Bollettino libero cristiano evangelico  dell'Associazione ONLUS  "Piccola Iniziativa Cristiana" a cui tutti possono partecipare utile per la riflessione e lo studio biblico

 

LO SPIRITO SANTO “CONSOLATORE”

 

Da uno studio della Chiesa Cristiana Apostolica  (con nostre aggiunte esplicative)

 n.4 -  9-9-11

 

 

 

 

 

 

“Consolare” significa portare conforto, dare sollievo morale, alleggerire il dolore, dire parole buone per risollevare gli afflitti, ecc.

 

“Consolatore” è il titolo dato allo Spirito Santo nei capitoli da 14 a 17 in Giovanni che vi invitiamo a leggere. Uno sguardo allo sfondo di questi capitoli rivelerà meglio il significato del dono dello Spirito Santo.

 

I discepoli avevano consumato l’ultimo loro pasto con il Maestro; il loro cuore era triste al pensiero della Sua dipartita e si sentivano oppressi da un senso di debolezza e di insufficienza. “Chi ci aiuterà quando Egli se ne sarà andato ? Chi ci ammaestrerà e ci guiderà? Chi ci starà a fianco mentre predicheremo ed ammaestreremo ? Come potremo affrontare questo mondo ostile ?” Gesù quieta questi timori non palesati con la promessa : “Ed io pregherò il Padre, ed Egli vi darà un altro Consolatore, perché stia con voi in perpetuo” (Giov. 14:16).

 

“Non è facile nelle nostre lingue moderne esprimere la differenza che il Nuovo Testamento fa sempre con molta cura fra "peto", e "rogo". Il verbo "pregare" si usa per tradurre entrambi; ma il primo è molto più umile del secondo, ed è sempre usato per esprimere la domanda di un inferiore al suo superiore, di un mendicante a colui che gli fa la limosina; mentre il secondo suppone uguaglianza, o almeno familiarità, fra chi fa la domanda e, chi la riceve, dimodoché la richiesta non va scompagnata da un certo diritto ad ottenerne l'esaudimento. Importa notare, a questo proposito, che il Signore parlando di sé medesimo, non si serve mai di "petere", ma usa “rogare”, “ed io pregherò il Padre” in originale: “Et Ego rogabo Patrem”) come si vede anche da Giovanni 16:23,26; 17:9,15,20. […] Notiamo che qs versetto si raccomanda alla nostra attenzione per la prova che in modo indiretto ci fornisce della dottrina della Trinità, ciascuna delle persone divine essendo qui nominate: il Figlio come colui che domanda, il Padre come colui che accorda, lo Spirito come colui che conforta. Il Paracleto adunque è una persona, non meno che il Padre ed il Figliuolo”[1].

 

La parola Consolatore (Paracletos in greco) ha il seguente significato letterale : persona chiamata al fianco di un’altra allo scopo di aiutarla in tutti i modi, particolarmente nei procedimenti legali. Negli antichi tribunali si usava che le parti si presentassero ai processi assistiti da uno, o più di uno, dai loro amici influenti, che venivano chiamati in greco “paracletes” e in latino “advocati”.

 

Questi davano ai loro amici – non per denaro o ricompense, ma per amore– l’appoggio della loro presenza personale e l’aiuto del loro saggio consiglio; li consigliavano intorno a ciò che dovevano fare o dire, parlavano per loro, agivano per conto loro, facevano della loro causa la propria causa, stavano al loro fianco nel giudizio, nelle difficoltà e nei pericoli della situazione.

 

Questa era la relazione che il Signor Gesù aveva instaurato con i Suoi discepoli durante il Suo ministerio terreno e, naturalmente, essi erano addolorati al pensiero della Sua dipartita. Egli li confortò con la promessa di un altro Consolatore, che sarebbe stato loro difensore, aiuto e maestro durante la Sua assenza.

 

Gesù “Paracleto-Avvocato” ci difende dall’accusatore

Zaccaria 3:1-5 - 1 Mi fece vedere il sommo sacerdote Giosuè, che stava davanti all'angelo del SIGNORE, e Satana che stava alla sua destra per accusarlo. 2 Il SIGNORE disse a Satana: «Ti sgridi il SIGNORE, Satana! Ti sgridi il SIGNORE che ha scelto Gerusalemme! Non è forse costui un tizzone strappato dal fuoco?» 3 Giosuè era vestito di vesti sudicie, e stava davanti all'angelo. 4 L'angelo disse a quelli che gli stavano davanti: «Levategli di dosso le vesti sudicie!» Poi disse a Giosuè: «Guarda, io ti ho tolto di dosso la tua iniquità e ti ho rivestito di abiti magnifici». 5 Allora io dissi: «Gli sia messo sul capo un turbante pulito!» Quelli gli posero sul capo un turbante pulito e gli misero delle vesti; l'angelo del SIGNORE era presente.

