Panche chiesa

DOMANDA: 1) Se uno è nato di spirito sopporta il far parte di una denominazione qualsiasi?

RISPOSTA:

Dipende da diverse cose. Vediamole:

  1. Prima di tutto “essere nati di Spirito” è un modo di essere serio ed importante. Anche se penso di averti capito e qui daremo per scontato il suo profondo significato, per molti potrebbe non essere così e dovrebbero valutare bene questa “nuova nascita” provando se stessi nella fede e nel loro rapporto effettivo con lo Spirito Santo.
  2. Nel prossimo video, che in parte hai anticipato, forse parleremo anche del totale amore di Dio che “tutto sopporta”, ma questo non significa che si deve accettare quello che davanti a Dio potrebbe non essere corretto, altrimenti non avrebbe detto: “Infatti vi sono molti ribelli, ciarloni e seduttori delle menti, specialmente tra quelli della circoncisione, ai quali bisogna chiudere la bocca; uomini che sconvolgono intere famiglie, insegnando cose che non dovrebbero, per amore di un guadagno disonesto.” (Tito 1:10-11) Generalmente, quando in una denominazione o comunità vi sono insegnamenti “stonati” o che ci appaiono tali, si dovrebbe prima di tutto consultarci in preghiera con il Signore, nella nostra stanzetta privata; poi se tali eventuali difformità sussistono ancora come “poco evangeliche”, dovremmo parlarne al pastore o a qualche anziano della comunità chiedendone rispettosamente delle spiegazioni; poi se le loro spiegazioni non colmassero il vuoto delle dissonanze di fede che in noi ancora suscitano, sempre con modestia e senza polemiche, non sarebbe necessario continuare per forza a frequentare quella comunità. Ma ripeto, sempre dobbiamo prima confrontarci con il Signore più volte e magari con fratelli di cui abbiamo stima, per esserne sicuri.
  3. C’è un caso però in cui – seppure in una comunità zoppicante - sarebbe bene restare almeno per un po’: consapevolmente col fatto che una chiesa-denominazione perfetta non esiste sulla terra, tuttavia il Signore nel Suo infinto amore, potrebbe desiderare che noi portiamo in essa ossigeno puro, elementi di rinnovamento. In quel caso, fin dove possibile (i momenti e i tempi li stabilisce il Signore) possiamo restare, come fossimo in una specie di missione riedificante, portando dei riferimenti di Spirito vivo verso la riedificazione della comunità stessa, se essa permette ed accoglie tali input nel Signore. Ma bisogna stare molto attenti ed evitare le esaltazioni personali.
  4. C’è poi un'altra possibilità SOLO per i credenti più maturi, ovvero oltre la frequentazione di una comunità che in fondo ci va abbastanza bene, la possibile esperienza con un’altra comunità cristiana che applica magari modalità diverse nel culto (ad esempio chi non ha mai sperimentato le chiese di tipo pentecostale, sarebbe bene lo facesse qualche volta; oppure chi le ha sempre frequentate sarebbe bene che visitasse qualche volta quelle più tradizionali). Questo ridimensionerebbe il nostro “sentirsi giusti-giustificati” solo in un certo modo; inoltre in qualsiasi modo vada, acquisteremmo una utile esperienza cristiana che ci servirà senz’altro.

In sintesi, espresso in modo semplice: In teoria una persona di fede matura, realmente “nata di nuovo”, sarebbe libera dove la metti la metti, testimonierà sempre il Signore nel modo corretto. Ma è un argomento che eventualmente si approfondirà altrove.

Il mio consiglio in linea di massima è vedere se tra ciò che viene praticato nel culto e che ci causa perplessità, queste perplessità possano rientrare in piccole differenze periferiche di poca importanza, che non offendano il Signore né i nostri princìpi. In quel caso possiamo restare senza essere troppo perfezionisti. Ma se nel culto vengono regolarmente praticate dottrine discutibili o di cui non siamo convinti, allora una uscita o un sano transito in una chiesa diversa non sarebbe male.


DOMANDA: 2) E se uscendo da quella chiesa restassi da solo?

RISPOSTA:

Partiamo dall’idea che, per chi è nato di nuovo, è sempre lo Spirito Santo a suggerirci “il volere e l’operare” (Filippesi 2:16) come ho detto nel sito; quindi, non esiste la solitudine per chi è in comunione con Dio per i meriti di Cristo per mezzo dell’opera dello Spirito Santo. Tuttavia, la Chiesa di Gesù è plurale, e in qualche modo dovremmo sempre mantenere fraterni contatti coi fratelli (noi, per esempio, proviamo a farlo anche con una comunità virtuale in internet a cui tutti possono partecipare).

Seppure la solitudine, intesa come un ritiro “stretto” dal mondo, senza contatti, può anche essere necessaria in certe fasi della nostra vita, dobbiamo considerare che se la nostra vita fosse troppo isolata dal mondo, non andrebbe bene, perché il Signore è NEL MONDO che ci ha mandati, NONOSTANTE il mondo.

R.R. 

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