A VOLTE LA MORTE IMPROVVISA ED "INGIUSTA" DI CHI AMIAMO CI AVVICINA A RIFLESSIONI GRANDI COME LA CROCE - Riflessioni sulla morte e sulla vita - 4 -  di Renzo Ronca - 15-10-15 -agg 1-8-21

 

 

(segue)

 

Di fronte alla morte di chi ci è caro abbiamo visto che la nostra mente è come sconvolta,  come se andasse momentaneamente in pezzi e non riuscisse più a raccogliersi prontamente per essere unita ed equilibrata. Occorre un lavoro lungo e difficile per rimetterci in sesto.  La Scrittura ci aiuta anche in questo lavoro di stabilizzazione: con estrema delicatezza Dio-Spirito-Santo si accosta al nostro cuore sofferente con degli esempi o dei fatti “trasversali”, soppesando bene il carico emotivo per non traumatizzarci di fronte agli effetti gravi del peccato come la morte. A volte ci rende facile capire le cose difficili anche con l’esempio degli animali. Le pecore sono un classico, e  l’agnello in particolar modo quando viene ucciso è uno degli esempi più delicati e terribili. Infatti lo Spirito Santo ci mette in relazione l’orribile sacrificio di un animale innocente per poter in qualche modo approdare, quasi lateralmente, al sacrificio di  Gesù: un uomo innocente morto orribilmente. Se potessimo percepire una parte del Suo dolore ci farebbe svenire. E’ per questo forse che alle anime più sensibili il Signore rivela un poco alla volta la profondità del Suo sacrificio.

 

Torniamo all’agnello. Chi ha avuto la fortuna di nascere in una famiglia contadina, come me, sa bene la tenerezza che fanno gli animali appena nati e quanto sia importante crescere assieme a loro: vitellini, gattini, cagnetti, agnellini, caprette, pulcini, ochette, persino i maialini appena nati sono particolarmente amabili. Tutti hanno la loro personalità e con tutti si instaura un’amicizia speciale. Questo vale soprattutto per i bambini, per i quali questi animali diventano compagni di gioco ed amici veri; ma anche per gli adulti con i quali ci sono reciproci sentimenti di affetto e persino di stima. Ricordo la generosità e docilità nel lavoro di certe vacche che tiravano il carro e mi guardavano con i loro dolci occhioni, o la nervosa cavalla del nonno sempre pronta a tirare il calessino in capo al mondo e un cane speciale che era in grado di portare un fagotto con la colazione da casa (dove era la nonna e una vecchia zia) fino nei campi dove erano i miei a lavorare… Allo stesso tempo chi è vissuto in questi casali contadini sa anche quanto, in certi casi, sia brutale violento e traumatico il momento della loro morte. Non c’era molta pedagogia quando ero piccolo ed i bambini purtroppo assistevano spesso all’uccisione del maiale (vi risparmio i particolari davvero cruenti) o  di cani anziani, bestie malate... Cose che poi rimangono.

 

Sembra comunque che l’uomo abbia per gli animali una certa facilità a dare e ricevere affetto; un amore diremmo davvero gratuito, gratificante, puro. Gesù sale su un puledro d’asina. Se vedete come sono dolci e forti questi animali ne rimarrete sorpresi; hanno una intelligenza incredibile e sono disposti docilmente a sacrificarsi volentieri portando pesi enormi per far contento il padrone.  Gli agnelli poi sono festosi, morbidi, belli, simpatici… come fai a non volergli bene? Quando Davide commise un peccato grave (fece uccidere un suo soldato, Uriah, per prendergli la moglie Betsabea), andò da lui il profeta Nathan e per fargli capire bene la gravità del suo peccato gli fece un esempio proprio con una agnella: «Vi erano due uomini nella stessa città, uno ricco e l'altro povero. 2 Il ricco aveva un gran numero di greggi e mandrie; 3 ma il povero non aveva nulla, se non una piccola agnella che egli aveva comprato e nutrito; essa era cresciuta insieme a lui e ai suoi figli, mangiando il suo cibo, bevendo alla sua coppa e dormendo sul suo seno; era per lui come una figlia. 4 Un viandante giunse a casa dell'uomo ricco; questi rifiutò di prendere dal suo gregge e dalla sua mandria per preparare da mangiare al viandante giunto da lui, ma prese l'agnella di quel povero e la fece preparare per l'uomo venuto da lui».. : (2 Samuele 12:1-9) - Questi esempi con gli animali suscitano facilmente una emozione e Davide reagì subito: “Allora l'ira di Davide si accese grandemente contro quell'uomo e disse a Nathan: «Com'è vero che l'Eterno vive, colui che ha fatto questo merita la morte! 6 Egli pagherà quattro volte il valore dell'agnella, per aver fatto una tale cosa e non aver avuto pietà»” Fu a questo punto, quando Davide aveva capito, era entrato nell’ingiustizia del fatto, che Nathan gli rivelò il parallelo: “Allora Nathan disse a Davide: «Tu sei quell'uomo! Così dice l'Eterno, il DIO d'Israele: "Io ti ho unto re d'Israele e ti ho liberato dalle mani di Saul. 8 Ti ho dato la casa del tuo signore, ho messo nelle tue braccia le donne del tuo signore e ti ho dato la casa d'Israele e di Giuda; e se questo era troppo poco, io ti avrei dato molte altre cose. 9 Perché dunque hai disprezzato la parola dell'Eterno, facendo ciò che è male ai suoi occhi? Tu hai fatto morire con la spada Uriah lo Hitteo, hai preso per moglie la sua moglie e lo hai ucciso con la spada dei figli di Ammon..”

