Riunione "Gruppo PIC Fraternizzazione – Confronti" del 23/02/2023

La seconda riunione del gruppo della Piccola Iniziativa Cristiana è stata presieduta da Renzo Ronca e i suoi collaboratori. Hanno partecipato inoltre i fratelli e le sorelle che si sono collegati tramite applicazione web.

Il fratello Renzo ha introdotto l’argomento su cui il gruppo avrà modo di approfondire. Di seguito riportiamo un sunto.

Lo scopo di questi studi è la formazione di una comunità virtuale che possa proseguire il cammino, senza dipendere da una persona in particolare. La guida spetta soltanto allo Spirito Santo che opera nei modi e con i mezzi che ritiene opportuni. Una comunità cristiana è come una persona che respira, che cammina e che quindi necessita di rapportarsi al Signore. Dunque, ci stiamo avviando a far parte di quella Chiesa del rimanente che si sta formando in tutto il mondo. Abbiamo già visto che molti gruppi o molte persone tendono a seguire il Signore in maniera diretta, e ai nostri giorni questo è un fatto abbastanza nuovo. Noi ci rivolgiamo a quei credenti che non hanno trovato una corrispondenza ottimale con le istituzioni ecclesiastiche, ma hanno preferito ricercare questo rapporto diretto con Dio oltre le denominazioni. Diciamo che le denominazioni in molti casi sono state una specie di fallimento e a prescindere dal fatto che si faccia parte o meno di una di esse, noi dobbiamo andare avanti in attesa del Ritorno del Signore.

Andando quindi al punto, Renzo HA PROPOSTO UNA SETTIMANA DEDICATA ALL’ASCOLTO.

Il fratello ha poi proseguito parlando in prima persona ed esponendo il resto dei contenuti:

L’ascolto presuppone un silenzio, e quindi voglio riproporre ciò che Dio ha fatto quando mi chiamò al Suo servizio. Benché fossi una persona impegnata in tantissime attività, Lui mi chiamò da parte mettendomi in una specie di quarantena e ci sono rimasto per qualche anno. Quello che voglio proporre vi impegnerà solo una settimana, dedicata al contenimento, al silenzio, alla riflessione, all’ascolto.

Possiamo dire in modo apparentemente contradditorio che a volte un punto di partenza può riferirsi al “non partire”. Mi riferisco a chi parte in quarta per evangelizzare. Questa settimana ci fermeremo temporaneamente per dedicarci a Dio. Cercheremo di rivolgerci a noi stessi, parlando alla nostra anima invece di parlare agli altri. In che modo? In realtà sarà il Signore che ci parlerà e noi proveremo a capire cosa vorrà dire al nostro cuore. Saremo come la moglie di Osea, Gomer, che fu attirata nel deserto affinché ascoltasse ciò che Dio voleva dirle («Perciò, ecco, io l'attrarrò, la condurrò nel deserto e parlerò al suo cuore” Osea 2:14). Lo stesso deserto che fu di Mosè, dove egli rimase per molti anni prima di incontrare il Signore; fu anche quello di Elia quando si trovò in gravi difficoltà, ricordiamo che anche lui incontrò il Signore in un momento di silenzio e pace; e fu lo stesso deserto di Gesù quando ripieno di Spirito Santo superò le tentazioni. Anche il popolo d’Israele affrontò il deserto quando fu liberato dagli egiziani. Il punto è che noi dobbiamo uscire da varie prigionìe, e man mano saremo portati alla liberazione. Dunque non ci dobbiamo spaventare delle prove che si presentano nella nostra vita ma le dobbiamo affrontare bene. Siccome abbiamo diverse provenienze dottrinali, ci siamo resi conto che in certe comunità c’è una certa diffidenza verso lo Spirito Santo, mentre in altre hanno pensato di averlo compreso così bene tanto da arrogarsi il diritto di poterlo gestire. Alcuni conduttori si identificano persino con Lui e fanno credere agli altri di parlare direttamente da parte del Signore. Diciamo che il nostro compito è quello di ricompattarci, proprio perché la nostra fede e il nostro cammino in Cristo nel mondo si sono sviluppati su piani troppo diversi. Dobbiamo fermarci per prestare la nostra attenzione all’ascolto di Dio, che è basilare, importantissima. In che modo ci potremo predisporre per questo? Innanzitutto cercheremo di evitare di parlare troppo. Pur svolgendo le nostre normali attività dovremo provare a prestare una particolare attenzione al Signore. Si tratta di un tipo di consacrazione in “piccolo”. Immaginate un “ritiro”, che agli occhi degli altri magari non sembrerà tale perché ci vedono fare quello che facciamo sempre,  ma che nel nostro cuore sappiamo di aver iniziato. In un “ritiro” si parla poco e si ascolta molto. Chi ascolteremo? Ovviamente il Signore prima di tutto, ma anche gli altri; stabilendo dentro la nostra mente determinati limiti. Dovremo cercare di evitare tutto ciò che le parole potrebbero comportare, come troviamo scritto in Giacomo 3:5-6 (5 Così anche la lingua è un piccolo membro, eppure si vanta di grandi cose. Osservate: un piccolo fuoco può incendiare una grande foresta! 6 Anche la lingua è un fuoco, è il mondo dell'iniquità. Posta com'è fra le nostre membra, contamina tutto il corpo e, infiammata dalla geenna, dà fuoco al ciclo della vita.) Non è una cosa semplice, ma la prima cosa che fece il Signore con me fu quella di farmi “tacere” perché certe mie parole dette non andavano bene, mi parlò anche di un tempio da edificare che ero io stesso, il mio corpo,  e infine mi guidò con l’affinamento delle parole che usavo per esprimermi. Ad ogni modo capii che Lui era ed è la Parola quindi, vorrei che anche noi in questa settimana facessimo qualcosa di simile. Rallentiamo! Parliamo meno agli altri e di più a noi stessi e chiediamo a Dio cosa Lui voglia dirci nel nostro intimo.

