Il pastore e il gregge riunito

Domanderanno qual è la via di Sion, volgeranno le loro facce in direzione d'essa, e diranno: "Venite, unitevi al SIGNORE con un patto eterno, che non si dimentichi più!" Il mio popolo era un gregge di pecore smarrite; i loro pastori le avevano sviate sui monti dell'infedeltà; esse andavano di monte in colle, avevano dimenticato il luogo del loro riposo. (Geremia 50:5-6)

“...avevano dimenticato il luogo del loro riposo”. Conoscere la Bibbia a memoria non significa conoscere il Signore. I rimproveri più significativi che Gesù fece ad Israele erano per i sacerdoti del suo tempo, che dietro una apparente sapienza, ammantata d’orgoglio, amministravano leggi senza vita. Gesù non ha condannato la Legge, ma il loro modo di amministrare la Legge. Scribi e farisei conoscevano bene le parole della Legge e l’applicavano come si applica un codice; peccato che non ne capivano il senso e questo ha impedito loro di riconoscere il Signore e dunque la salvezza. I pastori di adesso (non tutti per fortuna, ma una buona parte) conoscono anche loro la Scrittura a memoria ed hanno buone intenzioni, ma tendono ad applicare di nuovo quello che non sempre capiscono. Quando il popolo cammina nel deserto ha una sola guida: la nuvola di giorno e la fiamma di fuoco la notte. Questa guida è lo Spirito di Dio, potente ancora oggi da illuminare la via. Quando tra la Fiamma e gli uomini si intromettono altre piccole fiamme artificiali si crea solo confusione. Ogni chiesa oggi vuole distinguersi dall’altra: ogni chiesa si presenta come “l’unica guida giusta”. La mania di primeggiare di essere più santo “più” degli altri è diffusa prima di tutto tra le varie chiese e poi tra i vari pastori a cui piace comandare ed ascoltare il suono della loro voce. Il risultato di questo “protagonismo” come si chiama oggi (il suo vero nome è ipocrisia) è il contrario della volontà di Dio, che ci ha mandati a radunare le anime nel Suo santo nome; il risultato è la dispersione. Il gregge unico diventa cento, mille, piccole greggi divise tra loro. Sono tutti così intenti a diversificarsi per dimostrare di essere quelli “più giusti” che si dimenticano di essere ancora nel deserto assieme agli altri e che tutti dobbiamo camminare per entrare nella terra promessa.

“Il mio popolo era un gregge di pecore smarrite; i loro pastori le avevano sviate sui monti dell’infedeltà...”  I “loro” pastori (non dice i “miei” pastori) parlano di filosofie, di concetti elevati, e poi giudicano le pecore da come sono vestite dimenticando che sono loro a doverle vestire e servire. A che serve andare sui monti se poi perdiamo di vista la guida dell’Eterno? I pastori di oggi difendono le leggi delle loro chiese, servendosi ingiustamente della Parola di Dio. Essi sono infedeli al progetto di Dio più o meno inconsapevolmente, così come furono infedeli gli scribi e i farisei ipocriti al tempo di Gesù. "Venite, unitevi al SIGNORE con un patto eterno, che non si dimentichi più!" Quante volte il Signore ci chiama e ci raduna e noi quante volte alziamo la fronte nella nostra superbia! Quando la smetteremo di discutere sulle parole della Bibbia? Quando capiremo che Cristo va “incontrato” e seguito? Ripeterei le parole: INCONTRATO (come una Persona, non capito con la sola mente); “SEGUITO”: seguito significa Lui avanti (che è la nostra Guida spirituale) ed il pastore dietro a Lui che si prende cura delle pecore che si azzoppano, che si attardano…

Non siamo arrivati da nessuna parte, noi siamo un popolo ancora oggi in cammino nel deserto, in attesa del ritorno del Signore, quando ci unirà in un solo gregge e ci porterà nella terra promessa. Fratelli pastori, vogliamo prepararci a questo evento riunendo il più possibile le pecore, invece di dividerle?

R.R.

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