ANANIA DA SAULO: CONTRO LA RAGIONEVOLEZZA - n.8

 - di Renzo Ronca - 15-11-15- agg 1-7-21

 

 

 

 

 

Or a Damasco c'era un discepolo di nome Anania; e il Signore gli disse in visione: «Anania!» Egli rispose: «Eccomi, Signore». 11 E il Signore a lui: «Àlzati, va' nella strada chiamata Diritta, e cerca in casa di Giuda uno di Tarso chiamato Saulo; poiché ecco, egli è in preghiera, 12 e ha visto in visione un uomo, chiamato Anania, entrare e imporgli le mani perché ricuperi la vista». 13 Ma Anania rispose: «Signore, ho sentito dire da molti di quest'uomo quanto male abbia fatto ai tuoi santi in Gerusalemme. 14 E qui ha ricevuto autorità dai capi dei sacerdoti per incatenare tutti coloro che invocano il tuo nome». 15 Ma il Signore gli disse: «Va', perché egli è uno strumento che ho scelto per portare il mio nome davanti ai popoli, ai re, e ai figli d'Israele; 16 perché io gli mostrerò quanto debba soffrire per il mio nome».  17 Allora Anania andò…  (Atti 9:10-17)

 

 

(segue)

 

La logica divina è infinitamente superiore alla nostra.

Quando noi compiamo un’azione verso qualcuno abbiamo un soggetto ed un oggetto; l’azione rimane per così dire circoscritta a noi stessi.

Quando il Signore agisce e compie un’azione verso qualcuno,  investe tutto il creato, in ogni direzione altezza e profondità e persino oltre il nostro tempo. Infatti non ne beneficia solo l’oggetto che la riceve ma anche colui che il Signore ha mandato; non solo, ma anche i presenti, ed anche le persone future che, come noi, meditano sulle azioni divine. E sono convinto, anche la storia ed il cielo vengono coinvolti in qualche modo troppo sublime da poter essere capito adesso.

 

Qui c’è un’azione da compiere: il Signore vuole rivelare a Saulo delle cose importanti e va a chiamare Anania, di cui non è detto molto nella Scrittura, solo che era un bravo discepolo:  “Un certo Anania, uomo pio secondo la legge, al quale tutti i Giudei che abitavano là rendevano buona testimonianza” (Atti 22:12).

 

Ci si potrebbe chiedere: perché il Signore chiama Anania, una seconda persona, e non lo dice direttamente da solo a Saulo in visione, come aveva fatto in precedenza?

 

a) Credo che il motivo principale sia il fatto che l’universo è permeato, “pieno di Dio” (non esistono parole per spiegare il concetto), ed ogni  Suo “movimento-azione-pensiero creativo” si diffonde nel creato nel dovuto modo perfettamente connesso e trasmesso come nelle sinapsi del cervello, sempre per il bene di ogni creatura.

Chissà nelle azioni nelle parole di Dio quanti collegamenti e quante perfezioni ci sono di cui non ci rendiamo conto!

 

b) Un altro motivo probabilmente è che se il Signore fosse comparso sempre e con grande potenza solo a Saulo, in una azione staccata dal resto dei discepoli (staccata dalla Chiesa), ne avrebbe fatto un “santone”, un essere che gli uomini avrebbero idealizzato, forse idolatrato. Questo non era certo nel piano di Dio, perché sarebbe stata la fine sia degli adoratori (che avrebbero seguito una creatura e non Dio) e sia di Saulo (che inevitabilmente si sarebbe sentito un essere speciale e forse avrebbe peccato di orgoglio). Al Signore non servono super-uomini, persone speciali con poteri speciali, ma semplicemente uomini semplici. Anzi se vogliamo essere precisi ha sempre scelto uomini deboli, spesso con difetti e peccati, e poi di questa debolezza ne ha fatto un esempio di forza e sapienza, affinché si capisse che ogni capacità viene solo da Dio.

 

 

e il Signore gli disse in visione: «Anania!» Egli rispose: «Eccomi, Signore»

Certo tra la visione di Anania e quella di Saulo vi sarà stata un differenza enorme di intensità, tuttavia non possiamo non notare una cosa: Saulo all’inizio non conosceva Gesù e disse “Chi sei Signore?” (Atti 9:5), mentre Anania che era già un discepolo del Cristo risponde: «Eccomi, Signore». Nella domanda di Saulo c’è ancora tutta una consapevolezza da raggiungere; nella risposta di Anania lo spirito suo è prontissimo e disponibile: «Eccomi, Signore».

 

Questo è l’atteggiamento, giusto, perfetto, dell’anima chiamata da Dio per una missione, come leggiamo nella vocazione e missione di Isaia: “Poi udii la voce del Signore che diceva: «Chi manderò? E chi andrà per noi?» Allora io risposi: «Eccomi, manda me!»” (Isaia 6:8)

Qualunque discepolo può essere chiamato dal Signore per un compito, per una missione, anche noi. Per questo qualora sentissimo in noi stessi una richiesta impariamo anche noi a dire  «Eccomi, Signore».

