Bollettino libero cristiano evangelico  della "Piccola Iniziativa Cristiana" a cui tutti possono partecipare utile per la riflessione e lo studio biblico

 

Ma egli disse loro: «Sono io, non temete» (Giov. 6:20) -

La presenza di Dio porta sempre cambiamenti e assestamenti talvolta difficili, anche in famiglia -  di Renzo Ronca - 23-7-15- h. 10,30 - (livello 2 su 5)

 

 

 Una volta venne un responsabile importante a predicare nella chiesetta che frequentavo. L’ambiente era piccolo e faceva caldo così le porte erano aperte. Mentre lui parlava sentimmo fuori come delle voci di protesta. Era una donna o forse più di una che dall’altra parte della strada, al primo piano, si era infastidita. Pure se era quasi ora di pranzo e non avevamo infranto nessuna legge decidemmo di chiudere le porte. Quel responsabile commentò poi l’accaduto in un modo interessante: disse praticamente che la Parola di Dio, la Sua attività, quando agisce non lascia mai le cose come stavano prima. Produce sempre un effetto; questo effetto può essere un bene per alcuni ma anche un risentimento per altri. Quella donna per esempio si è infastidita quando quel pastore parlava delle cose di Dio, ma in quella stessa strada (una zona medioevale turistica molto caratteristica), proprio in quel periodo erano soliti organizzare feste popolari, incontri politici, spettacoli ecc che andavano avanti quasi tutta la notte e nessuno si lamentava. Come mai solo quando si parlava di Dio c’era qualcuno che si risentiva?

 

Anche quando il Signore è intervenuto nella ns vita ci sono stati piccoli e grandi sconvolgimenti, resistenze, reazioni positive e reazioni negative. Poi quando lo abbiamo accolto con amore e senza riserve in noi è arriva una grande pace. Ma intorno a noi? La nostra famiglia i parenti gli amici i conoscenti? Non tutti reagiscono allo stesso modo. Chi non è del Signore tende a minimizzarci prima, a combatterci poi. Non ce l’hanno con noi direttamente, sono comportamenti dovuti a lotte interiori di cui non sempre si è consapevoli. Le cose di Gesù, che non rientrano in una certa logica superficiale mondana, vengono recepite come un pericolo e dunque non accettate, persino combattute.

 

“Quanto a voi, perfino i capelli del vostro capo sono tutti contati. 31 Non temete dunque; voi valete più di molti passeri. 32 Chi dunque mi riconoscerà davanti agli uomini, anch'io riconoscerò lui davanti al Padre mio che è nei cieli. 33 Ma chiunque mi rinnegherà davanti agli uomini, anch'io rinnegherò lui davanti al Padre mio che è nei cieli. 34 Non pensate che io sia venuto a mettere pace sulla terra; non sono venuto a metter pace, ma spada. 35 Perché sono venuto a dividere il figlio da suo padre, la figlia da sua madre, la nuora dalla suocera; 36 e i nemici dell'uomo saranno quelli stessi di casa sua. 37 Chi ama padre o madre più di me, non è degno di me; e chi ama figlio o figlia più di me, non è degno di me. 38 Chi non prende la sua croce e non viene dietro a me, non è degno di me. 39 Chi avrà trovato la sua vita la perderà; e chi avrà perduto la sua vita per causa mia, la troverà. 40 Chi riceve voi, riceve me; e chi riceve me, riceve colui che mi ha mandato”. (Matt. 10:30-40)

 

La spada di cui parla Gesù è una divisione di fronte alla verità cioè l’uomo di fronte a Lui. A parte quelli che non sono né caldi né freddi che fanno “vomitare” persino il Signore (1), la presenza di Dio o è accolta o viene rigettata. Le persone che non hanno Gesù nel cuore seguono il mondo con i suoi desideri e le sue preoccupazioni e siccome noi abbiamo Cristo nel cuore non saremo mai accolti facilmente (Chi riceve voi, riceve me). Per questo anche dentro le nostre case si creeranno divisioni. Saranno le divisioni più difficili da superare perché in casa ci vedranno istintivamente per come eravamo e non in novità di Spirito per come siamo rinati. Lo stesso Gesù all’inizio non fu creduto dalla Sua famiglia che addirittura lo considerava instabile mentalmente:

