disegno infantile di un cane con un divieto

DOMANDA: Una nostra lettrice, denunciando la  violenza e angherie che si usa fare anche contro gli animali, ci ha mandato il link corrispondente, fatto di contenuti ed immagini fin troppo esplicite che potrebbero anche sconvolgere le persone sensibili (non era necessario mandarle e contemplarle). La lettrice, un po’ scioccata,  si fa una domanda comprensibile: “Siamo sicuri che apparteniamo tutti alla stessa razza e che siamo usciti tutti dalle mani di Dio?” e cerca di sviscerare questa cosa.  Vorrei dare due risposte alla nostra amica, una scherzosa (per quanto possibile in questo frangente) ed una seria:

 Risposta scherzosa: A che ora esattamente sei scesa da Marte stamattina? Il male purtroppo esiste da moltissimo tempo ed ha forme orribili, non solo sugli animali (ci sono reportage di atrocità continue). Non ci meravigliamo come se quel fatto fosse l’unico. Cerchiamo invece di ragionarci. 

RISPOSTA seria:  

1)Vigilanza protettiva – Attenzione ad avvicinarci al peccato nelle sue varie forme perché  il peccato “contagia” in tanti modi. L’orrido, il violento, il perverso, il selvaggio, sono componenti dell’ombra scura animalesca che tutti abbiamo. E’ vero che siamo stati creati tutti da Dio, ma è anche vero che c’è una radice di Caino. “Il peccato” è un termine che, se non ci riflettiamo e non gli diamo il suo valore, potrebbe anche non significare nulla rimanendo un concetto generico. Semplificando al massimo, se lo intendiamo come “allontanamento da Dio”, allora ci accorgiamo che è un movimento di forze istintive profonde, ed agisce progressivamente come   “un divenire”.

Infatti come c’è la santificazione che è un divenire per chi si avvicina sempre più a Dio nella consacrazione, c’è pure una trasformazione dell’essere che è gestita dal peccato, ovvero dal progressivo allontanamento dalle sorgenti della Vita, ovvero dalla guida/protezione dello Spirito Santo (che molti non hanno affatto ricercato/ricevuto pur essendo credenti).

La nostra mente, la nostra parte umana di cui si occupa la mente, quella legata alle emozioni con cui agisce-reagisce, è molto delicata. E’ fortunata la nostra lettrice ad essere rimasta ancora scioccata, vuol dire che in lei non c’è stata ancora l’assuefazione alla perversione dei nostri tempi. Tuttavia, facciamo un esempio: se lei trovasse domani una cosa analoga su un altro sito e l’andasse a leggere nei particolari così come ha fatto con questo, quanto resterebbe scioccata? Più o meno della prima volta? Io penso un poco di meno perché sarebbe più “preparata” in base alla esperienza precedente.

Ma questa “preparazione alla perversione” sulla base dell’esperienza del "già visto", tanto da rimanerci sempre meno sorpresi, è bene o male?

Secondo me è un male perché ogni esperienza (la vicinanza eccessiva è indirettamente esperienza) introduce nel nostro cuore una parte di quanto si è sperimentato. Quasi per osmosi (1).

Ci avviciniamo cioè per assurdo al vecchio proverbio “chi va con lo zoppo….”. Attenzione non dico che la nostra amica diventerebbe perversa, ci mancherebbe! Dico solo in senso lato che l’abitudine anche involontaria al peccato, la vicinanza di ciò che è perverso e violento, ci renderà sempre meno sensibili e ci scandalizzeremo sempre meno. Il pericolo è che finiremmo quasi per considerare “normale” l’uso di certe pratiche, e di certi contenuti.

L’azione di Satana non è solo quella di attrarti direttamente verso il peccato, ma paradossalmente anche quella di portarti il peccato in casa (nella mente, nei sensi del corpo), mostrandotelo in continuazione (magari dicendo “che orrore che orrore! Guarda! Guarda!), tanto da “inquinarti” in qualche modo la coscienza, senza che tu te ne accorga.

2) Rapida improvvisa caduta negli ultimi tempi - Avvicinandoci agli ultimi tempi saremo sorpresi di una improvvisa crescita  del peccato che poi si manifesterà come una cascata improvvisa di fatti drammatici volenti e perversi che ci sorprenderanno.

Per capire questo fenomeno particolare occorre seguire un breve ragionamento: continuiamo qui ad immaginare il peccato come il progressivo allontanamento da Dio. Pensiamo a noi stesi invece come ad un vaso in cui la coscienza (fisica) trasmette le sensazioni del corpo. Sappiamo come creature spirituali di avere in noi stessi la potenzialità di un’altra coscienza, quella attivata dallo Spirito di Dio che ci permette di essere creature “nate di nuovo”. E’ proprio la vicinanza a Dio che permette a questa seconda coscienza (quella di che ci fa sentire figli di Dio) di rivelarsi e di progredire. E’ logico, per quanto detto, che se ci allontaniamo da Dio questa seconda coscienza “funzionerà” sempre meno. Questo allontanamento, questo progressivo spegnimento della coscienza di Dio però, non sarà da noi avvertito facilmente, perché mentre diminuirà la comunione con Dio, dall’altra parte aumenterà la percezione dei sensi, provocando emozioni sempre nuove che ci riempiranno ogni giorno, dandoci così una parvenza di “vita piena”. Quale mancanza allora potremmo sentire in noi stessi vivendo una vita così piena di emozioni? Il meccanismo satanico è sottile, stiamo attenti!

Allora per vigilare abbiamo (noi credenti) una sola possibilità: non andare a sperimentare il mondo per vedere com’è fatto, ma fidarci di Dio, che il mondo lo ha creato, evitando, tenendo lontano quello che lui ci dice di evitare. Fidandoci senza sperimentare ogni volta da soli, significa (sempre per chi crede in Dio) non perdere tempo, saltare la prova dei sensi, evitare quello che ci potrebbe far del male, non perché lo abbiamo sperimentato, ma perché Dio (che lo sa prima di noi) ci ha già avvisato in tempo. Questa è la fiducia in Lui.

 R.R.


 (1) Osmosi: In chimica fisica, fenomeno di diffusione tra due liquidi miscibili attraverso una membrana di separazione. […] In senso fig., influenza reciproca che persone, gruppi, elementi diversi esercitano l’uno sull’altro, soprattutto in quanto intervenga una reciproca compenetrazione di idee, atteggiamenti, esperienze e sim. (Treccani)

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