CHI SIAMO NOI CREDENTI? Certezze presenti ed identità futura -di Renzo Ronca - (1-8-15)- 4-6-19

 

 

 “Se dunque siete stati risuscitati con Cristo, cercate le cose di lassù dove Cristo è seduto alla destra di Dio. 2 Aspirate alle cose di lassù, non a quelle che sono sulla terra; 3 poiché voi moriste e la vostra vita è nascosta con Cristo in Dio. 4 Quando Cristo, la vita nostra, sarà manifestato, allora anche voi sarete con lui manifestati in gloria.” (Colossesi 3:1-4)

 

Non c’è un automatismo con una potente trasformazione magica per quelli che convertendosi e battezzandosi “rinascono a vita nuova”. Inizia, se mai, un percorso più difficoltoso di prima. La differenza sta nel fatto che ora il Signore è parte di noi e ci aiuta, perché noi siamo parte di Lui e ci immergiamo nella Sua volontà di bene con una particolare confidenza-intimità che ci apre alle rivelazioni di Dio: “Io non vi chiamo più servi, perché il servo non sa quello che fa il suo signore; ma vi ho chiamati amici, perché vi ho fatto conoscere tutte le cose che ho udite dal Padre mio.” (Giovanni 15:15)

Non c’è un trasporto “per inerzia” verso il paradiso; è necessaria sempre una volontaria partecipazione nostra. Sentiamo forse più evidenti certe attitudini, versamenti del cuore, aspirazioni dell’anima…  (è lo Spirito di Dio che ci guida e ci istruisce in maniera più chiara), ma spetta a noi dirigere le nostre vite nella direzione giusta che ci viene mostrata. Se aumenta in noi il desiderio di Dio, aumenta in egual misura il dolore per lo stato presente del mondo, così alla deriva, confuso, sporco... Ma se aumenta in noi il desiderio di Dio, non è detto che lo assecondiamo sempre. Potremmo restare inerti, o perplessi, o in dubbio tra quello che potremmo essere e quello che eravamo. Per questo dice “cercate le cose di lassù… spirate alle cose di lassù, non a quelle che sono sulla terra..”.

In realtà si attraversa una fase difficile di identità, uno stato intermedio in cui non sappiamo più bene chi siamo… Sappiamo di non corrispondere più alla persona di prima perché le stesse cose del mondo che prima ci attiravano ed erano desiderabili, adesso le odiamo e ci causano fastidio e dolore… Però nemmeno sappiamo cosa siamo diventati perché la nostra identità ci sfugge: “poiché voi moriste [al peccato] e la vostra vita è nascosta con Cristo in Dio”.

Allora quali certezze abbiamo?

1) Che siamo “morti al peccato” è una certezza. Diventando cristiani abbiamo lasciato tutto ciò che era contro Dio. Perché è una certezza? Perché non lo siamo diventati solo per ubbidienza ad un comandamento, solo per seguire una regola pur soffocando dentro un desiderio di peccato; bensì perché il peccato è stato veramente tolto con tutta la sua radice dal nostro cuore. Infatti la riprova è che quando adesso si affaccia una tentazione un peccato non ne sentiamo più come prima la sua forza, ma lo vediamo spesso per quello che è: un obbrobrio, una vergogna, un atto nauseante.  Ed ogni giorno questa netta distinzione diventa più forte.

2) Che amiamo Dio in virtù di Cristo e per mezzo dello Spirito Santo è pure una certezza che possiamo constatare senza sforzo, un giorno dopo l’altro.

3) Quindi sappiamo del nostro passato (che siamo “morti” alla vecchia vita di quando on conoscevamo Dio); sappiamo del nostro presente (che amiamo Dio e siamo attratti da Lui); ma non sappiamo del nostro futuro. Per questo dice: “poiché voi moriste e la vostra vita è nascosta con Cristo in Dio”.

4) Dunque noi siamo una "trasformazione in atto", che un poco ci affascina ed un poco ci intimorisce. Per fede capiamo con una certa sorpresa che chi saremo veramente, è già stabilito. Da quando è stabilito? Dal momento della nostra conversione/battesimo (per questo è come una nuova nascita in terra ed cielo) ma anche se stabilito è “nascosto con Cristo in Dio”. Infatti sappiamo per fede che Cristo Risorto, invisibile per ora sulla terra, vive in cielo, nel Suo luogo; luogo dove anche è Dio Padre. Ed è lì con Cristo risorto che siamo per fede  anche noi; ed è già scritto il nostro nome nuovo. L’identità nostra che ancora non vediamo sulla terra è lì presso di Lui; ma quando Cristo si manifesterà di nuovo al mondo, anche noi –rivestito il nostro vero corpo di risorti- saremo manifestati nella pienezza del meraviglioso disegno che il Padre ha avuto per noi.

Per cui noi sappiamo che siamo morti al peccato, che amiamo Dio, che avremo una identità. E’ per questo che dice: “cercate le cose di lassù dove Cristo è seduto alla destra di Dio”; perché noi stessi secondo la “realtà spirituale” abbiamo già un forma pronta che ci aspetta, un “corpo di risorti a nuova vita” che adesso non conosciamo pienamente.

“Sappiamo infatti che se questa tenda che è la nostra dimora terrena viene disfatta, abbiamo da Dio un edificio, una casa non fatta da mano d'uomo, eterna, nei cieli. 2 Perciò in questa tenda gemiamo, desiderando intensamente di essere rivestiti della nostra abitazione celeste, 3 se pure saremo trovati vestiti e non nudi. 4 Poiché noi che siamo in questa tenda gemiamo, oppressi; e perciò desideriamo non già di essere spogliati, ma di essere rivestiti, affinché ciò che è mortale sia assorbito dalla vita. 5 Or colui che ci ha formati per questo è Dio, il quale ci ha dato la caparra dello Spirito. 6 Siamo dunque sempre pieni di fiducia, e sappiamo che mentre abitiamo nel corpo siamo assenti dal Signore 7 (poiché camminiamo per fede e non per visione); 8 ma siamo pieni di fiducia e preferiamo partire dal corpo e abitare con il Signore. 9 Per questo ci sforziamo di essergli graditi, sia che abitiamo nel corpo, sia che ne partiamo. 10 Noi tutti infatti dobbiamo comparire davanti al tribunale di Cristo, affinché ciascuno riceva la retribuzione di ciò che ha fatto quando era nel corpo, sia in bene sia in male.” (2Corinzi 5:1-10)

Restando allora nella nostra fede, guardiamo alle cose vere in alto; sappiamo di avere molto più di un semplice obiettivo: sappiamo di poter trovare presto noi stessi, chi siamo veramente. Per questo qualsiasi cosa vediamo o sentiamo nel mondo, la vediamo e la sentiamo relativamente, senza dargli troppa importanza; perché noi, se ancora siamo nel mondo fisicamente, per fede non lo siamo più.

 

 

 

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