Diamante

Sappiamo già che la ripetitività di certe bugie fa di esse una verità. Lo scoprirono i padri della psicologia e lo applicarono le persone disoneste per ingannare la gente: “Ripetete una bugia cento volte, mille volte, un milione di volte, ed essa diventa una verità” (Goebbels, ministro propaganda nazista). Ogni slogan pubblicitario sfrutta questa tecnica assieme ad altre.

Riporto un esempio di uno spot di una decina d'anni fa che ci servirà come esempio in tanti altri campi.

L'esempio è quello di una automobile propagandata come di lusso. Siccome la parola “lusso” è associata generalmente a “costoso, per pochi, superfluo”, potrebbe generare nella coscienza di molte brave persone un leggero senso di colpa (vista la situazione di crisi economica che stiamo tutti passando), oppure di inadeguatezza; allora che ti inventano? Per convincere la gente a comprarla agiscono alla radice della coscienza, eliminando ogni possibile inibizione morale. Nel breve spot non scelgono donne, ma un paio di attori maschi in un finto dialogo. Sono vestiti come ricchi figli di papà “arrivati”, belli, eleganti, e nello studiatissimo dialogo, presentano trasversalmente, come fossero ovvie, le cose che di solito non lo sono. Geniale, "diabolico". Impostazione della voce decisa, calda, sicura, rassicurante, professionale… Sono esperti dispensatori di ogni verità assoluta; come appartenenti a quel mondo lontano che tu hai sempre visto in cartolina…  Parlano dell’eleganza, del lusso, come lo farebbero dei pensatori, degli intellettuali arrivati… ed in modo finemente indiretto, mentre parlano, le immagini mostrano rapidi scorci raffinati dei particolari dell’automobile…. Cantano le lodi del lusso e del successo con frasi che sembrano dette da un “guru” della filosofia; e mentre li vedi apparire e sparire in rapidissimi  flash e primi piani, inframmezzano questo scambio verbale, nelle parole chiavi, con altri flash di parti della vettura… E così via... Come contraddire tanta “saggezza”? Poi alla fine del discorso, quando potresti pensare “…si va bene tutto bello però per me… non credo che…”, ecco che ti danno la botta finale: Un primo piano dell'uomo ricco ed arrivato, con lo sguardo fermo su di te, che ti rivela la verità. Quella verità in cima alla montagna che avevi atteso tutta la vita. E ti dice il sunto della vita stessa:  “Il lusso è un diritto!”. E poi si spegne rapidamente tutto, in un certo ordine anch’esso studiato. A quel punto cosa puoi fare? L’uomo medio è spinto a dirsi: “E' vero, che ci sto a pensare sopra? Anch’io ho diritto al lusso, perché no? Mica solo loro! Se è un diritto me lo posso prendere!”

Questo spot non è il risultato di un momento, ma è la fine elaborazione da parte di esperti “spin doctor” (1) che sono al servizio delle grosse organizzazioni consumistiche o politiche. Questi esperti plurilaureati usano tecniche mediatiche diverse per manipolare ai fini consumistici le nostre coscienze e spingerci a fare o a dire quello che loro vogliono.

Torniamo ora all’affermazione del nostro “diritto al lusso”: non accettiamo questi slogan passivamente! Ragioniamoci! Facciamolo prima che l’affermazione consolidi la nostra superbia.

Cos’è il diritto? In senso ampio, [il diritto è] ciò che è giusto, o è sentito o dovrebbe essere sentito come giusto, come appartenente cioè o improntato a quel complesso di principi morali che regolano i rapporti tra gli uomini uniti in società” (Treccani)

Forse non sarà simpatico il nostro discorso, eppure vorremo ricordare di non confondere il sociale con la fede cristiana; il mondo con lo spirito. 

Se mettiamo la fede cristiana al primo posto, e riusciamo a non essere bigotti, fanatici, integralisti o venduti al potere, allora saranno i princìpi maturi ed equilibrati della fede che detteranno l’integrità morale nelle leggi; e queste leggi, a loro volta, regoleranno il conseguente “giusto” comportamento.

Se invece mettiamo il sociale al primo posto, allora l’integrità, il giusto e lo sbagliato, saranno relativi e dipendenti alle scelte politiche della società in cui viviamo.

Oggi, secondo me, viviamo in un mondo confuso in cui tutti si sentono di avere diritto a tutto; dove c’è addirittura “l’orgoglio” di mostrarsi moralmente discutibili, e di pretendere il diritto anche di andare contro natura. Io ritengo che l’uomo invece debba “abbassare di molto la cresta” davanti a Dio, e rivedere quali veramente sono i diritti che può accampare alla Sua presenza. Forse scoprirà che sono davvero pochi o nulli.

Credo che l’unico nostro “diritto” che conti veramente sia questo: “a tutti quelli che l'hanno ricevuto [la “Parola fatta carne”, cioè il Signore Gesù] egli ha dato il diritto di diventar figli di Dio: a quelli, cioè, che credono nel suo nome” (Giovanni 1:12). Il diritto di essere parte della famiglia di Dio, come amati figli. Un diritto nostro sì, ma conquistato per noi da Gesù, con il Suo sangue. Il nostro “orgoglio” dunque è solo Cristo, espressione dell’amore di Dio. Un diritto potenzialmente di tutti, ma acquisito solo da chi ha una fede nel nome del Signore. “Tu infatti hai sostenuto il mio diritto e la mia causa; ti sei assiso sul trono come giusto giudice.” (Salmi 9:4). “Ma io dicevo: «Invano ho faticato; inutilmente e per nulla ho consumato la mia forza; ma certo, il mio diritto è presso il SIGNORE, la mia ricompensa è presso il mio Dio»". (Isaia 49:4)

Allora quando sentiamo alla TV che l'uomo ha il diritto di arricchirsi, di contare, di essere qualcuno, di avere, di "possedere" il lusso... beh, giriamo canale. L'uomo deve scoprire la fonte della vera sapienza che è l'umiltà, il timor di Dio, non una delle cause della corruzione mondiale che è appunto il lusso.

Ripeto: questo è un piccolo esempio di come possiamo usare la riflessione cristiana e il ragionamento per uscire dal condizionamento. Non significa certo che uno non si possa comprare una bella macchina! Vi sono meccanismi oggi molto più complessi che spingono a fare cose ben più gravi del comprare un'auto di lusso. Abituiamoci a ragionarci senza cedere nell'inganno opposto, dove tutto viene visto come un complotto verso di noi. Per valutare il giusto dallo sbagliato, per discernere le verità non basta l'intelligenza, occorre la presenza del Signore in noi, che non è mai estremismo, ma una serena consapevolezza.

R.R.


(1) Lo Spin doctor viene definito dal dizionario della Oxford University Press come una "persona incaricata di presentare le scelte di un partito politico sotto una luce favorevole". Nel corso del novecento, il termine è andato assumendo un significato deteriore. Poiché spin è il termine usato nel gioco del baseball o di cricket per indicare il moto rotatorio o effetto impresso dal lanciatore alla palla, "spin doctor" è definizione che è venuta a indicare l'autore di raggiri o il manipolatore di parole o notizie. Con esso si indicano in politica sempre più spesso i portavoce e i consiglieri degli uomini politici e, a volte, gli stessi uomini politici. (Wikipedia)

 

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