Bollettino libero cristiano evangelico  della "Piccola Iniziativa Cristiana" a cui tutti possono partecipare utile per la riflessione e lo studio biblico

 

Luca 9:28-36   -  “LA TRASFIGURAZIONE” - Che significato può avere oggi per noi questo evento?

di Stefania - 27-11-14-

 

 

 

28  Circa otto giorni dopo questi discorsi, Gesù prese con sé Pietro, Giovanni e Giacomo, e salì sul monte a pregare. 29  Mentre pregava, l'aspetto del suo volto fu mutato e la sua veste divenne di un candore sfolgorante. 30  Ed ecco, due uomini conversavano con lui: erano Mosè ed Elia, 31  i quali, apparsi in gloria, parlavano della sua dipartita che stava per compiersi in Gerusalemme. 32  Pietro e quelli che erano con lui erano oppressi dal sonno; e, quando si furono svegliati, videro la sua gloria e i due uomini che erano con lui. 33  Come questi si separavano da lui, Pietro disse a Gesù: «Maestro, è bene che stiamo qui; facciamo tre tende: una per te, una per Mosè e una per Elia». Egli non sapeva quello che diceva. 34  Mentre parlava così, venne una nuvola che li avvolse; e i discepoli temettero quando quelli entrarono nella nuvola. 35  E una voce venne dalla nuvola, dicendo: «Questi è mio Figlio, colui che io ho scelto: ascoltatelo». 36  Mentre la voce parlava, Gesù si trovò solo. Ed essi tacquero e in quei giorni non riferirono nulla a nessuno di quello che avevano visto.

 

 

Gesù ci ha insegnato che Lui è la porta e la via per arrivare al Padre, ci mostra anche come procedere e dove giungeremo seguendoLo. Dio che dice: «Questi è mio Figlio, colui che io ho scelto: ascoltatelo» ce lo attesta.

           

Gesù si appartava per pregare, non lo faceva in pubblico, questo ci dice che la preghiera è comunione con Dio, è una comunicazione intima che rifugge da ogni platealità.

Ma ci dice anche che la comunione con Dio va ricercata attivamente, appartandoci dal mondo.

Dio ci cerca e ci chiama, ma noi dobbiamo rispondere, incamminandoci metaforicamente su quel monte, ed è quanto facciamo ogni volta che intratteniamo un colloquio intimo e riservato con Lui, cercando di comprendere e fare la Sua volontà.

           

L'evento della trasfigurazione ha un significato che riguarda non soltanto Gesù, ma ognuno di noi. Nella lettera ai Corinzi leggiamo: “il corpo è seminato corruttibile e risuscita incorruttibile; è seminato ignobile e risuscita glorioso; è seminato debole e risuscita potente; è seminato corpo naturale e risuscita corpo spirituale” (Co 15:42-44). Comprendiamo che con le nostre spoglie mortali, con il nostro corpo di carne, non possiamo accostarci a Dio perché questo corpo è corrotto dal peccato. Le leggi di Mosé hanno attestato che per nostra natura siamo peccatori, che non riusciamo da soli a mantenerci santi. Ma i profeti, in questo passo rappresentati da Elia, avevano annunciato che Gesù ci avrebbe liberati dalla schiavitù del peccato. Gesù ci ha risollevati dalla nostra stessa natura e ci darà un giorno non lontano un corpo glorioso, come lo ebbe Lui sul monte della trasfigurazione.

 

Troviamo anche un altro importante collegamento nelle parole della lettera ai Tessalonicesi: “il Signore stesso, con un ordine, con voce d'arcangelo e con la tromba di Dio, scenderà dal cielo, e prima risusciteranno i morti in Cristo; poi noi viventi, che saremo rimasti, verremo rapiti insieme con loro, sulle nuvole, a incontrare il Signore nell'aria; e così saremo sempre con il Signore. Consolatevi dunque gli uni gli altri con queste parole” (Te 4: 16-18).  Come l'evento della trasfigurazione è stato per gli apostoli un momento di consolazione e di incoraggiamento, così può esserlo per noi. Dio sa che in questi corpi di carne siamo sottoposti al dolore a alla miseria del peccato, ma ci dice che non è a questo che siamo destinati, ci dice di credere in Suo Figlio e di seguirlo, per essere a nostra volta trasformati nel giorno del rapimento della Chiesa dalla terra. Sulle nuvole alla presenza di Dio, come Mosé ed Elia sul monte della trasfigurazione.

           

Un corpo glorificato è ciò che noi avremmo avuto se non ci fosse stato il peccato a contaminare il mondo, ed è quello che avremo se seguiremo la strada indicata con chiarezza da Dio, che è Gesù Cristo.

           

In Romani 12:1-2 leggiamo: “1 Vi esorto dunque, fratelli, per la misericordia di Dio, a presentare i vostri corpi in sacrificio vivente, santo, gradito a Dio; questo è il vostro culto spirituale. 2 Non conformatevi a questo mondo, ma siate trasformati mediante il rinnovamento della vostra mente, affinché conosciate per esperienza quale sia la volontà di Dio, la buona, gradita e perfetta volontà”. La trasfigurazione dentro di noi è un processo già in atto e Gesù, su quel monte per pregare, ci ha mostrato il punto di arrivo che sarà, come ha promesso, la trasformazione istantanea del corpo e la comunione con Dio.

           

Molti di noi stanno già salendo su quel monte e lasciano lungo il cammino cadere le spoglie di un io fatto di carne; altri sono indecisi e osservano quel monte da lontano, increduli, timorosi, e altri ancora nemmeno odono il richiamo che arriva dalla cima.

 

Una cosa è importante: seguire il Signore quando ci chiama a salire, ad elevarci a distaccarci dal quotidiano. In certi momenti di preghiera può esserci concessa una grazia speciale, quella di poter percepire sprazzi d’eternità.

 

Questo “anticipo” di eternità forse non lo capiremmo subito, come in quel momento non lo capì perfettamente Pietro, ma dentro di noi questo senso di pienezza e di benessere ci porterebbe comunque a desiderare di “costruire lì la nostra tenda”, cioè a desiderare di abitare lì, dove sta il nostro Signore Risorto attestato dal Padre perché per questo noi siamo nati.

 

 

 

Correlazioni

 

LA TRASFIGURAZIONE DI GESÚ (A.G.)

Gesù parlava con Mosè ed Elia .... (R.R.)

 

 

 

 

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