Bollettino libero cristiano evangelico  della "Piccola Iniziativa Cristiana" a cui tutti possono partecipare utile per la riflessione e lo studio biblico

 

 

GALLERIA DESERTA.....  PER FEDE?

Un'esperienza con riflessioni

di Renzo Ronca - 14-1-13-h.15,30 - (Livello 1 su 5)

 

 

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Mentre andavo in bici per  la campagna invernale e seguivo in una strada abbandonata,  mi sono trovato davanti ad una galleria buia. Sembrava  lunga ma non si vedeva la fine. Poteva esserci una curva che poi sbucava da qualche parte, oppure poteva esserci un crollo che ostruiva la galleria o forse l’uscita era stata murata. Potevano anche esserci animali randagi… 

Decisi comunque di entrare. Andavo piano, cercando di far molto rumore, fischiando come per chiamare un cane, in modo –se ci fosse stato-  da non impaurirlo all’improvviso;  sulla canna della bici avevo un bastone pronto. Dopo una decina di metri quasi non vedevo più nulla. Non si vedeva nessun chiarore. Si intravedeva nella strada una lunga curvatura. Il terreno sembrava in buono stato sotto le ruote e proseguii. Il buio era quasi completo. Ci voleva del coraggio e oggi dico anche incoscienza; poteva esserci uno sprofondo improvviso… Mi fermai incerto, pronto a tornare indietro, ma proseguii ancora piano piano con poca forza sui pedali. Si sentiva solo il rumore dei copertoni della bici sul terreno. L’aria era fredda sulle guance. E’ stato un momento difficile. Il desiderio di sapere, di esplorare, di conoscere mi spingeva avanti nonostante l’evidente pericolo, ma la ragione mi spingeva dietro. Ero quasi arrivato al mio limite, “ancora qualche metro e poi torno” pensai… poi ecco, sulla parete c’era una specie di fioca luce. Allora forse la galleria sbucava dall’altra parte! Infatti dopo poco vidi l’uscita: un piccolo arco luminoso in mezzo al buio. Pensavo che tutto fosse passato e proseguii. Ma seppure vedevo la luce in fondo, non vedevo il terreno: un contrasto estremo che invece di far diminuire la paura sembrava averla acutizzata. Prima non vedevo nulla ovunque ed era abbastanza logico, la paura era in un insieme indistinto che mi circondava; non sapevo da cosa guardarmi; ora che vedevo una uscita lontana e che le ruote giravano, il non sapere su cosa stavano girando mi procurava una paura diversa finalizzata, che non mi aspettavo. Potevano esserci sassi, buche.. sentivo che mi spostavo verso la luce perché avvertivo il vento sul viso e l’arco in fondo si ingrandiva, però era come se stessi scivolando sopra la notte… L’incertezza del contatto col terreno diventava preoccupazione crescente ed ansia. Finalmente però un leggero chiarore si diffuse sulle pareti e sulla strada, sotto le ruote. La strada sotto la galleria era buona. All’origine doveva essere stata cementata in previsione di una ferrovia mai costruita, ora c’era qualche crepa, dei sassi qua e là ma nell’insieme era più che transitabile.

 

 

 

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Sto pensando al viaggio dell’uomo verso la luce di Dio facendo una rassomiglianza con questa esperienza….

All’inizio forse ti trovi davanti ad una possibilità, una galleria mai vista di una strada sconosciuta di cui non sai niente. Sei solo davanti a questo mistero. Puoi cercare di sapere oppure puoi tornare indietro. Nessuno ti vede, se torni indietro nessuno saprà mai ciò che hai provato se è paura, vigliaccheria o buonsenso. Ma c’è dentro, in fondo al cuore, nel tuo profondo, un desiderio misterioso di sapere, che non puoi soffocare.  Se torni indietro ti darà mai pace? Prima o poi ti farai delle domande: cosa c’era dentro? Se fossi entrato sarebbe stato peggio o meglio? Avrei trovato delle risposte oppure no? Il cammino verso Dio è un po’ così. Se prosegui è una galleria buia, una fede indefinita che non ti spieghi, che va contro la logica e la sicurezza..  E se decidi di proseguire le prove aumenteranno, come le paure. Sarà sempre di più una guerra tra fede irrazionale in un qualcosa che nemmeno sai, e dall’altra parte la tua razionalità. Questo raziocinio basato sulla concretezza che, come un guardiano della tua stabilità, ce la metterà tutta per farti restare indietro e farti accontentare solo di ciò che puoi vedere e toccare.

Continuare a cercare Dio nella fede è continuare senza vedere il terreno sotto i piedi… è il rischio di precipitare nel vuoto… è incontrare le tue paure, i tuoi fantasmi, perdere ogni punto di riferimento. Trovare orientamento senza prove, come in un notte senza stelle.

Sei solo nel tuo cammino. Nessun aiuto se non un desiderio di luce che riesce forse a superare di un soffio il desiderio di restare indietro. Indietro c’è il “conosciuto” che può darti sicurezza; davanti c’è l’incertezza di una possibilità incosciente, ma anche attraente. Lasciare il certo per l’incerto. Seguire un sogno nostalgico inspiegabile o tornare ad accontentarsi nell’acquisito di tutti i giorni.

 

Alla fine io credo che ci sia in noi qualcosa che anela alla ricerca, insopprimibile, che dovremo trovare il coraggio di seguire….  Nell’uomo forse si manifesta con le caratteristiche dell’esploratore temerario imprudente, ma forse questo si può chiamare anche “desiderio di Dio”. Una necessità dell’anima di trovare riempimento. E lo trova, gradatamente, passo dopo passo. Ma appena trovato non le basta e vuole continuare fino alla luce piena.

 

Fuori dalla galleria in pieno giorno c’era un sentiero pieno di breccia tagliente…  si era fatto tardi, non era fisicamente alla mia portata e tornai indietro, ma so che ci tornerò.

Appena mi sentirò più forte proseguirò per quella strada.

 

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