Scarpe vecchie

Siamo passati dall’epoca del pensiero, in cui le persone avevano un ruolo importante, a quella delle emozioni, dove le persone vengono utilizzate senza scrupoli 

Negli anni dal 1950 al 1980, più o meno, ricordo che la gente pensava.

Esistevano le sedi di partito (non importa il loro colore) dove potevi andare e confrontarti su tutti i temi politici, sociali e anche di cronaca.

In campo religioso, anche se il protestantesimo muoveva i primi passi, le parrocchie si aprivano alla gente che aveva bisogno e ai giovani che andavano per fare sport o vedere qualche film… Alcuni preti lavoravano nelle fabbriche per non essere di peso alla società e altri si rendevano conto che c’erano troppi dogmi nella dottrina.

La gente pensava e cercava di mettere in pratica gli ideali che elaborava.

La politica, in un certo senso, veniva un passo dopo il pensiero della popolazione che, bene o male, tentava di esercitare un controllo sui vari governanti.

Era il tempo del pensiero e degli ideali da realizzare.

Dopo che le “democrazie” a partire da quella americana hanno inventato il gioco dei consensi e della manipolazione mediatica, siamo entrati in un’altra epoca, in un’altra realtà sociale: adesso è il tempo delle emozioni, e la popolazione non riesce più a pensare. Sommersa dai mass-media, bombardata di titoli sempre più emotivamente sconvolgenti, non fa in tempo ad elaborare il pensiero, perché subito c’è un altro titolo in cronaca, seminato con astuzia, in grado di provocare nella nostra testa un impatto più devastante di quello prima.

Il popolo oggi è una massa di oggetti facilmente “usabili” in base alle emozioni indotte dai social.

Le campagne giornalistiche martellanti sono spesso assoldate da un potere economico non sempre identificabile, che cerca di soffocare il cervello in una scatola con poco ossigeno.

Gli unici operatori in grado di far da tramite tra questo potere cinico senza patria e la gente, sono gli “spin doctors” (esperti di comunicazione, molto intelligenti, spesso senza morale alcuna, mercenari assoldati da chi ha più soldi, in grado di raggirare le masse) o gli “influencer” (personaggi resi molto popolari sui social network, che hanno la capacità di influenzare determinati gruppi di utenti per gli interessi di chi li paga). I politici spesso sono marionette o personaggi inesistenti, da cartoni animati.

Ecco allora che, la nostra decantata “libertà” è solo una parola senza significato. “Libertà”, “pensiero”, “ideali”… sono ormai vecchie scarpe buttate nel ripostiglio in attesa di una stagione per metterle, che in questo sistema di cose non verrà mai.

R.R.

 

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