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Domanda: C'e' un consiglio che mi potresti dare per non pensare al passato e vivere solo nel presente?

Risposta: E’ una domanda molto interessante. Ci sono aspetto negativi ed aspetti positivi  nel passato che ci torna in mente. Cerchiamo di evidenziarli:

ASPETTI NEGATIVI DEL PASSATO CHE TORNA

-Una forma di fissazione troppo ricorrente ad aspetti del passato che torna, che può arrivare al patologico (Nello sviluppo di tipo psicologico della dott.ssa Ciampi che collabora col nostro suito vedremo meglio questo aspetto);

-Passato come fuga dal presente: di fronte alle difficoltà del quotidiano ci rifugiamo in un passato che non è proprio reale; è una forma nostalgica di certi momenti belli che vorremo rivivere. E’ una specie di retrocessione della nostra maturità al livello infantile, quando ci rifiutiamo di vivere le responsabilità del presente. In certi momenti forse è inevitabile, purché non diventi l’alternativa alla realtà. Il presente può non essere facile ma va comunque vissuto e scoperto nel giusto tempo nella giusta età. Rifiutarsi di crescere per paura di soffrire significa rifiuto della vita. E’ la strada preferita di chi si rifugia nella droga o nell’alcol (e dopo si trova peggio di prima). Con l’amore di Dio scopriamo invece che crescere, maturare, è bene. Ogni stagione ha i suoi frutti.

-Passato come senso di colpa per dei peccati che pensiamo “imperdonabili”.  Questo punto va approfondito. Molto spesso il passato, quando non è stato accettato/superato torna come senso di colpa. A volte si tratta di:

a) peccati veri che ci tornano in mente come una specie di tormento;b) a volte si tratta non di peccati, ma di esperienze vissute e capite male che ritornano, come un addossarsi delle colpe, come fosse colpa nostra del fallimento di una certa cosa; anche questo ci causa dolore. c) altre volte si tratta di  flashback o immagini rapide di cose vissute (generalmente dolorose) che irrompono quando meno te lo aspetti causando momenti di scompenso.

a) peccati veri che ci tornano in mente come una specie di tormento. Se accade questo, se si tratta di peccati veri (cioè offese a Dio nella trasgressione dei suoi comandamenti), allora il problema sta nella nostra conversione. Generalmente le persone che non si danno pace per aver commesso un certo peccato soffrono tantissimo e più si sforzano di espiare il peccato e più si sentono peccatori. Questo è quanto accadde a Lutero quando cercava il perdono per mezzo delle opere e non per mezzo della fede (vedi il ns scritto SALVEZZA PER FEDE IN MODO SEMPLICE ). La cosa si risolve nella grazia della salvezza per la fede in Cristo Gesù, Il Quale, per il solo nostro atto di fede,  ci ha già liberati da ogni peccato:   “In lui abbiamo la redenzione mediante il suo sangue, il perdono dei peccati secondo le ricchezze della sua grazia” (Efesini 1:7). (1)

b) esperienze vissute e capite male che ritornano quasi come dei sensi di colpa.   Anche qui si tratta di un passaggio d maturità spirituale non ancora avvenuto completamente: è spesso la mancanza di perdono verso qualcuno o verso noi stessi. Noi giudichiamo ancora severamente quella tale persona o noi stessi per aver permesso certe cose, per questo motivo, per questo giudizio severo e continuo della nostra volontà, accade che il cuore si indurisce e non scorge più la grazia di Dio. Il perdono è un atto che dobbiamo volere ma la cui realizzazione viene dall’alto, da Dio. Noi dobbiamo DESIDERARE il perdono, ma solo Dio ci può dare la possibilità di perdonare veramente gli altri o noi stessi. Il Signore lo fa spesso mostrandoci la Sua croce, la sua vita offerta per noi. Se Lui ha perdonato persino i suoi assassini, perché noi non riusciamo a perdonare noi stessi o qualcun altro? Per risolvere questa eventuale mancanza di perdono occorre preghiera, umiltà e un percorso di fede profondo.

