paesaggio tramonto mare

«La mano del nostro Dio assiste tutti quelli che lo cercano; ma la sua potenza e la sua ira sono contro tutti quelli che l'abbandonano» (Esdra 8:22)

Due categorie: Figli della grazia e Figli d’ira.

In quale di queste due sentiamo di rientrare?

La risposta richiederebbe una profonda riflessione sulla nostra vita cristiana. Lo so, a volte arrivare in fondo al nostro cuore per cercare di capire se effettivamente stiamo vivendo una vita secondo la Parola di Dio risulta complicato, perché le pressioni sociali che viviamo ci offuscano la mente.

Innanzitutto sin dal principio il Signore ci ha destinati ad essere Figli della grazia, ben sapendo che l’uomo avrebbe peccato e avrebbe introdotto, di conseguenza, la morte fisica e spirituale nel mondo. Vorrei sottolineare che è stata TUTTA colpa della scelta sbagliata di Adamo ed Eva, il focus è sulla scelta, sul libero arbitrio che Dio aveva donato loro. Al nemico delle anime è bastato tentare la donna, ovvero l’anello più debole secondo la sua valutazione (ricordiamo che il nemico studia ogni nostra mossa sin dal momento in cui veniamo all’esistenza), creata dal Signore per essere d’aiuto ad Adamo e per essere sua moglie, compagna di vita. Dunque il Signore, l’Iddio del Cielo e della Terra da allora ha dovuto fare, suo malgrado, una distinzione tra le sue creature. Coloro che avrebbero scelto di seguirlo e coloro che invece avrebbero perseverato nella ribellione.

Ricordiamo che la grazia è un favore immeritato quindi se pensiamo che il Signore Gesù è stato predestinato sin dalla fondazione del mondo a venire sulla Terra in carne e a morire per tutti gli uomini, deduciamo che Dio nel suo infinito amore, nonostante il nostro grave peccato di ribellione, ha deciso consapevolmente di donarci la possibilità di stare con Lui per l’eternità mediante il sacrificio di Cristo. Una deduzione a cui arriviamo se ci sforziamo di conoscere Dio che ci rivela ogni cosa.

Il problema dell’umanità che è restìa ad accettare questo infinito amore, a mio parere, risiede nel fatto che il sistema creato dall’uomo rappresenta una società fondata sul concetto “tutto ha un prezzo”. L’affermazione è veritiera per quanto riguarda una società basata sulla vanità e sul denaro, che tollera le libere manifestazioni di pensiero ma non le accetta. Una società che è riuscita persino a ridurre il concetto del divino a una mera espressione ipotetica, un mondo in cui l’Iddio dell’eternità è stato quasi dimenticato e i cui precetti di integrità sono stati annullati nel nome del progresso scientifico e della razionalità. Un mondo basato su cose effimere e in cui senza uno scambio di prestazioni non si ottiene nulla. Ma è altrettanto vero che nella sfera spirituale la nostra salvezza ha avuto un costo, un prezzo indefinibile pagato da Cristo Gesù.

Purtroppo quando si presenta la verità del Vangelo, molte persone non credono e pensano che noi cristiani evangelici abbiamo creato un mondo tutto nostro in cui professiamo le nostre fantasie. Non riescono a credere razionalmente che esista un Dio d’amore e di grazia che è venuto a donarci la salvezza. Io posso dire che il Signore lo si accetta non solo per fede, ma anche razionalmente, perché io stessa sono giunta a questa conclusione attraverso alcune esperienze dolorose dove pensavo non esistesse un “perché”, che invece mi si è rivelato un giorno nella mia disperazione. D’altronde la razionalità è un dono di Dio, anche per questo ci distinguiamo dagli altri esseri viventi su questa Terra.

Tornando al discorso delle due categorie, “figli della grazia” si diventa solo ed esclusivamente per i meriti di Cristo che è venuto a morire per ognuno di noi in previsione di vederci con Lui un giorno in Cielo, per poter stare sempre insieme.

Altro discorso invece riguarda i “figli d’ira”.

Dio ha vivificato anche voi, voi che eravate morti nelle vostre colpe e nei vostri peccati, ai quali un tempo vi abbandonaste seguendo l'andazzo di questo mondo, seguendo il principe della potenza dell'aria, di quello spirito che opera oggi negli uomini ribelli. Nel numero dei quali anche noi tutti vivevamo un tempo, secondo i desideri della nostra carne, ubbidendo alle voglie della carne e dei nostri pensieri; ed eravamo per natura figli d'ira, come gli altri. (Efesini 2: 1-3)

Per natura siamo figli d’ira e tutti quelli che non hanno conosciuto ed accolto il Signore nel loro cuore restano progenie del peccato. Anche noi lo eravamo, dovremmo ricordarlo ogni giorno della nostra esistenza perché è facile dimenticare la grazia che Dio ci ha concessa. Tendiamo infatti a dimenticare molte cose, soprattutto quelle utili alla nostra vita spirituale. Ma la domanda per molti sicuramente sarà: “Il Signore, che è l’Iddio d’amore, è capace d’ira?”. La risposta è sì! Se leggiamo nel vecchio testamento, Dio minacciava spesso di riversare l’ira sul suo popolo che spesso e volentieri si ribellava ai suoi comandamenti. Il Signore si è usato anche dei nemici di Israele, per dar corso ai suoi giudizi a causa della gravità dei peccati che commettevano. Quel popolo alternava fasi in cui si convertiva a fasi in cui rigettava Dio.

Se abbandoniamo il Signore, di conseguenza Egli ci abbandona. Ma non lo fa immediatamente, anzi, fa di tutto per abbattere quel muro che abbiamo edificato attorno al nostro cuore affinché giungiamo al pentimento e torniamo a Lui. E posso affermarlo per esperienza personale. Tuttavia, se i suoi appelli al ravvedimento restano senza riscontro Dio darà seguito alla nostra scelta di non seguirLo più. E per noi sarebbe la fine se una cosa simile si verificasse!

“Gesù Cristo è lo stesso ieri, oggi e in eterno”. (Ebrei 13: 8)

Gesù Cristo è Dio, lo stesso Signore che è capace di tanto amore è anche il Giudice Supremo e un giorno riverserà la sua ira su questo mondo ribelle, che ha rifiutato la grazia da Lui offerta!

Sia la nostra preghiera di dimorare nella Sua volontà fino alla fine, solo così un giorno i nostri occhi potranno contemplare la Sua Maestà!

Dio ci benedica!

V.D.S.

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