Bollettino libero cristiano evangelico  della "Piccola Iniziativa Cristiana" a cui tutti possono partecipare utile per la riflessione e lo studio biblico

 

MALAFEDE DELLA SCIENZA UFFICIALE -  IL "GIORNO MANCANTE"

 

di M. V. 22-7-13-h.15,45 - (Livello 1 su 5)

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Giosuè 10:12-13

12 Allora Giosuè parlò al SIGNORE, il giorno che il SIGNORE diede gli Amorei in mano ai figli d'Israele, e disse in presenza d'Israele: «Sole, fermati su Gabaon, e tu, luna, sulla valle d'Aialon!» 13 E il sole si fermò, e la luna rimase al suo posto, finché la nazione si fu vendicata dei suoi nemici. Questo non sta forse scritto nel libro del Giusto? E il sole si fermò in mezzo al cielo e non si affrettò a tramontare per quasi un giorno intero

 

2Re 20:10

10 Ezechia rispose: «È facile che l'ombra s'allunghi per dieci gradini. No! L'ombra retroceda piuttosto di dieci gradini!» 11 Il profeta Isaia invocò il SIGNORE, il quale fece retrocedere l'ombra di dieci gradini sui gradini di Acaz, sui quali era discesa.

 

 

Sono un ingegnere, capisco un poco di scienza, e da tempo ho la convinzione che la scienza ufficiale, quella che viene divulgata dai media  e insegnata nelle scuole ai nostri figli,  ha uno scopo primario nascosto, ma imperativo, totalizzante, per il quale è disposta a  mettere in luce e promuovere teorie imbarazzanti per la ragione umana, e nascondere verità assolute che permetterebbero di spiegare cose che oggi spaccia per misteri:

 

negare l’esistenza di Dio.

 

 

La scienza ufficiale è letteralmente terrorizzata da Dio, lo teme come la neve teme il sole che la fa sciogliere. Che Satana c’entri qualcosa in tutto questo?

 

Harold Hill era uno scienziato che lavorò come consulente nel programma spaziale per la NASA. Racconta quanto segue.

Se avrete la pazienza di leggere l’intero racconto capirete il perché ai nostri figli insegnano a scuola che l’uomo è l’evoluzione della scimmia e come l’universo si sia formato per puro caso.

 

 

Gli inizi risalgono a molto prima degli anni ’60, quando la NASA incominciò ad eseguire le direttive del presidente riguardanti lo sbarco dell’uomo sulla luna. Il programma prese il via al centro spaziale di Goddard, a Greenbelt nel Maryland, non lontano da casa mia. Fin dall’inizio vi fui coinvolto per delle disposizioni contrattuali che riguardavano la mia azienda.
Nel corso degli anni, durante tutta la serie di missioni spaziali Mercuri/Gemini avevo visitato la stazione di controllo in Bermuda per motivi di consulenza. Il mio taccuino incominciò a riempirsi di molti dati interessanti che citavo frequentemente quando parlavo a gruppi liceali ed universitari sul mio argomento preferito: “Scienza, filosofia, evoluzione e Bibbia”.


