fisico di culturista

Il mondo trasmette solo un messaggio, seppure in infinite forme: “seguite le necessità del vostro corpo”. Nel mondo comanda il corpo, e dà per scontata la nostra completa identificazione con esso.

Lo spirito della persona nata di nuovo nella fede invece ci spinge nella direzione opposta: “preoccupatevi solo delle cose di lassù” (1). Chi si identifica con lo spirito rinnovato da Dio si preoccupa molto poco delle esigenze del corpo.

Ma noi credenti troppo spesso siamo un “prodotto misto” fatto di luci ed ombre, di cose spirituali e  cose carnali insieme.  Viviamo insomma con un piede di qua ed uno di là. Eppure la luce di Dio non ha nulla a che vedere con le tenebre e oggi dobbiamo sforzarci di capire e cercare di realizzare un passaggio di qualità importante. Vorrei dunque approfondire questo concetto.

 In un sogno che feci abitavo prima in una casa vecchia, di legno, fatiscente, che ad un certo punto crollò.  Qualcuno mi disse: “non preoccuparti la Chiesa te ne darà un’altra”. Però quest’altra, seppure in muratura, era stata edificata dallo stesso costruttore disonesto di prima e si portava dei vizi strutturali che non la facevano essere stabile. Sapevo che era pericolosa e che dovevo cambiarla ancora.

 Il significato è semplice: se siamo morti in Cristo alla vecchia vita, dovremmo vivere come nuove creature, in modo completamente rinnovato. A volte però, come nel sogno, abbiamo si una vita nuova, ma ci portiamo appresso dei “vizi strutturali” del passato: preoccupazioni, ansie, ira, desideri, ecc. Tutto questo indebolisce la “nuova persona” che dovremmo essere.

 Partiamo da un punto che spesso trascuriamo: nei cieli vi è una legge. Non una legge capestro e pesante come intendiamo noi, ma una legge di perfezione, stabilità, amore, pace ed equilibrio difficile da capire per noi. La possiamo un poco comprendere solo con la fede verso Chi, come il Signore, abita già nel cielo; insomma possiamo solo fidarci. Ora il punto è questo: nei luoghi del cielo non c’è spazio per le tenebre, ma c’è solo la luce di Dio.   Questo è il messaggio che abbiamo udito da lui e che vi annunziamo: Dio è luce, e in lui non ci sono tenebre (1Giovanni 1:5)

 Noi dunque che viviamo un cristianesimo terreno non molto perfetto data la carnalità, con un piede di qua ed uno di là, dovremmo prepararci e capire che non ci saranno mezze misure nel cielo. Questo non dobbiamo pensarlo come la regola ferrea di un tiranno, ma nel cielo ci sono tante creature che già vivono una perfezione e Dio non può fare due pesi e due misure; anche se Egli ci ama è pur sempre un Dio giusto e non fa preferenze tra i suoi figli.

La vita terrena dei salvati è una preparazione continua per raggiungere questo “standard di ingresso” nel cielo. Noi ci mettiamo la buona volontà ed il massimo del nostro impegno, poi sulla base dell’uso fatto dei nostri talenti il Signore giudicherà chi è degno di essere eletto, portato nel cielo.

 La domanda che ci dovremmo porre ogni giorno carissimi è la seguente: mi sto comportando davvero come una persona nata di nuovo nella fede? Sto dando il massimo? Oppure come in quel sogno rivesto un’apparenza solida ma dentro ho ancora delle cose vecchie che non ho eliminato? Per esempio parlo male del prossimo? Giudico le persone? Arrivo ad odiare qualcuno per una cosa terribile che ha fatto? Se è così allora mi devo ancora convertire. Infatti dice:  Chi dice di essere nella luce e odia suo fratello, è ancora nelle tenebre. (1Giovanni 2:9)

 Non sorvoliamo la nostra meditazione su questo punto cari amici: se io sono nelle tenebre e se nel cielo c’è solo luce, come potrei io vivere nel cielo? Se venisse il Signore in questo momento a prenderci, sarei preso o lasciato? Certo Dio può fare ogni cosa ed anche trasformarci in creature perfette pure se abbiamo ancora qualche peccato….  Però, pensateci bene…  ci sono creature nel cielo che non son cadute nel peccato; esse all’apparire dell’ingannatore non hanno ceduto alle tentazioni e sono rimaste fedeli. Se Dio facesse passare l’uomo nel cielo dicendo “vabbé, non fa niente… anche se sei mezzo santo e mezzo nel peccato ti faccio entrare lo stesso perché in fondo ti amo come sei…”  allora come risulterebbe la Sua giustizia nei confronti delle creature rimaste fedeli?

 Pensate un’altra cosa: perché il Signore ci invita sempre a pregare? Uno potrebbe dire: “Salvato sono salvato, posso lodare il Signore ma che altro devio chiedere di più? Quello che desideravo l’ho già avuto tutto”.

Ma l’errore è che siamo si salvati, ma, per una incomprensibile e misteriosa sapienza che solo il Creatore conosce noi dobbiamo dare una risposta a questa salvezza offerta su un piatto prezioso. Non è un diritto, è un dono. Accettarlo significa accettare il sacrificio di Cristo e fare nostra la Sua vita in noi. Questo comporta di conseguenza un cambiamento di coscienza e dunque anche di comportamento. Sono davvero rinato? Allora perché ancora odio il fratello o lo giudico? Ecco a che serve la preghiera: chiediamo a Dio che ci dia la grazia di completare anche nei fatti quello che ci manca per poter essere pronti per la vita nel cielo.

Non è facile per chi vive sulla terra. Ogni messaggio televisivo o multimediale mette in evidenza il piacere dei sensi del nostro corpo e il rafforzamento del nostro “io”. Dobbiamo essere belli, magri, con i capelli in un certo modo, con certi vestiti, certi profumi, avere successo, saper emergere sugli altri… ecc ecc 

E’ comprensibile dunque che chi invece si dedica alla mortificazione del proprio “io” si troverà in minoranza e dovrà sostenere una lotta continua. Anche nelle chiese pensate che sia morto l’”ego”?  Quante preghiere dette ad alta voce ci sono, che alla fine sono solo una esaltazione di noi stessi? E quanti pastori invece di preoccuparsi del gregge, amano riempire gli spazi solo di loro stessi per mostrare quanto son bravi e quanto potere hanno?

 Ecco, la Sapienza di Dio conosce le nostre debolezze ed i nostri peccati e lo Spirito quando siamo in preghiera ci corregge e ci insegna la via dell’eternità. Non ci adagiamo nel grigiore di chi è mezzo salvato e mezzo mondano. Cerchiamo di non dar troppo retta al nostro corpo che va educato.

R.R. 



 

(1) Colossesi 3:1 Se dunque siete stati risuscitati con Cristo, cercate le cose di lassù dove Cristo è seduto alla destra di Dio.

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