Vallata verde

“Per fede comprendiamo che i mondi sono stati formati dalla parola di Dio; così le cose che si vedono non sono state tratte da cose apparenti”. (Ebrei 11:3)

Il primo punto della nostra fede in Dio sta nella consapevolezza che Dio è il Creatore e che dunque la vita fisica e spirituale non è uscita per caso.

Non credo che questa consapevolezza sia raggiungibile per deduzione logica, ma penso che sia una risposta onesta ad una impronta profonda che sentiamo misteriosamente in noi stessi.

Se la lasciamo uscire senza forzarla essa si mostrerà come parte decisiva della nostra memoria che alla fine definisce la nostra persona matura.

Una persona matura per vivere ha bisogno di un vissuto, di un trascorso; è nell’esperienza di questo vissuto che traccia un comportamento e stabilisce i suoi valori.

In noi esiste una memoria di Dio che, se vogliamo, si può espandere ed aprirsi ad un nuovo contatto con Lui.

Si, un nuovo contatto diretto perché Dio è sempre vivo e opera e crea ancora oggi (Giovanni 5:17), e si rivela ai nostri cuori e li edifica se noi lo accogliamo.

Ora Dio ha messo in noi il mezzo per ottenere un riscontro; quel qualcosa che quando lo troviamo diciamo “ecco, si, è così!” e non sappiamo nemmeno perché. Però c’è.

La fede è un togliere sovrastrutture e ragionevoli difese mentali al fine di tirare fuori un piccolo seme; un barlume di timida fiducia in un Essere che non va più di moda in chi si considera troppo intelligente. 

Questo barlume, se opportunamente lasciato crescere, ha in sé i mezzi per riconoscere attorno a sé stesso, persino nella natura, nei mondi e nei tempi, la presenza di Dio.

Dal riconoscerlo al di fuori di noi, fino all’introduzione in noi della Sua essenza, il passo non è difficile.

R.R.

 

 

 

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