Qualcosa che raccontavo spesso aveva a che fare con le preparazioni statistiche preliminari per il viaggio sulla luna. Gli scienziati stavano controllando la posizione del sole, della luna e dei pianeti, calcolando dove si sarebbero trovati fra cento o mille anni. Stavano inoltre esaminando le traiettorie di asteroidi e meteoriti noti, in modo da non mandare in orbita astronauti e satelliti solo per farli scontrare con qualcosa. Le orbite dei satelliti devono essere definite in funzione degli altri corpi celesti, in modo che l’intera impresa non diventi una collisione frontale nel traffico spaziale.
Bene, mentre facevano svolgere le misurazioni nel corso dei secoli agli elaboratori elettronici, si giunse ad un arresto. L’elaboratore si fermò e si accese la spia rossa, il che significava che c’era qualcosa di errato nelle informazioni date all’elaboratore o nei risultati. Chiamarono il dipartimento di servizio per controllarlo.
“Nessun guasto all’elaboratore”, dissero ai tecnici. “Funziona perfettamente. Perché pensate che vi sia qualcosa con non va?”
“Bé, l’elaboratore indica che da qualche parte, nei secoli passati, c’è un giorno mancante,” dissero gli operatori. Ricontrollarono tutti i dati, ricorse al loro I.I.I. (Idiota Integrale Istruito, inteso come la mente umana, carnale, materialista) ma non vi fu né risposta né spiegazione logica.
Erano sorpresi.
Allora uno della squadra, un tipo religioso, disse: “Sapete, una volta, alla scuola domenicale, parlarono del giorno in cui il sole si fermò”. Tutti gli risero dietro, perché nessuno gli credeva. Ma non avevano altro da tentare, così lo pregarono di spiegare ciò di cui stava parlando. Egli prese una Bibbia e la apri al libro di Giosuè, al brano che racconta come Giosuè fu chiamato a combattere contro i re degli Amorei, un formidabile schieramento di nemici. Nel racconto trovarono un’affermazione abbastanza ridicola per chiunque abbia un minimo di buon senso. Lessero che il Signore disse a Giosuè: “Non li temere, perché Io li ho dati i potere tuo; nessuno di loro potrà strati a fronte.” La Bibbia proseguiva raccontando come il Signore avesse ucciso i nemici di Giosuè con un grande massacro ed essi avessero cominciò a fuggire dinnanzi a Israele. E il Signore lanciò grandi pietre dal cielo e morirono più nemici per la pioggia di pietre che uccisi dalla truppe di Giosuè. Ma erano rimasti alcuni nemici e Giosuè pregò affinché il sole e la luna si arrestassero fino a che gli israeliti non avessero finito di vendicarsi.


“E il sole si fermò in mezzo al cielo e non si affrettò a tramontare per quasi un giorno intero.”


“Ecco qui”, disse lo scienziati cristiano. “Questo è il vostro giorno mancante. Controllate.”
Bene, controllarono gli elaboratori, retrocedettero fino al tempo in cui Giosuè sconfisse i re e scoprirono che la spiegazione era vicina alla verità, ma non abbastanza. Nella storia di Giosuè il sole si era fermato solo per ventitre ore e venti minuti, non una giornata intera. Vi era ancora da chiarire una discrepanza di quaranta minuti. Consultarono nuovamente la Bibbia e scoprirono che essa non diceva che il sole era rimasto fermo un giorno intero, ma solo per “quasi un giorno intero”.

Così erano ancora nei pasticci. Quaranta minuti diventarono estremamente importanti se moltiplicati più volte nelle varie orbite. Quindi lo scienziato religioso ricordò qualcos’altro nella Bibbia e cioè che il sole era tornato indietro. Naturalmente gli altri scienziati gli dissero che era uscito di senno, ma di nuovo non avevano altra soluzione al dilemma, così ripresero la Bibbia e lessero in 2° Re, al capitolo 20, come Ezechia fosse stato visitato sul suo letto di morte dal profeta Isaia. Costui gli aveva detto che non sarebbe morto, ma che Dio lo avrebbe guarito e che entro tre giorni sarebbe stato abbastanza bene da recarsi al tempio. Oltre a ciò, Dio gli promise altri quindici anni di vita sulla terra. Erano notizie talmente buone che Ezechia non riusciva a crederci! Chiese un segno come prova che la Parola di Dio era verace.
“Vuoi che il sole avanzi di dieci gradi?” gli chiese Isaia.
“No,” rispose Ezechia. “E’ troppo facile per il sole avanzare di dieci gradi. Lo fa continuamente: va avanti tutto il giorno. Voglio invece che l’ombra indietreggi di dieci gradi. Questa sarebbe una novità, e allora vi potrei credere.”
E così Isaia parlò con il Signore e il Signore riportò indietro l’ombra di dieci gradi. Dieci gradi sono esattamente quaranta minuti!


Ventitrè ore e venti minuti nella storia di Giosuè; quaranta minuti nella storia di Ezechia: ecco le ventiquattro ore, il giorno mancante del quale gli scienziati dovevano tener conto nei loro calcoli.
 
(Tratto dal libro: "Figli di Re", di Harold Hill)

 

 

 

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