 

Il Signore dice ad Anania cosa deve fare

“E il Signore a lui: «Àlzati, va' nella strada chiamata Diritta, e cerca in casa di Giuda uno di Tarso chiamato Saulo; poiché ecco, egli è in preghiera, e ha visto in visione un uomo, chiamato Anania, entrare e imporgli le mani perché ricuperi la vista»” (Atti 9:11-12)

 

Osserviamo un fatto apparentemente marginale ma di grande importanza ai fini della maturazione spirituale di Saulo: “egli è in preghiera, e ha visto in visione un uomo, chiamato Anania, entrare e imporgli le mani perché ricuperi la vista”. Questo passaggio, ci rivela, quasi di sfuggita, che:

a) Saulo era in preghiera. Egli dunque, verso la fine dei tre giorni, aveva trovato l’orientamento giusto di fede l’equilibrio spirituale ed era in preghiera, cioè col cuore aperto verso il Signore.

b) in visione ha visto Il Signore non aveva mai smesso di stargli vicino e lo Spirito di Dio lo fa spaziare al di là del tempo in quello che è il dono profetico, mostrandogli l’avvenimento futuro, cioè l’arrivo di Anania, che non lo coglierà impreparato.

c) E’ particolarmente forte l’amore di Dio verso Saulo, che indebolito, atterrato, impaurito, pieno di pentimento se ne sta al buio in disparte…  non fa passare tutto il tempo lasciandolo solo, ma quasi come a rincuorarlo anticipa il fatto che verrà mostrandoglielo in visione.

 

La preghiera di Saulo testimonia una armonia tra anima e Spirito del Risorto.

La visione ricevuta (aveva visto Anania andare da lui prima che succedesse), verrà a dare a Saulo una consolazione ed sicurezza nuova non più sulla legge scritta, sulle regole e sui giudizi, ma sulla Parola Viva del Signore. Si avvera ciò che Lui mostra; il Vero il Giusto è tutto ciò che viene dal Signore: “il giusto vivrà per fede”(Rom. 1:17 ecc)

 

I dubbi di Anania

Ma Anania rispose: «Signore, ho sentito dire da molti di quest'uomo quanto male abbia fatto ai tuoi santi in Gerusalemme. E qui ha ricevuto autorità dai capi dei sacerdoti per incatenare tutti coloro che invocano il tuo nome».  (Atti 9:13-14)

 

Guardate con quale semplicità Anania “parla” in visione con il Signore. E’ spontaneo e diretto quando esprime la sua semplice logica umana: presenta ciò che sa di quell’uomo: aveva commesso persecuzioni contro i discepoli, aveva autorità, li incatenava… Non si oppone ma presenta il suo modo di pensare  e di ragionare legato a degli schemi mentali umani. Questi erano basati su una logica giusta, ma piatta, che non teneva conto di una realtà superiore ben diversa dal nostro modo semplicistico e limitato di vedere le cose: “se ha fatto così, se è così, allora devo andare a imporgli le mani per la guarigione?” Il timore per se stesso e l’”illogicità” della richiesta del Signore lo fanno essere perplesso, incerto; voleva forse capire meglio.

Certe apparenti contraddizioni nelle cose di Dio  non sono semplici da capire per noi.

 

Comunque il Signore vuole far crescere anche Anania: gli chiede un’obbedienza contro ogni logica, contro ogni ragionevolezza; si ha capito bene: lui cristiano doveva andare da un uomo che faceva uccidere i cristiani!  E non solo doveva andarci, ma doveva anche pregare per lui e benedirlo!

 

Questo episodio di duplice intervento divino -su Saulo e su Anania- fa venire in mente un altro episodio importante, quello del doppio intervento divino in Pietro e Cornelio. Anche lì ci fu un notevole  salto di qualità nel pensiero della fede cristiana. Anche in quel caso Pietro restò molto tempo a rimuginare sul perché il Signore gli avesse ordinato nel sogno di mangiare dei cibi che per un giudeo erano proibiti.

 

Il Signore risponde con la stessa semplicità ad Anania e lo tranquillizza con dolcezza: “Ma il Signore gli disse: «Va', perché egli è uno strumento che ho scelto per portare il mio nome davanti ai popoli, ai re, e ai figli d'Israele; perché io gli mostrerò quanto debba soffrire per il mio nome»” (Atti 9:15-16)

Ad Anania Gesù rivela che vi è un piano importante difficile, pieno di sofferenze e che  Saulo è l’incaricato per portarlo a compimento. E’ come se gli avesse detto: “Stai tranquillo, sono Io che sto facendo questa cosa, è importante, va tutto bene, continua a fare il buon servitore”.

Anania fu rassicurato e mostrò nei fatti “la grandezza dell’umiltà” ubbidendo alla volontà del Signore; mettendo cioè quella volontà divina al di sopra della sua volontà, delle sue paure: “ Allora Anania andò…  “

(continua)

 

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