tempesta mare

Prendiamo due episodi vicini: Luca 8:22-25 (Gesù calma la tempesta) e Luca 8:26-39 (Gesù guarisce l’indemoniato di Gerasa).

Nel primo episodio, come è noto, Gesù dorme sulla barca, i discepoli hanno paura della tempesta e lo svegliano terrorizzati: «Maestro, Maestro, noi periamo!» Ma egli, destatosi, sgridò il vento e i flutti, che si calmarono, e si fece bonaccia. Poi disse loro: «Dov'è la vostra fede?» Ma essi, impauriti e meravigliati, dicevano l'uno all'altro: «Chi è mai costui che comanda anche ai venti e all'acqua, e gli ubbidiscono?»

I discepoli vedendo questa potenza di Gesù potremmo dire che passano da una paura all’altra. Assistere ad una manifestazione di questo genere sarebbe sconvolgente per tutti: una persona ha una padronanza sulla natura! In un attimo non vedono il Gesù di prima che stavano portando all’altra riva del lago, non sanno più chi è questo uomo potente, e bisbigliando tra loro intimoriti, "dicevano l'uno all'altro: «Chi è mai costui che comanda anche ai venti e all'acqua, e gli ubbidiscono?»

Il secondo episodio, anch’esso molto noto, tratta della guarigione di un uomo posseduto da molti demoni. Immaginate la scena a cui assistono le persone semplici del villaggio: sanno che tra loro c’era uno molto strano “posseduto da demòni e da molto tempo non indossava vestiti, non abitava in una casa, ma stava fra le tombe” “che anche quando lo legavano con catene e lo custodivano in ceppi, spezzava i legami, e veniva trascinato via dal demonio nei deserti.” All’arrivo di questo straniero chiamato Gesù che scende dalla barca, quest'uomo pazzo lo riconosce e gli si butta in ginocchio e tutti i suoi demoni con chissà quale voce “lo pregavano che non comandasse loro di andare nell'abisso”.

Se ancora oggi noi facciamo fatica a capire cos'è l'abisso e perché i demoni gli dicessero quelle cose, potete immaginare a quel tempo! Gesù permette poi agli spiriti di andare nei maiali e questi si buttano nel mare affogando. La vicenda ha dei risvolti misteriosi ancora oggi: "Coloro che li custodivano videro ciò che era avvenuto, se ne fuggirono e portarono la notizia in città e per la campagna. La gente uscì a vedere l'accaduto; e, venuta da Gesù, trovò l'uomo, dal quale erano usciti i demòni, che sedeva ai piedi di Gesù, vestito e sano di mente; e si impaurirono. Quelli che avevano visto, raccontarono loro come l'indemoniato era stato liberato."

A questo punto ci aspetteremmo un minimo di timoroso ringraziamento, invece che fanno? "L'intera popolazione della regione dei Gerasèni pregò Gesù che se ne andasse via da loro; perché erano presi da grande spavento".

Riflettiamo, abbiamo due manifestazioni della potenza di Gesù: nella prima sgrida la tempesta e i suoi discepoli si chiedono impauriti "ma chi è veramente quest'uomo?"; poi nella seconda libera una persona posseduta e la gente vedendo ed ascoltando cose che non può capire, ha paura di lui e lo prega di andar via.

L'uomo terreno non può comprendere il soprannaturale non lo sa classificare (altrimenti non sarebbe "uomo terreno"). Noi stessi no sappiamo come reagiremmo di fronte al Divino o a fatti di grande potenza. Probabilmente la prima reazione sarebbe per tutti di spavento.

I discepoli sulla barca e gli abitanti di Gerasa si trovano a fare l'esperienza del soprannaturale.  Un uomo capace di fare questo, cosa avrebbe potuto fare a tutti loro? Quelli di Gerasa avranno pensato: "Sarà un mago, un capo-demone pure lui? Mandiamolo via presto prima che ci faccia come ha fatto a quei maiali!"

Il nostro atteggiamento verso il Signore è diventato molto “umano”, pensiamo di trattare con uno come noi per il solo fatto che si sia fatto uomo. Gli diamo il giusto rispetto?

Cerchiamo di meditare, per quanto possibile, al realismo di questi episodi che la Scrittura ci trasmette.  Essere davanti al Signore! Davanti al Creatore! Chi non si metterebbe in ginocchio intimorito?

 

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