Bollettino libero cristiano evangelico  dell'Associazione ONLUS  "Piccola Iniziativa Cristiana" a cui tutti possono partecipare utile per la riflessione e lo studio biblico

 

ENTRANDO NEL CORTILE

imposizione di una mano  o due mani: significati molto diversi – (SANTUARIO 5)

 

Fig.13*

 

 

 

 

 

 

(segue)

Davanti all’ingresso del cortile il sacerdote incontra il credente peccatore, che porta un animale da sacrificare; il sacerdote controlla attentamente l’animale scelto, accertandosi che sia secondo le prescrizioni, cioè sano e privo di ogni più piccolo difetto.

Gesù che si è offerto per noi era privo di peccato, perfetto davanti al Padre.

Poi il sacerdote conduce il credente e l’animale all’interno del cortile, nella parte settentrionale.

 

E’ a questo punto che il peccatore ponendo la mano sull’animale confessa a Dio il suo peccato in questi termini:

«Pietà, Signore, io sono colpevole di peccato, di delitto, di disubbidienza, di tale o tale altro sbaglio; ma io mi pento. Che questa vittima mi serva di espiazione». (1)

 

Il peccatore dunque chiede perdono a Dio e ponendo la mano sula testa della vittima senza peccato, offerta come ringraziamento, si identifica con essa.

 

Questo concetto di  identificazione è da capire bene:

 

“Il rito delle imposizioni delle mani aveva in Israele un differente significato a seconda che si imponeva una o entrambe le mani.

a)  l'imposizione di una mano esprimeva l'identificazione dell'of­ferente con la vittima nel rito sacrificale;

b)  chi imponeva entrambe le mani trasferiva qualche cosa su coloro ai quali le mani venivano imposte.

Non si deve quindi confondere identificazione con sostituzione.” (1)

 

Il peccatore (nell’esempio di cui stiamo parlando) compie un rito sacrificale e questo è svolto con l’imposizione di una sola mano (Lv 1:4; 3:2; 4:4,15,24,29).  Egli si identifica con la vittima in modo puramente psicologico e personale. Non sta trasferendo il suo peccato sulla vittima, ma dopo aver chiesto perdono, si identifica con la vittima perché essa è pura e senza peccato ed offre a Dio questa purezza.

 

L’imposizione delle due mani su un animale invece, avveniva una volta l’anno, quando il Sommo Sacerdote trasferiva i peccati di tutto il popolo su un “capro espiatorio”. Questo capro ricevendo i peccati del popolo accumulati durante l’anno, non era più da considerarsi puro (infatti non entrava nel santuario ma rimaneva fuori) e come tale non aveva il diritto di essere offerto a Dio. I peccati in questo caso erano trasferiti sul capro; questo rappresentava l’Avversario, Satana, e veniva abbandonato nel deserto. Questo rito annuale prefigurava la fine dei tempi, quando Satana sarà distrutto per sempre.

 

Il sacrificio espiatorio invece, l’olocausto, presentava una vittima pura quando entrava e pura quando veniva offerta. In essa non entrava mai il peccato. Questa offerta prefigurava l'offerta di Gesù per noi.

 (continua)

 

 

 

 

 

Note

(1)Da:  “IL LIBRO DI LEVITICO” di A. Pellegrini

*) Nella nostra documentazione di scritti ed immagini sulla rete ci siamo avvalsi di parecchie fonti riportate nella bibliografia finale  del nostro studio, all'ultima pagina. Tuttavia se qualche immagine è stata presa rapidamente senza riferimenti ce ne scusiamo e se ci fosse qlc copyright che ci è sfuggito, basta una comunicazione e la togliamo subito.

 

 

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