Croce

“Poiché il mondo non ha conosciuto Dio mediante la propria sapienza, è piaciuto a Dio, nella sua sapienza, di salvare i credenti con la pazzia della predicazione.” (1 Corinzi 1:21)

Predicare: Annunciare, dichiarare pubblicamente la legge divina (Treccani)

Mi sono chiesta, leggendo il verso di 1 Corinzi 1:21, perché la predicazione dell’Evangelo fosse considerata all’epoca di Gesù una “pazzia”. Quest’ultima è: un’alterazione permanente o temporanea delle facoltà mentali. Troviamo questa definizione nel web se cerchiamo il termine.

Dunque Giovanni il Battista, i discepoli, Gesù stesso e in seguito tutti i cristiani che hanno predicato il ravvedimento per il perdono dei peccati nel nome di Cristo, sono stati considerati molto probabilmente fuori di senno. La classe politica descritta nei Vangeli sapeva che le parole di Gesù non erano quelle di un folle, ma non riconobbero in Lui il Figlio del Dio vivente e rifiutarono di ascoltarLo, perché i discorsi del Maestro per eccellenza facevano traballare la loro casa costruita sulla sabbia fatta di “precetto dopo precetto e regola dopo regola” (Isaia 28:10). Il loro status era in pericolo e preferirono tutelarlo, pensando di essere nel giusto e condannando sangue innocente. Tutto, pur di non arrecare danno alla loro reputazione e al loro potere politico.

“Così è scritto, che il Cristo avrebbe sofferto e sarebbe risorto dai morti il terzo giorno, e che nel suo nome si sarebbe predicato il ravvedimento per il perdono dei peccati a tutte le genti, cominciando da Gerusalemme.” (Luca 24:46-47)

Esortare le genti a ravvedersi dai loro peccati, in questa società come allora, non è una cosa accettabile. Razionalmente è un qualcosa che esula dagli schemi, perché l’uomo si ritiene libero, indipendente e giusto e non c’è nel suo cuore desiderio di pentimento. L’essere umano ha questa tendenza, proprio per questo coloro che invece andarono controcorrente vennero scherniti, perseguitati e furono giudicati sobillatori e ignobili. Ancora oggi accade questo per tutti coloro che vogliono vivere piamente in Cristo.

Dunque, la sapienza umana senza la conoscenza di Dio è fine a sé stessa. La conoscenza che abbiamo di questo mondo non potrà mai farci comprendere l’amore di Dio. È lo Spirito Santo che ci apre gli occhi e ci permette di capire, o meglio, di comprendere delle realtà spirituali che esistono sia intorno a noi che dentro di noi.

Conosco persone che pur dicendo di riconoscersi nelle dottrine di una certa religione, pensano che dopo la morte ci sia il nulla. C’è gente che pensa di poter scendere anche a patti con Dio, riconoscendo indirettamente la Sua esistenza, al momento della dipartita da questo corpo mortale. Una persona di famiglia, circa 10 anni fa, fu in punto di morte ma il Signore lo risparmiò, tuttavia ancora oggi vive la sua vita seguendo i desideri del proprio cuore e senza considerare il miracolo ricevuto per grazia.

“È piaciuto a Dio”. Il Signore nella sua infinita misericordia ha ritenuto “cosa buona” salvare i credenti con la pazzia della predicazione. Dio ci ha tanto amati da incarnarsi per morire al posto nostro. Potremo mai capire questo amore infinito da parte Sua per noi?

Per i giudei non era concepibile che un Messia da loro atteso molto simile a Davide, guerriero vincitore, il quale secondo le loro aspettative avrebbe dovuto liberarli dal giogo romano, finisse ucciso “ignobilmente” sulla croce, nella peggior morte, destinata ai peggiori malfattori. Predicare questo uomo come Messia era addirittura “scandalo” per i giudei e cosa illogica, “pazzia” appunto per i non giudei: “ma noi predichiamo Cristo crocifisso, che per i Giudei è scandalo e per gli stranieri pazzia” (1 Corinzi 1:23);

“poiché la pazzia di Dio è più saggia degli uomini e la debolezza di Dio è più forte degli uomini.” (1 Corinzi 1:25);

Anche per noi non sempre è facile capire se prima il Signore non ci apre la mente: “Ma l'uomo naturale non riceve le cose dello Spirito di Dio, perché esse sono pazzia per lui; e non le può conoscere, perché devono essere giudicate spiritualmente.” (1 Corinzi 2:14)

Comprendiamo allora che venire sulla Terra in forma umana per stravolgere la nostra razionalità e illuminarci con la Sua luce è stata la decisione più bella e coraggiosa che Lui abbia preso, se la consideriamo dal nostro punto di vista di “salvati per grazia”. Però se proviamo a considerarla dal lato opposto, deve essere stata una decisione estremamente sofferta ma ponderata e definitiva, affinché la fedeltà e la giustizia di Dio fossero manifeste a tutto il creato.

Ravvediamoci ogni giorno, confrontiamoci con quello che è scritto nella Parola di Dio, chiediamo al Signore di mettere a tacere ogni pensiero che “stona”, affinché la Sua melodia d’amore e di grazia riecheggi in ogni momento della nostra vita.

Dio ci benedica!

V.D.S. 

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