c) flashback o immagini rapide di cose vissute (generalmente dolorose) che irrompono quando meno te lo aspetti. Temo non ci siano difese per queste cose. Il meccanismo psicologico non lo conosco però posso dire quello che avviene in me da un punto di vista spirituale: a volte improvvisamente arriva questo flash dal passato, un ricordo che vivo di nuovo in un secondo. E’ una cosa molto intensa, sconvolgente e spesso dolorosa. Rivivo esattamente la stessa emozione terribile che provai  nel passato in una certa situazione. Subito dopo svanisce. Penso che il Signore ci liberi in continuazione dalle ferite del passato. E’ come il medico quando ti tocca un punto dolente: lì per lì fa male, ma poi ci mette la medicina e guarisce. Così fa il Signore: mentre passa sulle nostre sofferenze, sulle cicatrici del nostro passato, le guarisce. Se ci vengono alla mente i ricordi è perché possiamo acquistare anche consapevolezza di come eravamo e di come siamo e del perdono di Dio e della nostra guarigione continua. Secondariamente credo che il Signore in certi casi, lasciando libero per un attimo il nostro eccessivo perfezionismo, ci voglia far capire che essere troppo perfetti è impossibile e che l’amore (verso se stessi per esempio) consiste prima di tutto nel sapersi accettare e perdonare anche nei propri limiti. Sto scoprendo recentemente che invece di opporre un rifiuto totale a queste irruzioni (l'arrivo del flashback), cercare di accoglierle gradatamente mi può essere d'aiuto, perché con l'accoglienza della fede, che mi dà più coraggio e forza, le punte dolorose di questi ricordi-flash sono più "arrotondate", meno spigolose, meno fastidiose.

ASPETTI POSITIVI DEL PASSATO CHE TORNA

Il passato è la nostra memoria, il nostro vissuto, secondo me non va cancellato. Una persona che lo cancellasse completamente non sarebbe niente. Se noi oggi siamo ciò che siamo, è proprio per le esperienze passate che abbiamo vissuto. Io non ho molti buoi ricordi del mio passato dove spesso ho sbagliato commettendo anche dei peaccati di aun certa gravità. Però se in noi oggi c’è qualcosa di buono, allora anche il peggiore passato diventa buono, perché ha contribuito ad avvicinarci a Dio.Il passato non va  visto nemmeno con troppa nostalgia come fosse la giovinezza che ci abbandona; non va odiato, ma nemmeno troppo amato. Ogni età ha la sua bellezza. Il passato è passato, non c’è più. La nostra mente, con i suoi i pensieri e le sue speranze, deve guardare al futuro. Il “colore del futuro” celeste chiaro o nero come la pece, dipende da come abbiamo vissuto ed elaborato il passato e dalla speranza in Dio che abbiamo o non abbiamo. Se siamo credenti, se Cristo è la nostra vita, allora il passato è solo un positivo segno di identificazione,  di riconoscimento, non più di sofferenza: “Poi disse a Tommaso: «Porgi qua il dito e guarda le mie mani; porgi la mano e mettila nel mio costato; e non essere incredulo, ma credente»” (Giov 20:27).

Il passato è  un mezzo utile per elaborare le esperienze.  Se una scelta ci ha causato nel passato dolore ed amarezza,  allora su quel ricordo, faremo al presente una scelta diversa in modo da non stare più male. La vita nostra è un continuo aggiustare il nostro modo di essere per ciò che vogliamo essere, sulla base di ciò che siamo stati.

Nel campo che ci interessa, quello religioso, la Bibbia rappresenta il nostro passato ed anche il nostro futuro. Lì sopra, attraverso l’esempio di un popolo – i Giudei - abbiamo tutta la storia dell’uomo in rapporto al suo Dio: come è stato, come è, e  come sarà. L’analisi del nostro tempo, riferito ai tempi biblici, nella prospettiva del ritorno di Gesù, ci permette di ristabilire la nostra realtà. Ci permette di configurare il nostro presente, di ristabilirlo in un progetto molto ampio, in cui tutta la nostra vita personale di 90-100 anni è solo un soffio inserito nell’eternità. Lo studio sano del passato dell’uomo porta la saggezza, la sapienza, l’umiltà davanti a Dio. Il nostro passato personale allora può essere rivisto in questa prospettiva, con un certo distacco, come un cammino per migliorare.  Un eventuale passato triste, eventuali peccati anche gravi, non ci devono imprigionare ma al contrario dobbiamo dare gloria a Dio perché da essi ci ha liberato per sempre! Eravamo peccatori, siamo nella grazia di Dio; saremo  con Lui per sempre. La nostra maturità spirituale consiste ne vedere questo passato, presente e futuro COME UN INSIEME, come degli spazi  che comunicano tra loro in continuazione e crescono e si elevano....  E' tutto questo insieme perfettamente equilibrato da Dio che disegna il profilo della nostra persona oggi. Lode a Dio!

 


(1) Questo sentirsi sempre colpevoli nonostante i nostri sforzi, può dipendere da un’educazione dottrinale sbagliata. Certe chiese insistono sulla confessione, le opere, il senso di colpa. In questi casi non sarebbe male cambiare chiesa o comunque sentire anche  l’opinione di pastori di chiese evangeliche.

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