno acquista in due secondi, ma un processo, un cammino, una maturazione che si raggiunge “seguendo”, non “precedendo” il Signore. Noi spesso diciamo di voler seguire Gesù ma poi stiamo sempre a borbottare perché questo non ci pare giusto perché quello “secondo noi” è così quell’altro è cosà… Seguire Gesù è un atto molto più semplice di quanto immaginiamo: significa fare quanto Lui ci dice di fare.

 

4) e la verità vi farà liberi. Anche questo concetto non possiamo capirlo all’istante. Va sperimentato seguendo. E’ importante. Se per esempio uno scienziato mi spiega una teoria e la spiega bene, posso arrivare a capirla; e una volta capita, basta, l’ho capita, posso dedicarmi a un’altra cosa. Qui non funziona così; i concetti di “verità” e di “libertà” si acquisiscono strada facendo. Non è una conquista intellettuale degli intelligenti, ma una configurazione spirito-corpo che si raggiunge solo seguendo il nostro Maestro, Gesù Cristo, il quale sa bene da dove viene e dove sta andando e di quel luogo conosce la strada e ce la prepara affinché possiamo stare insieme: “Quando sarò andato e vi avrò preparato un luogo, tornerò e vi accoglierò presso di me, affinché dove sono io, siate anche voi;” (Giovanni 14:3)

 

In conclusione non ci illudiamo di conoscere la nostra strada da soli: noi ci troviamo come proiettati sulla Terra senza sapere bene da dove e senza sapere perché e non sappiamo nemmeno l’evoluzione della nostra specie. Possiamo fare mille teorie certo… ma rischiamo di perderci. 

Noi cristiani abbiamo scelto di credere a Gesù il quale era all’origine  dei tempi, è stato nel nostro presente umano, ha percorso la strada della resurrezione fino alla casa del Padre e sarà nel nostro futuro. In pratica Lui ci dà indicazioni di cose che già conosce e noi non conosciamo, istruzioni segnali meravigliosi come l’arcobaleno. Se seguiamo le Sue indicazioni percorreremo la stessa strada, l’unica strada possibile per arrivare alla casa di Dio. La nostra casa.

 

 

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