Ricordo che quando facevamo un ritiro nel nostro gruppetto, diversi anni fa a casa mia, eravamo soliti stare insieme per una giornata. Purtroppo, date le nostre circostanze attuali, non possiamo fare in questo modo, ma la mia proposta è questa: proporrò una frase al giorno per una settimana. Questa frase vi terrà compagnia dalla mattina alla sera. La leggerete e ci mediterete sopra nella vostra cameretta. Vorrei che chiedeste al Signore in preghiera con grande umiltà: “Signore cosa vuoi dirmi? In che modo posso recepire la Tua Parola?” Si tratta di una evangelizzazione per noi stessi, singolarmente. Una settimana dedicata all’ascolto di Dio. Le frasi che vi invierò sono scelte su una base di preghiera, il Signore usa la Sua Parola e sa come farla scendere nel nostro cuore per toccare la nostra coscienza e attraverso quella frase elaborerà in noi l’ascolto, l’ascolto della Sua Parola. Un lungo dialogo interiore, serio. Instauriamo con Lui un rapporto perché Egli è un Dio vivo! Chi pensa di essere sicuro di sé e del suo rapporto con Dio stia attento, perché molte persone hanno preso delle cantonate. Molti pastori hanno condotto delle chiese fuori dalla sana dottrina. Alcuni magari hanno anche detto che era lo Spirito Santo a parlare, forse invece avrebbero dovuto affinare meglio l’ascolto come dobbiamo fare anche noi. Cercando di farlo, avremo la possibilità di trovare una sorgente di acqua pulita. Per il momento sarà una settimana ma nel corso del tempo ci organizzeremo ogni tanto, in modo da fare questo tipo di “reset”, queste fermate e questo “ripartire”.

Il Signore prima parlò a Mosè e poi egli scese, dunque noi prima ascolteremo il Signore e poi ci metteremo all’opera. Tutti gli uomini di Dio erano in grande intimità con il Signore, e solo dopo iniziavano a parlare. Il punto di partenza per evangelizzare è prima l’abitudine dell’ascolto del Signore. Anche se non tutti sappiamo farlo, impareremo un po’ alla volta e rifletteremo insieme.

In questa settimana vorrei pregarvi di non mandare scritti o audio ecc. È una settimana di ascolto e meditazione. Saranno giorni di particolare attenzione che dobbiamo porre per il nostro Dio. È una cosa che serve, è una cosa che ci ristorerà. Ed è una cosa che non si prepara come da repertorio per certi pastori. Il Signore ha preparato degli eventi importanti che si stanno avvicinando in gran fretta, per questo stiamo procedendo velocemente perché non c’è più tanto tempo! Le persone sparse nel web hanno bisogno di riferimenti cristiani sani e l’unico riferimento che possiamo consigliare loro è di rivolgersi direttamente al Signore che si è manifestato a noi tramite Cristo Gesù e ci ha lasciato lo Spirito Santo. Con Lui possiamo avere la nostra relazione, e il nostro comune riferimento per noi cristiani sparsi per il mondo è soltanto Dio. Anche se non ci conosciamo, in realtà ci conosciamo e siamo nella stessa famiglia. I tempi sono brevi e quando avverrà il Rapimento saremo tutti insieme nella Casa del Padre. Nel mondo sta avvenendo un cambiamento e noi iniziando queste riflessioni, in base alle possibilità di ciascuno, dobbiamo spesso appartarci con Dio, in un silenzio che aprirà poi all’ascolto di ciò che Lui vorrà dirci.

Quando ero giovane ed ero fidanzato, andavo ad un appuntamento e per me esisteva solo lei, la mia ragazza. Lo stesso dobbiamo fare con il Signore. La preghiera è un appuntamento con Dio, deve esistere solo Lui perché Egli ci darà il cibo che sosterrà la nostra anima.

A fine settimana, dopo che avrete fatto delle riflessioni su voi stessi, dopo aver disposto la mente, dopo aver affinato il vostro ascolto spirituale e aver ignorato magari la TV ecc. (ricordate che satana riesce ad infiltrarsi nelle nostre emozioni anche tramite questi mezzi), acquistiamo la consapevolezza che il nostro lavoro di crescita ci serve per diventare dei punti fermi, in mezzo a questo tsunami interiore ed emotivo che si sta preparando. Se impariamo ad ascoltare, parleremo poi dopo quanto e come basta.

La frase che vi propongo per riflettere si trova in Efesini 2:17-22. Chiediamo al Signore di aprirci la mente per comprendere la Sua Parola solo per noi. Chiediamogli che cosa possiamo apprendere personalmente. Segnate tutto su un quadernetto e per la prossima riunione continueremo questo discorso.

La prima parola della Scrittura è proprio “Shemà Israel - Ascolta Israele…” dunque il popolo di Dio come prima cosa deve ascoltare il Signore. Questa settimana cercheremo di sintonizzarci sulla stessa frequenza di Dio, in modo che la nostra anima entri in sintonia con Lui e possiamo così comprendere ciò che ci dirà. Il Signore si fa sempre capire alla perfezione, il nostro spirito e la nostra anima lo riconosceranno in ogni circostanza.”

La riunione si è conclusa dopo la preghiera finale.

A Dio la gloria!

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