 

“I suoi parenti, udito ciò, vennero per prenderlo, perché dicevano: «È fuori di sé»” (Marco 3:21)

“Poiché neppure i suoi fratelli credevano in lui” (Giovanni 7:5)

 

Può capitare che tutto questo, se non abbiamo radici di fede ben solide, ci faccia sentire sempre più soli; non solo in famiglia ma anche nell’ambiente in cui viviamo coi nostri conoscenti, che difficilmente accetteranno la nostra conversione. Anche questo accadde a Gesù quando ritornò al suo paese dove la gente si scandalizzava di lui:

 

“Non è questi il falegname, il figlio di Maria, e il fratello di Giacomo e di Iose, di Giuda e di Simone? Le sue sorelle non stanno qui da noi?» E si scandalizzavano a causa di lui.” (Marco 6:3)

 

Il concetto di famiglia cambia quando diventiamo cristiani: quando ci battezziamo non rinneghiamo nessuno ovviamente delle nostre persone care, ma la nostra idea di famiglia matura, si apre, si espande in una dimensione più spirituale, dove la fratellanza non è più solo quella di sangue:

 

 “Egli rispose loro: «Chi è mia madre e chi sono i miei fratelli?» Girando lo sguardo su coloro che gli sedevano intorno, disse: «Ecco mia madre e i miei fratelli! Chiunque avrà fatto la volontà di Dio, mi è fratello, sorella e madre»” (Marco 3:33-35)

 

Non tutti i cristiani sono fortunati ad avere l’accordo e la comunione di fede col proprio marito con la moglie coi figli o i genitori. Capita più di quanto pensiamo che una vera conversione possa mettere in difficoltà gli equilibri che c’erano prima, tuttavia non ci dobbiamo scoraggiare: anche questo avrà un senso preciso nella grazia di Dio che viene concessa nella libertà di ciascuno. L’amore parte dal rispetto e quando in una famiglia non ci si accetta più per motivi di fede, significa che è venuto a mandare il rispetto e dunque non si può parlare più d’amore maturo bensì di controllo, gestione del potere o di possesso.

 

Non  lo so perché certe prove difficili ci debbano capitare, forse per l’indurimento di qualche familiare a cui il Signore vorrebbe sciogliere il cuore, oppure perché noi abbiamo idealizzato un figlio un marito, non lo so.. ma confidiamo sempre nel bene del Signore che ne sa più di noi.

 

Quando sono preoccupato e vedo ostacoli difficili davanti a me, c’è sempre una frase che mi rincuora:  “Ma egli disse loro: «Sono io, non temete»” (Giov. 6:20).  E’ come se il Signore mi dicesse: “non badare a tutte queste cose che ti sembrano troppo difficili, sono io che ti vengo incontro, sono io che opero, non temere nulla, va tutto bene…”

Allora lodiamo il Signore confidando in Lui, cioè lasciando a Lui le nostre preoccupazioni. Tutto ha in senso e tutto concorre al bene di coloro che amano Dio:

 “Or sappiamo che tutte le cose cooperano al bene di quelli che amano Dio, i quali sono chiamati secondo il suo disegno” (Rom 8:28)

 

 

  

 

 

 NOTE

(1) “Così, perché sei tiepido e non sei né freddo né fervente, io ti vomiterò dalla mia bocca. Tu dici: 'Sono ricco, mi sono arricchito e non ho bisogno di niente!' Tu non sai, invece, che sei infelice fra tutti, miserabile, povero, cieco e nudo. (Apocalisse 3:16-17)

 

 

 

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