"Venite a me, voi tutti che siete affaticati e oppressi, e io vi darò riposo. Prendete su di voi il mio giogo e imparate da me, perché io sono mansueto e umile di cuore; e voi troverete riposo alle anime vostre; poiché il mio giogo è dolce e il mio carico è leggero". (Matteo 11:28-30)
La parola "mite", inizialmente riferita ai frutti dell'albero, indicava l'insieme di due caratteristiche: il frutto mite era "dolce e maturo". Dolcezza e maturità, due modi di essere che, davanti al Signore, vanno di pari passo. È il contrario del frutto che mangiarono Adamo ed Eva che sembrava "buono per nutrirsi, bello da vedere, desiderabile per acquistare conoscenza" (Genesi 3:6), ma che poi rivelò una realtà terrena fatta di asprezza, fatica e pesantezza.
Questo meraviglioso invito di Gesù “venite a me” è rivolto a tutti noi che portiamo i pesi, i doveri della vita e subiamo le ingiustizie di un mondo sgarbato e prepotente. Abbiamo un modo per alleggerirci da tutta questa oppressione e pesantezza: andare da Gesù.
Questi sono i passaggi che ci suggerisce il Signore:
- Volgere i nostri pensieri a Lui, metterLo al primo posto, considerarlo come una fonte da cui ricavare forza per vivere ogni giorno;
- Accettare la Sua signoria significa accettare di essere amati da Lui; questo non è pesante. Riconoscere il Signore Gesù significa accettare il Suo amore, ammettere che abbiamo bisogno di questo amore, accettare la Sua Parola calma e benevola;
- Compiuti questi due passi ecco che Gesù manifesta la Sua natura mite, cioè dolce e matura; Egli è donazione di Sé per nostro bene, vale a dire ci toglie ogni peso, ogni peccato, ogni oppressione, ogni ansia, ogni stress. Gesù che è stato uomo di dolore, prende su di Sé ogni nostro dolore. Lo fa perché così Lui ci ama. Lo ha già fatto e continuerà a farlo se noi confidiamo in Lui.
Allora apriamoci alla grazia, accettiamo il Suo amore, accogliamoLo come nostro Signore, perché questa è la via della pace nell’inquietudine dei nostri giorni.
R.R. (prima pubblicazione 2016)