Bollettino libero cristiano evangelico  della "Piccola Iniziativa Cristiana" a cui tutti possono partecipare utile per la riflessione e lo studio biblico

 

LIBRO DELLE “LAMENTAZIONI”: PERCHE’?

 di Renzo Ronca - 15-1-14-h.18-(Livello 2 su 5)

 

…. «Guarda, o Eterno, la mia afflizione, perché il nemico si innalza». L'avversario ha steso la sua mano su tutti i tuoi tesori, perché ha visto le nazioni entrare nel suo santuario; quelle a cui tu avevi comandato di non entrare nella tua assemblea. Tutto il suo popolo sospira in cerca di pane; danno le loro cose più preziose in cambio di cibo per riprendere vita. «Guarda, o Eterno, e considera come sono diventata spregevole!» (Lam 1:9-11)

 

 

Il libro delle Lamentazioni è considerato il seguito di Geremia.

Il profeta  fa alcune “lamentazioni funebri” su Gerusalemme, simbolo del cuore dei credenti. Non sono lamenti fine a se stessi ma, come si fa nell’elaborazione del lutto, ripercorrendo il nostro vissuto  abbiamo la possibilità di capire e correggere il presente.  Il nostro vissuto esistenziale è la storia dell’uomo in rapporto a Dio, cioè i fatti narrati dalla Bibbia. Ripassando, ripercorrendo, elaborando questi fatti ed esaminando seriamente gli errori passati, capiamo che l’allontanamento dall’Eterno porta solo il dolore inconsolabile di chi è senza Dio e conduce quindi alla morte.

Il quinto capitolo delle lamentazioni è più una preghiera per i rimanenti; come a dire che in considerazione dell’amarezza delle disgrazie per aver perduto il favore e la protezione di Dio, alla fine, per alcuni ci può essere ancora speranza nel pentimento e nella preghiera.

Questo è appunto il nostro presente: capire che possiamo, dobbiamo, tornare all’Eterno prima che sia troppo tardi.

 

Riflettiamo allora sulle cause che portano il nostro nemico a vincere per poterle prevenire e combattere meglio.

"L'avversario ha steso la sua mano su tutti i tuoi tesori, perché ha visto le nazioni entrare nel suo santuario; quelle a cui tu avevi comandato di non entrare nella tua assemblea."

Il tesoro di un credente è la presenza viva di Dio che arde in continuazione dentro al suo cuore. Da questo tesoro egli sa trarre la sapienza e le benedizioni. La presenza di Dio in noi è la sorgente della vita e la luce che illumina la strada.

Vi è nel nostro cuore, lo sappiamo, come un tempio santo in cui si può accedere solo dopo esserci purificati e santificati (1).  Nello stesso tempio santo abbiamo visto che vi è ancora un altro luogo ancora più interno, dove solo il “Sommo sacerdote poteva entrare”. La riservatezza di questo luogo è tale che nessuna cosa impura poteva entrarci, perché davanti a Dio sarebbe impossibile qualcosa di estraneo a Dio, si distruggerebbe subito.

Il peccato dell’uomo è quello ereditato da Satana: l’allontanamento e l’impossibile autonomia da Dio. Cedendo al fascino di questa “autogestione” spirituale l’uomo prima sperimenta il brivido della libertà senza freni, ma poi ne paga il prezzo, quando esplorando la vita senza protezione e senza consiglio, finisce per ritrovarsi solo. Le cose vuote e perverse del mondo (estranee al santuario di Dio) sono entrare nel cuore dell’uomo e lo hanno corrotto contaminando la preziosità del rapporto anima-Dio.

C’era un legge, che non serviva a esaltare la grandezza di un dio megalomane, ma serviva a proteggere l’uomo dal male. In questa legge Dio era al primo posto; l'uomo e il mondo venivano dopo. La confusione e persino il sovvertimento di questo semplice accordo (cioè mettere l'uomo ed il mondo prima di Dio) ha causato la distruzione del luogo santo. E’ come se una donna adultera, facendo entrare in casa il suo amante, causasse l’ira del marito e venisse cacciata ed abbandonata a se stessa, sola, senza più nessuno.

Noi oggi pensiamo che si possa vivere benissimo senza Dio. Non solo, ma all’occorrenza se proprio qualche uomo nostalgico deve pregare qualche dio, abbiamo inventato tantissimi dèi, scelti e costruiti su misura per il suo bisogno. Non solo, ma persino quando si parla del Dio di Abramo ed modifichiamo, corrompiamo, usiamo la Sua Parola della Bibbia e la presentiamo violentata. Ci siamo permessi addirittura di interpretare la Bibbia immettendo idoli stranieri e facendoli passare per volontà di Dio (per esempio dire di pregare il Dio della Bibbia e poi rimettere se stessi e il mondo nelle mani di una donna morta idealizzata, è un abominio davanti all’Eterno. Lo è oggi come lo era allora. Dio non cambia col cambiare dei tempi)

Questo fa l’avversario, Satana, quando noi abbiamo perso chi ci protegge: entra nel nostro cuore (che era un tempio, una roccaforte inespugnabile) ne prende possesso e ci si accomoda, facendosi passare lui per un dio. Di fatto diviene il nostro dio perché più o meno consapevolmente noi lo adoriamo (pensate a cosa non si farebbe per il successo, il denaro, il potere).

La causa principale di questo potere dell’ingannatore non è nell’ingannatore, ma in un errore nostro che abbiamo speso evidenziato: esserci allontanati da Dio. E' come accade con certi politici corrotti immorali ed incapaci che a volte ci governano: la colpa dello sfascio del paese non è tanto nel governante corrotto, quanto nella superficialità della gente che lo ha eletto, che fa entrare chiunque a governare senza controllare chi è.

Noi allora dobbiamo vigilare bene su ciò che entra nel luogo più santo che abbiamo. E se abbiamo sbagliato, ancora possiamo correggerci riconoscendo il nostro errore e chiamando Dio ad avere ancora amore per noi. E’ ancora possibile restaurare il nostro tempio santo, cioè la mente ed il cuore se torniamo sinceramente a Dio.

 

 

NOTE

(1)Per uno studio approfondito vedi  il nostro   IL PERCORSO DELL’UOMO NEL SANTUARIO DI MOSÈ COME IL CAMMINO DELLA NOSTRA VITA (PDF)

 

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