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TABERNACOLO - ORO E ARGENTO: FEDE E REDENZIONE Santuario 12 - di Renzo Ronca - 25-5-12
(segue) Ecco allora che l’uomo, salvato e battezzato, diventato sacerdote (=reso sacro) decide entrare nel tabernacolo per proseguire il suo cammino verso Dio che lo chiama. Questo uomo “nato di nuovo” mette in pratica quanto ha deciso: egli rinuncia alle false luci del mondo per ricercare solo la luce di Dio. Questo concetto si vedeva in maniera reale perché all’interno del tabernacolo non entrava luce esterna e il “luogo santo” era illuminato solo dalla luce dal candelabro che diffondeva i suoi bagliori sulle pareti d’oro. Doveva essere uno spettacolo meraviglioso. Fuori una casetta coperta di pelli oscure e dentro uno splendore caldo che avvolgeva pareti ed oggetti d’oro! Ma prima di spiegare la simbologia degli oggetti, vediamo bene la struttura del tabernacolo:
fig. 24
fig. 25 fig. 26
Le assi erano di legno di Sittim, legno d’acacia, che come abbiamo visto era legno leggero ma resistente, difficile da attaccare per insetti e tarme. Il legno era materiale vivo, che richiama gli alberi che crescono, che si può lavorare bene, dargli una forma adatta… è come la nostra umanità, il nostro corpo. Fig.27 Il legno veniva poi rivestito di lamine d’oro, simbolo della fede raffinata. Tutto era rivestito d’oro all’interno del tabernacolo, infatti “senza fede è impossibile piacergli; poiché chi si accosta a Dio deve credere che egli è, e che ricompensa tutti quelli che lo cercano” (Ebrei 11:6). La fede di chi si accosta a Dio è preziosa come l’oro ma raffinata nel crogiolo, nel fuoco della prova (1 Pt 1:6-7). L’oro è anche simbolo della gloria di Dio.
Le assi del tabernacolo poggiavano sui basi d’argento. L’argento è simbolo della redenzione, di riscatto. (1) Noi cristiani, come le assi del tabernacolo, poggiamo sulla redenzione per i meriti di Cristo. (2) Come le tavole verticali del tabernacolo, la nostra natura carnale si è rivestita dell’oro prezioso della fede e poggia sul riscatto ottenuto dal sacrificio del Cristo.
(continua)
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NOTE (1)”Allora uno dei dodici, che si chiamava Giuda Iscariota, andò dai capi dei sacerdoti, e disse loro: «Che cosa siete disposti a darmi, se io ve lo consegno?» Ed essi gli fissarono trenta sicli d'argento” (Matteo 26:14-15); il prezzo del riscatto di un uomo nel VT: “Io dissi loro: «Se vi sembra giusto, datemi il mio salario; se no, lasciate stare». Ed essi mi pesarono il mio salario: trenta sicli d'argento”. (Zacc 11:12); Giuseppe fu venduto dai fratelli: “Come quei mercanti madianiti passavano, essi tirarono su Giuseppe, lo fecero salire dalla cisterna, e lo vendettero per venti sicli d'argento a quegl'Ismaeliti. Questi condussero Giuseppe in Egitto” (Gen 37:28). Gesù ci riscatterà come una sposa: “se si tratta di una donna, la tua stima sarà di trenta sicli” (Lev. 27:4). (2) “Ed è grazie a lui che voi siete in Cristo Gesù, che da Dio è stato fatto per noi sapienza, giustizia, santificazione e redenzione” (1 Cor 1:30); “In lui abbiamo la redenzione mediante il suo sangue, il perdono dei peccati secondo le ricchezze della sua grazia” (Efes 1:7) FONTI: Imm 24,25,26 da “thestudiesinthescriptures.com”; imm 27 da "Il tabern. tipico"; Lliberi spunti scritti da “Il sant. sinaitico”.
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