 

Senza addentrarci nella storia narrata, consideriamo come lo Spirito di Dio, attraverso Nathan, sia immediatamente arrivato al cuore di Davide usando l’esempio della tenera ed innocente agnellina, provocando in lui un giusto sentimento prima di ingiustizia e poi di pentimento.

 

Ecco io penso che certe volte il Signore anche con noi usi qualcosa di simile per arrivare nelle profondità del nostro cuore.

 

Faccio un esempio che è successo a me recentemente:

Il nostro piccolo cane Simba che tenevamo in casa, per una gastroenterite dopo una decina di giorni di inutili cure, è morto. Per noi è stato come perdere una persona di famiglia. Né noi né i tre veterinari che abbiamo consultato ci spieghiamo con sicurezza come mai non abbia reagito bene alle medicine. Questo fatto, che ci ha sorpresi e ci ha dato molto dolore, non lo capiamo. Io ho provato un senso di rabbia ed ingiustizia: perché questa dolcissima creatura che viveva solo per farci le feste e starci vicino è finita così? E’ morto soffrendo e non lo meritava certamente! E' ingiusto!

In preghiera, con grande delicatezza lo Spirito di Dio mi ha portato a riflettere sulla sua morte rapportandola a pensieri più profondi. Nessuno si deve scandalizzare se per farmi capire una certa prospettiva del sacrificio, il Signore si sia servito anche di un piccolo e caro cagnetto sempre pieno d’amore per tutti noi. La morte non è mai giusta, non ha mai una ragione, ma quando giunge per quelli che, come un agnello o un cucciolo, sono per noi esempi di gentilezza e amore gratuito, colpisce molto di più. Si, la morte di un essere piccolo e delicato come un agnellino o cuccioletto, proprio per la loro innocenza, ci riempie di dolore inspiegabile e ci pare tanto tanto ingiusta. Ma se è ingiusta la morte di un agnello, così bianco e puro, o di un cuccioletto che riposava tra le nostre braccia, quanto è ingiusta la morte di Gesù Cristo che aveva tentato solo di amarci!!

 

Forse non ci siamo mai soffermati abbastanza sulla morte di Gesù. Forse ci spaventa o forse la diamo quasi per scontata, come se per forza “doveva essere così, tanto vale rassegnarci”. Ma se la vediamo da vicino quella morte orribile, piena di sputi insulti ferite... come possiamo rassegnarci?

Se la vedessimo davvero per quel che è, ne saremmo atterriti e forse schiacciati dall’orrore. In quel sangue c’era il  mio peccato, il tuo peccato, non il Suo. Gesù si è preso il mio peccato!  Ero io che ero destinato alla morte, tu, tutti,  perché l’uomo si allontanò da Dio e tutti nasciamo lontani da Lui, tutti veniamo al mondo con la condanna della croce, cioè della morte; perché è l’assenza di Dio che è il peccato; ed il peccato si mostra con la morte  dell’uomo. Un Agnello è andato volontariamente a morire della peggiore morte possibile, solo, sulla croce, senza nessuno che lo confortasse, solo come un cane, colpevole solo di averci amati.

 

Alle volte restiamo giustamente affranti, come me, per la morte di un cuccioletto che non aveva colpa. Ma Gesù è anche la morte di mia madre, di mio padre, di un bambino mai nato, dell’agnello, del mio cuccioletto… Tutte queste morti sono come risucchiate in Lui. Sia lodato il Suo terribile inspiegabile pauroso e tragico amore in Cristo.

 

Se riusciamo a depositare i nostri pensieri, il nostro dolore, la rabbia, l’ingiustizia, tutti i nostri sentimenti lì, sulla croce dove Cristo muore, da una parte il nostro cuore si spezza di dolore come spaccato dalla lancia, perché non ci pare “giusto” che Lui muoia per noi; ma dall’altra, subito dopo, noi per quella morte “ingiusta” di Gesù veniamo liberati dalla morte e possiamo vivere come riscattati cioè come se l'Agnello avesse pagato con la sua vita per la nostra vita.

Per quella morte ingiusta possiamo vivere assieme a Lui che, come Dio, ha potuto risorgere, riprendere la vita.

 

Tutte queste morti trovano in Cristo una confluenza, un punto di convergenza, una trasformazione ed una apertura infinita.. in Lui la morte di ognuno viene trasformata in vita. Lode a Dio.

 

 

 

 

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