19 Ma quando vi metteranno nelle loro mani, non preoccupatevi di come parlerete o di quello che dovrete dire; perché in quel momento stesso vi sarà dato ciò che dovrete dire. 20 Poiché non siete voi che parlate, ma è lo Spirito del Padre vostro che parla in voi. (Matteo 10:19-20)

"Figlioletti miei, vi scrivo queste cose affinché non pecchiate; e se pure qualcuno ha peccato, abbiamo un avvocato presso il Padre: Gesù Cristo il giusto" (I Giovanni 2:1).

Cosa deve fare il credente? Giovanni indica la via e dice: "noi abbiamo un avvocato [paracleto, advocatus] presso il Padre, cioè Gesù Cristo il giusto". Il termine "paracleto" qui applicato a Gesù è lo stesso che, nel Vangelo di Giovanni, è applicato allo Spirito Santo. In Giovanni 14:16 si legge: "Io pregherò il Padre ed Egli vi darà, un altro Consolatore [Paracleto]"; Gesù è il nostro paracleto. La sua partenza era vantaggiosa per noi, perché significò l'arrivo di ci avrebbe donato un altro Consolatore (Paracleto) cioè lo Spirito Santo che lo avrebbe sostituito. Da quando siamo stati riconciliati con Dio, abbiamo un Avvocato alla destra del Padre che ci assiste per difenderci, per confortarci, per intercedere in nostro favore; ma ciò significa anche che in qualsiasi circostanza Egli ci consiglia, ci guida, c'insegna e ci conforta.

 

Il compito di Gesù presso il Padre è d'intercedere per noi, inoltre Gesù fa valere, a beneficio dei suoi, il suo sacrificio espiatorio. L'Epistola agli Ebrei, mette in evidenza l'opera di Cristo quale Sommo Sacerdote del Suo popolo e dice "Cristo infatti non è entrato in un santuario fatto da mani d'uomo, figura delle cose vere, ma nel cielo stesso per comparire ora davanti alla presenza di Dio per noi" (Ebrei 9:24) inoltre in Ebrei 7:25 dice: "per cui egli può anche salvare appieno coloro che per mezzo suo si accostano a Dio, vivendo egli sempre per intercedere per loro". Paolo afferma trionfante: "Chi sarà quel che li condanni? Cristo Gesù è quel ch'è morto; e, più che questo, è risuscitato; ed è alla destra di Dio; ed anche intercede per noi" (Romani 8:34). Per cui decade ogni discorso teologico secondo cui vi siano altri che possono pregare per noi nel cielo, alla presenza del Padre, quali Maria, la madre di Gesù o qualunque santo o beato appartenente al "Pantheon" del mondo religioso.

 

“Ed io pregherò il Padre, ed Egli vi darà un altro Consolatore, perché stia con voi in perpetuo” (Giov. 14:16).

 

Lo Spirito Santo fu chiamato “un altro” Consolatore perché invisibilmente sarebbe stato per i discepoli ciò che Gesù era stato visibilmente.

 

La parola “un altro” distingue lo Spirito Santo da Gesù, ma nel contempo Lo mette sullo stesso piano.

 

Gesù manda lo Spirito, ma Egli stesso viene spiritualmente ai discepoli attraverso lo Spirito; lo Spirito Santo rende possibile la continua e reale presenza di Cristo nella Chiesa.

 

E’ Lui che permette alla persona di Cristo di abitare in loro, cosicché essi acquisiscono il diritto di dire con Paolo : “Cristo vive in me”. E’ quindi la vita di Cristo, la natura di Cristo, i sentimenti di Cristo, le virtù di Cristo, che lo Spirito comunica ai credenti; Egli li plasma secondo l’immagine di Cristo e secondo il modello che Egli ci ha lasciato. Senza Cristo lo Spirito non ha nulla da produrre nel cuore del credente.

 

"Importa notare inoltre che Cristo medesimo ci vien presentato come il nostro Paracleto, ossia il nostro aiuto ed il nostro avvocato 1Giovanni 2:1, dimodoché quando egli promette ai suoi discepoli un altro Paracleto è evidente che questi doveva prendere il posto suo, come appieno sufficiente a compiere quel medesimo ufficio, quando egli se ne sarebbe andato"[2].

