Donna con gli occhiali da sole

Rubrica fantasiosa "Due chiacchiere del giornalaio"

Pare ci sia uno Stato estero, nato da poco, chiamato “Era”, dove vengono rifiutati tutti gli scritti.

Qualche dirigente della mia città ha chiamato me per valutare e risolvere; so io il motivo… non perché sia più bravo degli altri, ma perché do più fastidio degli altri, perciò, nella loro “bontà”,  sperano sempre che io finisca per rimanere lontano senza più tornare. Così anch’io mi sforzo di essere “buono” come loro e parto subito, sperando di non dover tornare… In fondo la dogana non è lontana da me.

Ecco la frontiera… In effetti vi sono vagoni di giornali e di libri fermi alla stazione… vedo anche quelli nostri de “Il Ritorno” buttati da una parte. Chissà come mai… mostro le mie credenziali ad una macchina con un visore ad infrarossi che dopo qualche secondo scrive sul monitor: “Se proprio è necessario puoi passare… ma fermati poco!”. Si apre un portone automatico nella lunga muraglia e comincio a camminare nel paese di “Era”. Un militare con un casco avveniristico sulla testa mi fa segno di seguirlo e mi accompagna dentro uno stabile, in un ufficio vuoto. Mi indica una poltrona e mi siedo davanti a d’una scrivania. Nessun quadro alle pareti… una specie di specchiera concava dietro la scrivania… ma ecco qualcuno! Una bella ragazza con degli occhiali molto scuri…

- Veniamo subito al sodo se non le dispiace- Mi dice freddamente. - … siamo al corrente delle motivazioni della sua visita. Le comunico subito che noi non possiamo leggere i vostri giornali. Punto. Ci dispiace. Vi saremmo grati, dunque, se smetteste di inviarli visto che causano intoppi alla frontiera con le altre merci. -

Non mi lascio liquidare così; con un tono conciliante dico: - Posso conoscerne il motivo signorina? Abbiamo scritto qualcosa che ha offeso in qualche modo il vostro Paese? Possiamo trovare un modo per… -

La donna mi interrompe con l’indice alzato della mano, come per dire “Un momento!”; poi avvicinando lentamente le mani al viso con lentezza ancora maggiore, come se studiasse la mia reazione, si toglie gli occhiali…

Santo cielo! Non c’è niente dietro! Non hanno occhi!! - Ma come…?!- Esclamo, ma di nuovo vengo interrotto da un altro gesto deciso: con una mano aperta come dicesse “Stop! Aspetta!” mi ferma, poi ruotando la mano l’avvicina alle sue spalle, come a dirmi: “Osserva attentamente..”

Guardo la sua immagine riflessa nella specchiera concava… che mi venga un bene!!! Incredibile…! Hanno gli occhi dietro la testa!!!

- Vede signore... - inizia con un tono più cordiale - … voi non ci avete offeso; è che avendo la vista posteriore non possiamo leggere il giornale. Tutto qui. -

Devo riprendermi e trovare una soluzione a questa stranezza.

- Capisco, ma ci deve essere un modo…se stampassimo il giornale al contrario potreste usare gli specchi… -

La donna assume un’espressione materna e continua a parlare come si parla ai bambini:

- Vede signore… le spiegherò… non è solo questione di modalità… è che noi vediamo solo il passato; viviamo osservando ciò che è stato già. Il futuro è abolito per legge. Gli occhi sono un adattamento genetico alla nostra filosofia di vita. I giornali portano idee ed aprono pericolose riflessioni sul domani… Non ce lo possiamo permettere. Una volta eravamo proiettati nel futuro… eravamo il gruppo trainante del nostro pianeta; ma le nuove bellissime idee portarono solo violenze, degrado e guerre disastrose. Abbiamo salvato il salvabile e ci siamo rinchiusi su questa vostra terra abitata da voi primitivi, mantenendoci però isolati. Il futuro non ci interessa. La vista posteriore ci ricorda i nostri errori e ci impedisce di farne altri. Il nostro è un paese che vive tristemente di ricordi, che “era” appunto, e che non sarà più. Anche per camminare in avanti abbiamo problemi ed abbiamo bisogno di qualcuno dotato di un casco con visore speciale, che ci dia la mano. Nessuna commiserazione la prego, sono nostre scelte. Del resto, il vostro è un paese che avrà in futuro lo stesso nostro destino, che vive solo guardando avanti e dimentica da dove viene. E' necessario mantenere una divisione tra noi. Ora se non c’è altro… -  

Fa come per alzarsi, ma questa volta la fermo io con un gesto, ed indicando la sua poltrona aggiungo: - Per favore… la prego… - Si siede educatamente. Riprendo a parlare: - Anche il nostro mondo sbaglia, è vero. Ma non c’è solo il passato ed il futuro… queste sono due prospettive ingannevoli. Dio parla di un tempo diverso, che chiama “eternità”… un luogo ed uno spazio ed un tempo in cui non si “era” e non  “sarà”, ma si “è” per sempre. Lì non esiste più violenza e gli sguardi non sono né avanti né dietro ma c’è un unico sguardo che avvolge tutti trasformandoci… questo sguardo trasmette la speranza e la vita già adesso… ecco, di questo noi scrivevamo nel nostro giornale. -

La donna sembra interessata e domanda: - Dio? È forse il vostro presidente? E’ lui che scrive? -

- Ecco… non proprio un presidente, ma in effetti ha scritto dei libri… - Comincio a parlare ed avverto che la ragazza sta aprendo il suo cuore. Le spiego a lungo la nostra fede ed accenno alla Bibbia.

Alla fine, disse con delicatezza:

- Scusa... ehm… scusi… si potrebbe fermare qualche giorno da noi… vorremmo approfondire questi scritti… se i suoi capi glielo permettono, s’intende…-

- Francamente le dirò che i miei capi non solo non faranno obiezioni, ma anzi, la ringrazieranno! Posso fermarmi anche tutta la vita se le fa piacere… -

Si alzò graziosamente e porgendomi la mano con il palmo in su, disse sorridendo…

- … allora vuoi condurmi per favore? Fuori da qui non vedo bene dove vado… -

Misi la mia mano nella sua e sentii contento che mai una persona aveva visto con più chiarezza dove stava andando.

Un saluto dal vostro giornalaio.

R.R.

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