Bollettino libero cristiano evangelico  della "Piccola Iniziativa Cristiana" a cui tutti possono partecipare utile per la riflessione e lo studio biblico

 

 

ATEI "BUONI" E POSSIBILISTI - ACCOGLIERLI SE VOGLIONO ENTRARE E LASCIAR FARE A DIO

di Renzo Ronca - 3-10-14 - h.11,30-(Livello 2 su 5)

 

 

 

 

Infatti è parso bene allo Spirito Santo e a noi di non imporvi altro peso all'infuori di queste cose, che sono necessarie (Atti 15:28)  

 In Atti 15 gli apostoli si trovarono ad affrontare per la prima volta una importante questione: a quelli che arrivavano alla fede dal paganesimo si doveva imporre TUTTA la legge (circoncisione) oppure solo una parte? Anche oggi in molte chiese c’è la tendenza a livellare i comportamenti indipendentemente dall’origine dei nuovi arrivi. La riflessione sul concetto di salvezza per grazia (dunque di gradimento “gratuito” da parte di Dio) e non per opere (di gradimento in base all’osservanza delle leggi) fu determinante; e lo Spirito Santo indicò la strada giusta da seguire. Anche oggi dovremmo valutare bene cosa imponiamo, cosa mettiamo sul collo dei nuovi credenti. Probabilmente prima di omologare i doveri sulla base delle nostre rigide regole, dovremmo pregare Dio affinché ammorbidisca i nostri cuori, al fine di saper accettare chiunque Lui ha già accettato.

Approfondiamo con esempi spingendoci anche verso un tipo di ateismo particolare dovuto alla non conoscenza di Dio: nelle nostre chiese siamo tutti abituati a sentire testimonianze del tipo: “Ero un drogato poi mi sono convertito ed ora sono guarito”; oppure “Ero una persona adultera che bestemmiava e rubava poi il Signore mi ha convertito ed ora non pecco più” e così via. Però capita alle volte di incontrare brave persone che non hanno conosciuto direttamente il Signore, ma che sono veramente buone nel carattere, nelle azioni, nei comportamenti. Hanno cioè una condotta che noi definiremmo senza peccato apparente, come se fosse prodotta dalla grazia. Queste persone non sono affatto contro Dio, è solo che sentendo sempre parlare di “conversione dal peccato”, ci guardano educatamente con aria interrogativa senza capire bene. E’ come se dicessero: ”fedeltà, onestà, amore per il prossimo, rispetto, integrità morale ecc sono anche valori che io ho dentro al mio cuore e pratico da sempre; da cosa devo convertirmi, cioè ‘invertire la direzione’ e pentirmi?” La loro non è una domanda polemica ma è un sincero desiderio di capire. Ed in effetti se noi andiamo a cercare in loro un modo di fare che si possa intendere come trasgressione e “peccato” non lo troviamo. Dunque dobbiamo riflettere bene prima di imporgli un battesimo, un cristianesimo legalista con delle regole che potrebbero continuare a non capire.

Ne parlavo con mia moglie l’altro giorno e come dice lei, il problema non è tanto di conversione in senso classico (cioè smettere di fare il peccato) quanto invece di consapevolezza, di conoscenza di Dio come Persona.

A volte il Signore ci manda anime che lui già gradisce e in cui lo Spirito Santo già manifesta il sano comportamento. Non è dunque il comportamento la cosa su cui devono convertirsi. Come comportarci allora?

Accogliere queste persone. Accogliamole perché Dio potrebbe già averle accettate. Accogliamole e visto che non sono contro, lasciamole partecipare, se vogliono, al nostro modo di vivere cristiano anche se apparentemente lo fanno in maniera non “omologata” (Luca 9:50)

Il Signore ha pagato anche per loro. Forse per il loro vissuto particolare (dove magari il concetto di “chiesa” era stato presentato in maniera politicamente ostile e colpevole) non riuscirebbero ad accettare subito la nostra comunità di fede. Forse stando relativamente bene nella loro coscienza non immaginano un Dio che si avvicini e si riveli e pensano di non averne bisogno. Ma se il loro terreno è fertile e non gravato da preconcetti estremi anche politici, penso che vedendoci come siamo, un poco alla volta potrebbero aprirsi alle possibilità di una preghiera. Noi comunque cominciamo col non giudicare, ma con l’accogliere; poi lasciamo fare a Dio.

Preghiamo per queste persone. Ricordiamole nelle nostre preghiere. Dio opera spesso anche per mezzo nostro e queste preghiere di “intercessione” sono gradite a Dio perché costituiscono la sostanza di Cristo. Egli potrebbe aver preparato un posto per loro, accanto a noi.

 

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