|
A CHI DOBBIAMO CONFESSARCI? - 4-5-15 (20-2-21) dal DOSSIER PECCATO E CONFESSIONE – COME E PERCHE’ - di Renzo Ronca
«…. Quando i discepoli di Gesù gli chiesero: "Signore, insegnaci a pregare", Egli insegnò a loro di pregare direttamente al Padre chiedendo a Lui il perdono dei loro peccati: "Padre nostro che sei nei cieli, sia santificato il tuo nome; venga il tuo regno; sia fatta la tua volontà anche in terra com'è fatta nel cielo. Dacci oggi il nostro pane quotidiano e rimettici i nostri debiti come anche noi li abbiamo rimessi ai nostri debitori." Sappiamo che "rimettici i nostri debiti" qua significa "perdonaci i nostri peccati" perché nel Vangelo di Luca lo stesso versetto dice esplicitamente: "perdonaci i nostri peccati" (Matteo 6:9-12; Luca 11:1-4).
È chiaro
dunque, che dobbiamo confessarci direttamente a Dio. Così infatti faceva
la chiesa nei primi secoli. La dottrina della confessione fatta al prete fu
ammessa nella Chiesa Cattolica solo nel 1225, ma ancora prima di quella data, già
dei sacerdoti avevano iniziato ad ascoltare confessioni e, pur non dando
l'assoluzione, pregavano Dio di rimettere i peccati. Prima di tutto facciamo notare che queste parole non sono dirette agli apostoli, cioè ai dodici, ma ai discepoli, cioè a tutti i suoi seguaci. La prerogativa quindi di rimettere i peccati non è un privilegio riservato al clero, ma è estesa a tutti coloro che credono in Cristo come Signore e Salvatore. Inoltre, fatto molto importante per intendere il significato delle parole di Gesù, i discepoli, che avevano ricevuto personalmente questo ordine, non ascoltarono mai la confessione di alcuno, ma predicarono l'evangelo, dicendo che solo in Cristo Gesù è possibile ottenere la remissione dei peccati (Atti 2:37-38; 10:43 e molti altri passi). Il comportamento dei discepoli è una prova senza possibilità di contestazione che le parole di Gesù si riferivano alla potenza redentrice della predicazione dell'evangelo e non già ad una confessione al prete. Oltre ciò, l'evangelista Luca, narrando lo stesso episodio di Giovanni 20:21-23, dice: "... che nel suo nome (di Cristo) si predicherebbe ravvedimento e remissione dei peccati" (Luca 24:45-48). Questo non lascia adito ad alcun dubbio; Cristo non parlò mai di confessare i peccati ad un uomo.
Quanto detto
porta con sé un'inevitabile domanda: "Dobbiamo confessarci o no?" Sì, ogni
vero cristiano ha il dovere di confessare i propri peccati, ma questa
confessione non va fatta ad alcun uomo, in quanto solo Dio ha il potere di
rimettere i peccati. [parte di uno scritto di Marco De Vivo - Ed. Centro Biblico, Giugliano (Na) - tratto da apocalypsesoon.org - l'immagine e le evidenziazioni sono nostre]
Indice rifless. bibliche - Home
|
|