Uomo con occhiali virtuali

Il condizionamento attraverso i mezzi di comunicazione di massa è sempre più avanti del nostro intendimento reale. L’evoluzione tecnologica degli ultimi anni applicata alle comunicazioni multimediali è stata rapidissima. Probabilmente troppo rapida affinché potessimo adattarci sempre con il giusto equilibrio. L'intelligenza artificiale sviluppata e applicata alle comunicazioni, alla ricerca, alle capacità cognitive e in generale ad un vasto elenco di attività umane ne è un esempio.

Oggi spesso capita che quando realizziamo una possibile minaccia al nostro libero pensiero, se ne sta già sperimentando una nuova, sconosciuta alle nostre difese. I princìpi di base sono sempre gli stessi: per noi credenti è l’Ingannatore che cerca di impedirci di pensare e dunque di attuare delle scelte libere, ma le tecniche ed i modi per realizzarli cambiano ogni giorno, diventando sempre più sofisticati.

Forse possiamo fare due ragionamenti su come oggi si cerchi di impedire l’intelligenza di un possibile pensiero equilibrato:

a) Si sbilancia l’equilibrio del reale, si scompensa, si falsifica il baricentro; si fa perdere alle persone il senso della realtà vera concreta, accostando evidenziando e spesso imponendo un’altra realtà virtuale. La “realtà virtuale” ad esempio può diventare una diabolica tendenza a nascondere ed evadere, iniziata millenni fa quando si inventò la prima maschera per coprire il volto. In certi casi sia lo spettatore che l’interprete sono così presi dal personaggio rappresentato che quella parte non sembra più una finzione, ma diventa più vera della realtà. C’è un fenomeno terribile, che accade soprattutto agli attori quando esagerando “diventano” troppo a lungo il personaggio di successo che hanno interpretato: davanti allo specchio non si riconoscono più per quello che realmente sono, ma inseguono ancora l’immagine irraggiungibile ed evanescente di quello che interpretavano sulle scene (1).

Il virtuale oggi in certe parti del mondo, come negli USA, è talmente predominante che non si sa più se quella serie di filmati o di interviste o storie raccontate sono recitati o vissuti veramente online. C’è un meccanismo perverso che spinge la gente non solo a fotografare se stessa (magari facendo finta di essere come non è), ma anche a mostrarsi sempre più in pubblico per esibire una interpretazione che pensa essere reale. Persino confessioni intime davanti alle telecamere (coming out), che nessuno ha chiesto loro di dire e che in fondo poco ci interessano. Esibizionismo, ricerca del successo, fuga dal presente, patologie psicologiche di massa… Se ne parla così tanto delle motivazioni che poi le parole perdono il loro significato davanti a tanti esperti “tuttologi”… anche loro attori? Resta il fatto che oggi è come se parlassimo tutti davanti ad una telecamera, compiacendoci di noi stessi, diventando veramente, alla fine, persone senza più identità.

b) Le persone, bombardate da troppi input non sanno più elaborare i giusti significati (2). Questo eccesso di informazioni, fatto di milioni di titoli, forma uno zoccolo superficiale attorno al cervello, generando di fatto una disinformazione di base ed una repulsione ad approfondire. Infatti, per una serie di motivi indotti negli ultimi decenni, il pensare, la riflessione, l’approfondimento di una notizia per vedere se sia vera o no, sono stati abilmente inviati/assorbiti come “fatica”, “inutilità”, “non ho tempo”, “chi me lo fa fare”.

Ma anche quelle minoranze che vanno giustamente a cercare i significati nei motori di ricerca in internet possono cadere in due comuni trappole generate dagli algoritmi di ricerca sul web: le cosiddette "Filter Bubbles" e le "Echo Chambers".

Spieghiamo in breve cosa sono:

  • Le Filter Bubbles sono uno stato di isolamento intellettivo dovuto alla selezione delle informazioni prodotta da un algoritmo fatta sulla base delle precedenti ricerche internet condotte dall’utente. L’algoritmo seleziona solo ciò che l’utente vorrebbe trovare. In altre parole, l'utilizzazione massiva come fonti di informazione di internet e dei social network produce "gruppi" di persone che ricevono e si scambiano le stesse informazioni filtrate da algoritmi. Le Filter Bubbles non favoriscono il pluralismo dell'informazione, perché il consumatore riceve solo quel tipo di informazione e non ne desidera e ottiene altre.

  • Le Echo Chambers sono un fenomeno tipico dei social media. Si tratta in questo caso di una situazione in cui le informazioni, le idee o le credenze vengono amplificate o rafforzate dalla comunicazione e dalla ripetizione all'interno di un sistema definito. Detto più semplicemente, è il fenomeno che viene causato dalla ripetizione tra un gruppo di persone di fatti o notizie, che produce come conseguenza la percezione che questi fatti o notizie siano da considerarsi necessariamente veri (anche qualora siano falsi). Unitamente al c.d. "paradosso dell'amicizia" che produce l'effetto di considerare molto più affidabili e veritiere le notizie che derivano da amici rispetto alle notizie che derivano da una fonte di informazione professionale, questo fenomeno ha sviluppato il caso delle c.d. fake news (fatti non veri percepiti come veri).

