Tramonto sul pontile di un lago

“Non rendete a nessuno male per male. Impegnatevi a fare il bene davanti a tutti gli uomini. Se è possibile, per quanto dipende da voi, vivete in pace con tutti gli uomini. Non fate le vostre vendette, miei cari, ma cedete il posto all'ira di Dio; poiché sta scritto: «A me la vendetta; io darò la retribuzione», dice il Signore. Anzi, «se il tuo nemico ha fame, dagli da mangiare; se ha sete, dagli da bere; poiché, facendo così, tu radunerai dei carboni accesi sul suo capo». Non lasciarti vincere dal male, ma vinci il male con il bene.” (Romani 12: 17-21)

Ricordo che durante la mia adolescenza, avendo dovuto affrontare molti problemi, questi versi mi rincuoravano. Pur non avendo ancora fatta un’esperienza col Signore pensavo e credevo che quanto scritto nella Sua Parola avesse un fondamento di verità. Esprimere così questo pensiero è sicuramente offensivo nei confronti di Dio, me ne rendo conto, ma nel mio cuore c’era rancore e dolore all’epoca. Soltanto anni dopo ho compreso che “cedere il posto all’ira di Dio” non significava esattamente ciò che il mio cuore “insanabilmente maligno” pensava. Nella Bibbia troviamo scritto direttamente e indirettamente di amare i nostri nemici. L’amore è sempre stato l’unico e vero sentimento che conquista, l’amore di Cristo ci ha conquistati e ci ha in seguito acquistati a Dio. Gesù ci ha amati mentre eravamo ancora suoi nemici, in parole povere, mentre l’umanità periva per mancanza d’amore e di conoscenza, Lui l’Unico Giusto senza peccato, aveva deciso di morire per salvarci.

Avendo fatto questa specie di premessa, voglio cercare di riflettere su questi versi che ho preso in considerazione.

“Se il tuo nemico ha fame, dagli del pane da mangiare; se ha sete dagli dell’acqua da bere”. Il duplice significato di questi versi è molto interessante e si ricollega alle parole del Signore Gesù che troviamo in Matteo 5:38-48 che vi invito a leggere. Dare da mangiare e da bere ai nostri nemici non vuol dire soltanto soccorrerli nel momento del bisogno materiale ma, probabilmente, cogliere quelle opportunità che il Signore ci concede per dare la nostra testimonianza cristiana. Ricambiare il male con il bene non può far altro che adempiere la volontà di Dio per noi. Con la buona testimonianza di fede cristiana si conquistano le anime a Dio. È vero, una cosa è a dirsi e un’altra a farsi, ma se pensiamo che anche noi eravamo nemici di Cristo, una volta, realizzeremo che anche i nostri peggiori avversari devono avere la possibilità di vedere con i loro occhi che c’è un’alternativa al loro modo di vivere lontani dalla grazia di Dio.

Riguardo a questo voglio raccontarvi una mia esperienza personale. Nella mia famiglia c’è una persona che ha ricevuto la testimonianza della salvezza in Cristo molte volte, in più occasioni. Oltretutto questa persona ha come moglie una sorella in Cristo. Nonostante questo, si comporta come se Dio non esistesse e facendo ciò che è male ai Suoi occhi. Il suo cuore è indurito, e come lui molte altre persone pensano che la loro supponenza sia quella che conti nella vita. Esattamente come lo stolto della parabola che troviamo in Luca 12-13-21. Cosa possiamo fare in presenza di tanta ostilità? La risposta è nei versi che ho preso in considerazione per questa riflessione e che troviamo anche in Proverbi 25:21-22. Siamo chiamati a sforzarci di vivere in pace con tutti, siamo chiamati a soccorrere le persone che ci chiedono aiuto (il Signore ci darà modo di discernere le circostanze adatte), e infine siamo chiamati a cedere il posto all’ira di Dio senza attuare alcuna nostra vendetta! Se è scritto che in noi risiede il desiderio di vendicarsi dei torti ricevuti, vuol dire che lo Spirito Santo sa esattamente come ci sentiamo ogni volta che dobbiamo abbassare il capo difronte ad una ingiustizia. Ma ricordiamoci che il Signore è il Dio delle retribuzioni, non manca di dare ciò che è dovuto (Geremia 51:56). È scritto che se ci comportiamo secondo quanto dice la Parola di Dio, riceveremo una ricompensa. Il nostro cuore si attacca facilmente alle cose materiali di questa vita. Nella nostra società anche i sentimenti sono diventati “barattabili”. Il Cristiano è chiamato ad essere sobrio in ogni cosa e a ritenere la salvezza in Cristo con fermezza, senza cedere al dubbio che spesso bussa alla porta del nostro cuore. Chiediamo a Dio di darci tanta forza in quei momenti in cui la nostra anima sente di poter venire meno!

Al Signore nostro Dio, la lode, l’onore e la gloria ora e in eterno!

V.D.S. 

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