 

 

“Ed io pregherò il Padre, ed Egli vi darà un altro Consolatore, perché stia con voi in perpetuo” (Giov. 14:16).

 

Cristo stava per lasciarli, affin di tornate al Padre, dopo di essere stato con loro solo un poco di tempo; ma lo Spirito Santo doveva essere un Paracleto permanente Cristo era vissuto con loro come sotto la tenda; ma lo Spirito doveva far con essi dimora stabile, ed accasarsi, con loro per sempre, come in, un tempio imperituro ed immortale, 1Corinzi 3:16,-17; 2Corinzi 6:10.

L’invio del Consolatore non vuol dire che Cristo abbia cessato d’essere l’Aiuto e l’Avvocato del Suo popolo; Giovanni ci dice che Egli adempie ancora tale ufficio (1° Giov. 2:1). Cristo, la cui sfera d’azione è in cielo, difende i discepoli dalle accuse dell’”accusatore dei fratelli”;

allo stesso tempo lo Spirito, la cui sfera d’azione è in terra, “fa tacere gli avversari terreni della Chiesa attraverso la vittoria della fede che vince il mondo”.

Come Cristo è Paracleto in cielo, così lo Spirito Santo è Paracleto in terra.

 

Cristo Gesù, asceso, non solo manda lo Spirito, ma manifesta Se stesso attraverso lo Spirito. Mentre era nella carne poteva essere solo in un luogo alla volta; nella Sua vita successiva all’ascensione è onnipresente per lo Spirito Santo.

 

Durante la Sua vita terrena, Egli era “esterno” agli uomini; per lo Spirito può dimorare nel più profondo dell’anima loro.

 

Uno scrittore ha esposto questa verità come segue :

Se Egli fosse rimasto sulla terra nella Sua vita fisica, sarebbe stato solo un esempio da imitare; ma poiché Egli andò al Padre Suo e mandò il Suo Spirito, allora sarà una vita da vivere.

 

lo Spirito non comunica il Cristo terreno, ma il Cristo celeste, il Cristo nuovamente investito dalla Sua potenza eterna, rivestito della Sua gloria celeste.

 

La vita di Cristo sulla terra rappresenta i giorni della Sua povertà (2° Cor. 8:9) e della Sua umiliazione; sulla croce assicurò le ricchezze della Sua grazia (Efes. 1:7); sul Trono assicurò le ricchezze della Sua gloria (Efes. 3:16). Dopo l’ascensione al Padre Suo, Egli mandò lo Spirito per donare le ricchezze della Sua eredità. Attraverso la Sua ascensione Cristo avrebbe avuto di più da dare e la Chiesa avrebbe ricevuto di più (Giov. 16:12; 14:12); “il fiume della vita avrà una maggiore forza perché la sorgente dalla quale procede è più alta”.

 

Giovanni 16:12-13 - 12 Ho ancora molte cose da dirvi; ma non sono per ora alla vostra portata; 13 quando però sarà venuto lui, lo Spirito della verità, egli vi guiderà in tutta la verità, perché non parlerà di suo, ma dirà tutto quello che avrà udito, e vi annuncerà le cose a venire.

In Giovanni 16:12,13 Gesù in effetti è come se dicesse: “Io vi ho condotto per un breve tratto nella conoscenza della Mia dottrina : Egli vi condurrà per tutta la via”. L’Ascensione doveva apportare una misura più ampia di verità e di potenza.

Giovanni 14:12 - In verità, in verità vi dico che chi crede in me farà anch'egli le opere che faccio io; e ne farà di maggiori, perché io me ne vado al Padre;

 

Il Consolatore insegna soltanto le cose di Cristo, ma insegna più di quanto Cristo insegnò. Se si fosse esaurita alla crocifissione, risurrezione ed ascensione, la dottrina cristiana non sarebbe stata ancora completa e, pertanto, non avrebbe potuto essere pienamente comunicata ai discepoli di Cristo.

 

 “[Lo Spirito Santo] possiede una caratteristica unica: Egli non ama parlare di Sé. Egli non rende Sé stesso l’oggetto principale della nostra attenzione. […]

Lo Spirito Santo non vuole che sappiamo molto di Lui quanto della Sua missione, e questa missione è portarci a Gesù e conservarci nella purezza e nella santità. Egli è costantemente all’opera, rendendo noto Cristo ai nostri cuori, ed Egli si diletta nel nostro ricercare di sapere perché Egli sia venuto.” [3]

 

Gesù disse: “Ma quando verrà lui, lo Spirito di verità, egli vi guiderà in ogni verità, perché non parlerà da se stesso, ma dirà tutte le cose che ha udito e vi annunzierà le cose a venire. Egli mi glorificherà, perché prenderà del mio e ve lo annunzierà.

