Terreno fertile e terreno arido affiancati

Diranno: «Venite, torniamo al SIGNORE, perché egli ha strappato, ma ci guarirà; ha percosso, ma ci fascerà. In due giorni ci ridarà la vita; il terzo giorno ci rimetterà in piedi, e noi vivremo alla sua presenza. Conosciamo il SIGNORE, sforziamoci di conoscerlo! La sua venuta è certa, come quella dell'aurora; egli verrà a noi come la pioggia, come la pioggia di primavera che annaffia la terra». (Osea 6:1-3)

Questo è un passo profetico che riguarda il popolo d’Israele negli ultimi tempi della storia dell’umanità. Molti passi della Parola di Dio non solo ci presentano realtà vissute dal popolo di Dio nelle varie epoche, ma ci danno anche una prospettiva futura secondo ciò che il Signore ha deciso di rivelare ai Suoi figli.

Ci sono diverse interpretazioni. Alcune dicono che la prima parte del verso 2 riguardi la nascita lo sviluppo della Chiesa di Cristo in questi duemila anni, dalla Pentecoste al Rapimento dei credenti. La seconda parte del verso, sempre secondo queste interpretazioni, riguarderebbe Israele che soltanto dopo il Rapimento tornerà al Signore convertendosi e servendoLo. In realtà anche il versetto 1, secondo alcuni studi, interessa gli ebrei e descriverebbe la “distretta di Giacobbe”, ovvero il periodo di Tribolazione che il popolo attraverserà quando la Chiesa sarà già stata portata nella casa del Padre. L’appello che lo Spirito Santo fa all’umanità è sempre lo stesso: “Tornate figli traviati, io vi guarirò dei vostri traviamenti” (Geremia 3:22). C’è un Padre che è desideroso di accoglierci, di medicare le nostre ferite interiori e di restituirci la dignità regale che spetta ad un figlio di Dio. Il profeta dice: “Conosciamo il Signore, sforziamoci di conoscerlo!” (verso 3), questo perché il nostro cuore è schiavo del peccato, quindi occorre uno sforzo da parte nostra per mostrare a Dio la volontà di andare ai Suoi piedi per chiedere perdono. È difficile ammettere di essere peccatori, nessuno vorrebbe sentirsi dire questo, ma se pensiamo che Cristo è venuto a prendere su di Sé la nostra colpa, umiliandosi e accettando di buon grado i tormenti di una crocifissione inflitta senza scrupoli dalle autorità giudaiche e romane, comprendiamo che questa salvezza offerta gratuitamente, perché Dio Padre ha deciso di farcene dono, non può essere rifiutata con superficialità. Molti non lo comprendono e non si ravvedono, ignorando di perdere la possibilità di vivere eternamente in gloria con Cristo e dando un dolore al Signore che viene spesso respinto dalle Sue creature.

Nel verso 3 la venuta di Cristo in gloria è paragonata alla pioggia primaverile, quindi ad una stagione. Le stagioni si susseguono regolarmente dall’inizio dei tempi, anche se negli ultimi anni stiamo assistendo ad uno sconvolgimento climatico (delle irregolarità nel sistema ciclico) già predetto nella Parola di Dio. In questo verso è scritto che la venuta del Signore sarà un evento che si verificherà con certezza e possiamo notare la fede del profeta nel comunicare al popolo di quel tempo ciò che lo Spirito di Dio voleva trasmettere.

In conclusione, guardiamo sempre al Signore, disponiamoci a fare la Sua volontà perché un giorno lo vedremo faccia a faccia come Egli è.

A Dio sia la gloria! Maranatha!

V.D.S.

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