Facciamo un esempio (assurdo) per spiegare in maniera semplice il concetto generale che vi sta dietro: supponiamo che io pensi questo: “i gatti non esistono; in realtà sono esseri alieni che fanno finta di essere gatti”; allora nel motore di ricerca metterò delle parole adatte alla ricerca che intendo fare, tipo: “verità sui gatti” “i gatti sono alieni?” “i gatti prederanno il potere?” ecc. (sono le “parole chiave” che il motore di ricerca memorizza, poi lancia e per l’indagine in tutti i suoi archivi). In pochi secondi mi fornisce un elenco di scritti che parlano di questo argomento. Teoricamente è così. Nella pratica pare ci siano sempre più delle manipolazioni sulla scelta e sul risultato che mi viene presentato. Infatti, sempre nella nostra fantasiosa supposizione, mettiamo che agli operatori di quel tale motore di ricerca, per interessi complicati (denaro?) sia stato ordinato: “vedete di rafforzare i convincimenti di queste persone esaltate dei gatti in modo che diventino fanatiche e siano sospinte ad azioni eclatanti, così aumenteranno la confusione in giro e distoglieranno l’attenzione dalle cose più importanti”… allora che succederà? Che quando io digiterò “il potere dei gatti alieni”, non mi uscirà più un elenco obiettivo dei risultati veri (se fossero obiettivi uscirebbero anche scritti di questo genere “gli sciocchi che pensano ai gatti alieni” oppure “la patologia di chi crede nei gatti alieni”, che mi indurrebbero a riconsiderare la mia convinzione) bensì mi fornirà un elenco filtrato, con solo gli scritti che rafforzeranno la mia assurda convinzione, tipo: “finalmente qualcuno si accorge che i gatti sono alieni” oppure “il complotto dei gatti alieni per governare il mondo” o anche “avvistamento di un ufo con degli umanoidi a forma di gatti”. Allora leggendo avrò come la sensazione di non essere tanto strano, ma di vedere che come me ce ne sono tantissimi altri! “Forse siamo una maggioranza” penserò. Allora magari concluderò che dobbiamo far sentire la nostra voce in giro “per il bene del mondo”. Di conseguenza con convinzione sempre più eroica si formeranno dei gruppi nella nazione che attraverso messaggi “nascosti” e “criptati” si scambieranno le loro impressioni e prepareranno le loro dimostrazioni per “la libertà e la salvezza del mondo” contro “i gattacci alieni infami che cercano di prendere il potere”. State certi che nel giro di un mese o due quella minoranza diventerà molto consistente e persone semplici giureranno prima o poi di aver visto dei gatti scendere da un'astronave. Sempre nel nostro ipotetico esempio, quanto durerà l’effetto “gatto-alieno” nei mass media? Sembra incredibile ma si spegnerà appena quel motore di ricerca e tutti i media collegato ad esso, decideranno di spostare il riflettore su un’altra cosa. E che ne sarà di quelli che vi credevano? Gli irriducibili forse saranno ricoverati, altri modificheranno la loro convinzione dirigendosi dove va la luce del riflettore. Verranno fuori altre notizie: “La terra a forma di torta gelato”, “Trovate creature umanoidi come rettili antichi in grotte sotto il ghiaccio disciolto”, “I rettiliani presero il potere su Marte e nel mondo?” e così via...

CONCLUSIONE

E allora tornando tristemente alla nostra prima domanda: “possiamo ancora difenderci dai condizionamenti mediatici?”, penso che le risposte potrebbero essere due:  

NO, se seguiamo i flussi emotivi, perché le manipolazioni per mezzo dei mass media sono sempre più veloci del nostro modo di riflettere, che invece diminuisce sempre più.

SI, se invece usciamo da questi schemi (senza fare clamore, senza inserire l’hastag # in cerca di “mi piace”) e pian piano seguiamo un altro percorso, cioè rimettiamo in funzione il cervello, riscopriamo il valore della memoria, rivalorizziamo la lentezza dei gesti e dei pensieri, riprendiamo a scrivere e a leggere invece di nutrirci di immagini, immettiamo qualche pausa di silenzio ogni giorno per ascoltare il vento o la pioggia… e magari col tempo, chissà,  potremmo ricordarci persino di Dio.

R.R. (prima pubblicazione 2021 / ultimo aggiornamento 3-11-2023 di G.C.)


(1) Ricordo un attore specializzato in personaggi mafiosi che alla fine fu arrestato proprio per aver commesso crimini tante volte interpretati sullo schermo. Che dire poi dei continui suicidi di attori/attrici che perdono con la bellezza anche il successo scambiato per amore? O la patetica insistenza di attori, cantanti, ballerini, atleti, personaggi politici, una volta famosi, che ancora insistono a far parlare di sé, ad esibirsi intorno ai novanta anni, vestendo e facendo progetti come nella loro adolescenza?

(2) Ne parlammo già: “TROPPE INFORMAZIONI DANNEGGIANO IL CERVELLO – CORRERE AI RIPARI L’uomo non è più in grado di ricevere il 94% delle informazioni quotidiane trasmessegli” – I neurologi temono “l’incoscienza dell’uomo” https://www.ilritorno.it/fare%20e%20pensare/Pensare/66_troppe-informaz-cervell.htm

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