 

lo Spirito della verità

 

Siccome poco prima [Gesù] aveva dichiarato di essere LA VERITÀ Giovanni 14:6, ci sembra specialmente appropriato che presenti colui che lo doveva sostituire e rappresentare, in seno alla Chiesa di tutti i tempi, come "lo Spirito della verità", non già "lo Spirito verace", come traducono alcuni, bensì lo Spirito che è la verità 1Giovanni 5:6. Egli vien così chiamato, perché è l'essenza della verità, e il mezzo per il quale essa viene comunicata agli uomini; perché egli è il principio divino della rivelazione. Al peccatore egli rivela Cristo come il suo Salvatore, e fa crescere in grazia i credenti, facendo loro conoscere in modo sempre più attraente "la verità che è in Gesù" Efesini 4:21.

 

il quale il mondo non può ricevere, perché non lo vede, e non lo conosce;

 

"Il mondo", ovvero 1Corinzi 2:14; 3:3, vuol dire qui tutti gli uomini non convertiti, i quali vivono "adempiendo le voglie della carne, e dei pensieri" Efesini 2:3, e non hanno il potere di ricevere le cose di Dio. Manca loro la capacità della visione interna dello Spirito, ossia la fede, epperciò non è possibile che lo riconoscano. Non è una impotenza fisica, ma spirituale, e può venir superata solo dalla potenza divina, come lo dice chiaramente Paolo ai Cantati: "Or l'uomo animale non comprende le cose dello Spirito di Dio, perciocché gli sono pazzia, e non le può conoscere, conciossiaché si giudichino spiritualmente 1Corinzi 2:14. Questo è il segno al quale si riconoscono i mondani e gl'increduli, che essi nulla conoscono per esperienza delle operazioni dello Spirito Santo.

 

ma voi lo conoscete; perciocché dimora appresso di voi e sarà in voi.

 

[…] "In opposizione al mondo, il Signore dichiara ai suoi discepoli: 'voi lo conoscete', perché già avevano sperimentato l'opera sua nei loro cuori, nel produrvi la fede salutare che li univa a Cristo, benché la loro conoscenza dell'agente che aveva operata quella fede fosse tuttora oscura ed imperfetta, e più ancora mediante la loro intima associazione con Gesù, durante i tre anni del suo ministero, nei quali le sue parole e la sua vita erano state una costante emanazione dello Spirito, e i loro cuori avevano reso omaggio alla sublime sua santità"

 

 

Fino ad oggi abbiamo spesso dato troppa importanza alla consolazione e poca alla forza che infonde lo Spirito Santo

 

Il termine “Consolatore” non è il senso classico ed originale della parola "Paracleto" quantunque lo Spirito Santo, col dimorare nel credente, come il suo aiuto ed il suo avvocato, gli sia di gran consolazione in tutte le sue afflizioni. Ma, come osserva a buon diritto Milligan, "l'uso infelice di quel nome, tanto caro ai cristiani, in mezzo alle sollecitudini di questo mondo, ha avuto per risultato di condurre i credenti a pensar meno alla forza che alla consolazione che essi possono ricavare dalla presenza dello Spirito, a dar più importanza alla sperienza dell'afflitto bisognevole di conforto, che a quella del credente che deve incontrare la opposizione del mondo nella causa del suo Maestro

 

 

NELLA DEPRESSIONE infatti, la consolazione è solo una parte dell’attività dello Spirito Santo che con decisione ed intelligenza, sa come far fare all’anima bisognosa un percorso che la riempia di forza e di speranza che aveva perduto.

 

Esempio di Elia in 1 Re 19, che si lascia andare allo sconforto e non vorrebbe più vivere.  Lo Spirito Santo non lo guarisce subito, ma gli dà la forza di superare 40 giorni di deserto, lo porta sul monte, gli insegna a discernere tra le tante voci quella di Dio e da questa gli fa apprendere come reinserirsi nella stessa missione interrotta. 

 

Consolazione dunque, ma unita alla forza. Lo tengano conto i responsabili che si troveranno di fronte ai casi di depressione. Questo terribile male, secondo molti terapisti analisti psichiatri, è un male in vertiginosa ascesa che mieterà più vittime dell’aids.

 

(Continua)

 

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[1]

Commentario esegetico-pratico dei quattro Evangeli R. G. Stewart. Ediz. riveduta da E. Bosio – Claudiana 1929

 

[2]

Ibidem

 

[3]

Tratto da “TU HAI UN CONSOLATORE” di David Wilkerson

 

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