Chiesa

"Bada ai tuoi passi quando vai alla casa di Dio e avvicìnati per ascoltare, anziché per offrire il sacrificio degli stolti, i quali non sanno neppure che fanno male. Non essere precipitoso nel parlare e il tuo cuore non si affretti a proferir parola davanti a Dio; perché Dio è in cielo e tu sei sulla terra; le tue parole siano dunque poche; poiché con le molte occupazioni vengono i sogni, e con le molte parole, i ragionamenti insensati." (Ecclesiaste 5:1-3)

L’altro giorno mi hanno mandato una registrazione di una predica di in prete mentre officiava una méssa. Chi l’ha mandata era entusiasta della predica e in buona fede voleva condividerla con me. Io invece sono rimasto molto male; non dell'invio ovviamente, che anzi indica un interesse per le cose del Signore e un desiderio di confronto, ma da ciò che ho sentito nel video.

Infatti dal pulpito quel prete aveva subito dichiarato con veemenza di voler approfondire questioni sociali e politiche (e questo già dubito che sia il compito di un uomo di Dio); lo ha fatto con aggressività e con un linguaggio che si può usare nei bar, a dir poco sconveniente (anche questo non dovrebbe essere permesso ad un uomo che sta rappresentando il Signore davanti a persone in preghiera). Ha disseminato la sua invettiva (che trasmetteva rabbia, ribellione e risentimento) anche con luoghi comuni religioso-popolari, ma non corretti biblicamente. Uno di questi, che forse merita menzione perché si diffonde sempre più, e riscuote molto successo anche tra gli evangelici, è che “Gesù ci ama così come siamo con tutto il nostro peccato”.

Vorrei ricordare che il Signore non ha mai amato il peccato, soprattutto quando questo si mescola alle cose sacre nella casa di Dio (vedi episodio in cui Gesù caccia senza tanti complimenti i mercanti dal tempio). Il Signore si avvicina invece al peccatore affinché questo si converta. Se questo non si converte, non è vero che viene accolto lo stesso. La conversione necessita infatti di ravvedimento. Le predicazioni superficiali di oggi tendono ad eliminare questa prima parte indispensabile (cioè la contrizione del cuore il ravvedimento appunto), e credono di poter avere diritto subito all'amore permissivo di un “dio buonista” che tutto accoglie, anche il peccato. Come poi spesso accade nelle predicazioni (non solo cattoliche) si dà eccessiva importanza e si amplificano parti periferiche del messaggio cristiano e si dimentica la parte centrale, ovvero che noi siamo di fronte a:

  1. cambiamenti epocali gravi;
  2. vera necessità di conversione;

Ora non so quanto abbiamo capito questi due punti. Non sento quasi mai parlare di rapimento della Chiesa, né di ritorno del Signore Gesù, né di idolatrie da evitare, né della perdita dei significati nelle parole, né della necessità di uno straordinario discernimento dall'alto. I cristiani devono dare buon esempio di fermezza per quanto accadrà, di saggezza, mitezza, riflessione e lungimiranza. Non abbiamo solo diritti sociali e politici da rivendicare, e per di più con rabbia; infatti il mondo con le sue ingiustizie è stato già crocifisso con il Cristo una volta per tutte. Inutile rimescolare il fango dicendo che una parte di esso e meno sporca di un'altra, finisce che anche noi ci infanghiamo, invece dobbiamo starne fuori. Lo scandalo è sempre da evitare. Arringare la gente contro una ingiustizia o presunta tale da parte di chi ci amministra, può portare a manifestazioni anche violente in piazza. Farlo addirittura in una chiesa poi! Questo prete, più o meno consapevolmente, fa passare di fatto un messaggio rabbioso non cristiano (è solo il mio pensiero ovviamente, io non sono nessuno e ho fatto tanti di quegli errori molto peggio di lui, quindi non posso certo insegnare ad altri).

Comunque, sempre nella libertà di poter esprimere il mio pensiero, penso che sia relativamente troppo facile cavalcare argomenti che sono nelle prime pagine dei giornali; e i predicatori di tutte le chiese troppo spesso lo fanno agitando gli animi invece di calmarli. In questo modo anche loro si comportano come quelli che criticano: usano le emozioni sui fatti che sono sulla bocca di tutti per caricare la gente ed avere consensi. Di caricamenti emotivi ce n'è d'avanzo nei mass media di oggi, e sono quasi sempre usati per manipolare le opinioni. Gesù non alzava la voce nelle piazze, usava dei riferimenti facili per parlare di cose profonde e non accusava, ma forniva dei mezzi di riflessione affinché ciascuno potesse arrivare a fare le sue scelte. Le scelte a cui Gesù voleva che noi arrivassimo è quella di una nuova nascita (vedi episodio di Nicodemo) per poter essere accolti nel futuro regno di Dio, e quindi nella vita eterna.

La “casa di Dio” è ogni luogo dove ci si raccoglie in preghiera alla presenza dell’Eterno e almeno in quei luoghi e in quei momenti sacri, cerchiamo di parlare poco e lodare Dio chiedendo misericordia. Poi quel poco che diciamo, se è davvero necessario dirlo, meditiamolo prima in preghiera, eviteremo forse di dire troppe sciocchezze.

R.R. (prima pubblicazione 2021)

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