dipinto della sulamita dormiente

DOMANDA: Signor Ronca, leggevo Cantico dei Cantici 3:1-5, vorrei confrontare….

RISPOSTA: Vediamo prima di inquadrare meglio l'argomento:

Cantico dei Cantici - Inquadramento:  Il Cantico dei Cantici viene attribuito a Salomone (Cant 1:1) il cui nome compare sette volte in questo libro. Per avere un orientamento più equilibrato possibile del testo specifico da lei indicato, credo sia opportuno considerare il Cantico dei Cantici in relazione all’Ecclesiaste (Qoelet per i cattolici), entrambi di Salomone. L’ottimismo e la sensualità giovanile del primo (Cantico dei Cantici “in cui non ci sono espliciti riferimenti a Dio” MacArthur) contrasta enormemente con l’altro (Ecclesiaste) scritto negli ultimi anni di Salomone, in cui Dio e i comandamenti sono presenti, con l’amarezza e il rimpianto di chi ha fatto molti errori, proprio per la sua eccessiva sensualità. La Sulamita indicata nel Cantico, tra le varie identificazioni “presumibilmente sarebbe la prima moglie del ‘re saggio’, in seguito questi avrebbe commesso il peccato di annoverare tra il suo seguito altre 699 mogli e 300 concubine” (MacArthur).

Nello scritto letterale Cantico 3:1-5 Non è il futuro sposo che cerca la futura sposa, ma il contrario.

Nella interpretazione ebraica nel cap 3 è la Sulamita che, come in un sogno, cerca Salomone. Sempre nell’interpretazione giudaica il libro è una esaltazione e benedizione del matrimonio.

Nella nostra interpretazione cristiana allegorica, in senso generale, Gesù è lo sposo e la Chiesa è la sposa. Oppure è l’anima nostra che desidera ardentemente l’unione spirituale con il Signore (espressa nel Cantico in forma fin troppo umana). 

Proprio perché l’interpretazione cristiana del Cantico dei Cantici è allegorica, simbolica, non possiamo essere troppo letterali nei passaggi specifici scritturali. In linea di massima la sua interpretazione di Gesù come parte attiva e della Sposa come parte “addormentata” sarebbe abbastanza condivisibile in senso molto generale, ma va troppo stretta quando è calata solo in Cant 3:1-5.

Attualmente la Chiesa di Gesù Cristo è divisa e non ha lo stesso comportamento nelle sue parti (ceppo ortodosso, cattolico e protestante). Potremmo dire, parafrasando Salomone, che alcune chiese nonostante amino sinceramente Dio, prendono così tante “mogli e concubine” (unione col mondo) da unirsi anche agli idoli da esse seguiti, esponendo così il matrimonio (con i figli del matrimonio, cioè i fedeli credenti) ad unirsi anche loro all’idolatria. L’idolatria delle chiese porta l’apostasia; e l’apostasia degli ultimi tempi è uno dei segni che precedono il ritorno del Signore, insieme alla manifestazione dell’Anticristo (2 Tess 2:3).

Questi comportamenti discutibili delle persone a cui lei accenna (“coloro che dovrebbero essere un riflesso dell'amore di Cristo Gesù sono soltanto una brutta copia del vero credente”) purtroppo sono da prendere con la dovuta serietà; fanno parte dei tempi e non dovremmo accettarli passivamente seguendoli. Infatti se sbagliano alcuni dirigenti, o anche alcune chiese intere, questo non esime noi credenti cristiani dalle nostre responsabilità nel saper riconoscere e distaccarci dalle idolatrie. Era stato predetto, dunque coraggio e non perdiamo la nostra fede, ognuno sarà giudicato per le sue azioni, quindi invece di  abbatterci, al contrario, vedendo che il Signore è più vicino rallegriamoci! Maranathà.

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