APERTURA MENTALE E RIVELAZIONE - Riflessioni sulla morte e sulla vita - 3 -

 di Renzo Ronca - 12-10-15 - agg 30-7-21

(segue)

Il concetto della “vita eterna per i meriti di Cristo” si può capire per gradi; almeno io ci metto molto tempo. Detto in altro modo, mi avvicino un poco al significato con le parole seguenti: “Gesù offre se stesso come sacrificio per i nostri peccati e noi, se crediamo in Lui, abbiamo la salvezza, cioè ereditiamo la vita eterna. Quella vita eterna a cui eravamo predestinati  prima dell’ingresso del peccato nell’Eden”. Razionalmente questa è una enunciazione che il credente accetta per buona come si può accettare una teoria difficile da raggiungere ma sentita e risentita: per esempio “se una particella si muove nello spazio ad una velocità maggiore di quella della luce, torna indietro nel tempo”. Anche qui il significato superficiale di questa affermazione lo capiamo, ma la comprensione vera, il senso profondo, il fare nostro questo concetto difficile, ritengo sia un’altra cosa.

Allora possiamo forse dire che vi sono diversi livelli di comprensione.

Nel caso della morte terrena e della vita eterna, è la profondità biblica (insegnamenti scritturali come espressioni che vengono da Dio stesso) che ci può aiutare. Ma generalmente questo ingresso al significato profondo biblico non è immediato; non è come una nozione che si aggiunge all’altra (o almeno non solo questo), bensì necessita di un altro elemento che è la rivelazione. La rivelazione a sua volta necessita di una preparazione mentale, che può venire solo dall’alto. Possiamo chiamare questa preparazione: “apertura”.   Infatti per capire una cosa grande, con una mente piccola  e limitata come quella umana, occorre un’apertura maggiore. Solo aprendo la mente può entrare in essa una cosa che prima non vi era contenuta. E questa “apertura” ripeto viene sempre dall’alto:  “Allora aprì loro la mente per capire le Scritture..” (Luca 24:45). Infatti certe comprensioni profonde oltre alla vista, cioè oltre alla testimonianza visiva, richiedono una particolare potenza-illuminazione da Dio-Spirito-Santo che penetri in noi e ci apra in modo da accogliere certe verità; verità che non sono solo concetti, ma sono anche potenze vitali a noi sconosciute, che ci nutrono, espandono la mente, e si traducono in un nuovo modo di essere e di comportarci.

“Poi disse loro: «Queste sono le cose che io vi dicevo quand'ero ancora con voi: che si dovevano compiere tutte le cose scritte di me nella legge di Mosè, nei profeti e nei Salmi». 45 Allora aprì loro la mente per capire le Scritture e disse loro: 46 «Così è scritto, che il Cristo avrebbe sofferto e sarebbe risorto dai morti il terzo giorno, 47 e che nel suo nome si sarebbe predicato il ravvedimento per il perdono dei peccati a tutte le genti, cominciando da Gerusalemme. 48 Voi siete testimoni di queste cose. 49 Ed ecco io mando su di voi quello che il Padre mio ha promesso; ma voi, rimanete in questa città, finché siate rivestiti di potenza dall'alto»”(Luca 24:44-49).

Senza questa apertura è molto difficile accettare per esempio la sofferenza del lutto che non si capisce.

L’elaborazione del lutto per me è collegata alla comprensione della croce di Cristo. Una crocifissione così ingiusta, devastante, illogica, che era ed è “scandalo per i Giudei e pazzia per non Giudei” (1Corinzi 1:23)

(continua)

 

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