volpe riposa

Luca 9:57 Mentre camminavano per la via, qualcuno gli disse: “Io ti seguirò dovunque andrai”. 58 E Gesù gli rispose: “Le volpi hanno delle tane e gli uccelli del cielo dei nidi, ma il Figlio dell’uomo non ha dove posare il capo”.  59 A un altro disse: “Seguimi”. Ed egli rispose: “Permettimi di andare prima a seppellire mio padre”. 60 Ma Gesù gli disse: “Lascia che i morti seppelliscano i loro morti; ma tu va’ ad annunciare il regno di Dio”. 61 Un altro ancora gli disse: “Ti seguirò, Signore, ma lasciami prima salutare quelli di casa mia”. 62 Ma Gesù gli disse: “Nessuno che abbia messo la mano all’aratro e poi volga lo sguardo indietro, è adatto per il regno di Dio”.

Questi versetti, ad una prima lettura, possono sembrare scoraggianti.

Ammetto che la mia prima interpretazione a caldo, è stata più o meno questa: ad un certo punto della mia vita incontro Gesù, che mi parla di cose grandi, meravigliose, che sento vere, e di colpo allarga tutti i miei orizzonti. Allora desidero conoscerlo meglio e decido di seguirlo, ma Lui mi dice: “guarda che se mi segui non avrai un posto in cui rifugiarti, non avrai riposo”. E come se non bastasse, aggiunge: “per seguirmi devi lasciare tutti su due piedi, vivi e morti, se perdi tempo anche solo a salutare non vai bene, non puoi seguirmi”.

Ma fortunatamente i pensieri di Dio non sono i nostri pensieri. La logica di questa mia interpretazione è ingenua e completamente fuori rotta se la rapporto a quello che oggi intuisco del Signore. Così questi versetti li ho masticati a lungo, soprattutto la frase: “il Figlio dell'Uomo non ha dove posare il capo”. Spesso, in momenti particolarmente faticosi delle mie giornate, mi veniva in mente: non ho dove posare il capo.  E invece di scoraggiarmi, mi sentivo rinfrancata, sollevata, mi andava via la rabbia di non voler fare quello che stavo facendo. Così dall'emozione sono piano piano arrivata ad un'altra interpretazione, che sento ancora parziale e incompleta, ma più vera.

Lo sguardo di Cristo è stato il primo punto di riflessione. Nel pronunciare quelle parole, con quali occhi Gesù mi guarderebbe? Forse con aria di sufficienza, come per dire “il Regno di Dio non è un gioco, astenersi perditempo”? Oppure con aria indignata perché sto prendendo sottogamba la questione? No, nessuna delle due assolutamente. Sto imparando che Gesù ha uno sguardo amorevole, pieno di benevolenza, e che il Suo amore è balsamo e medicina. Se rileggo i versetti riportati sopra, con la certezza che quelle parole sono state pronunciate con amore, ho accesso a un altro livello di lettura.

Dio non ci ha creati solo per vivere questa vita mortale. Gesù non è venuto a sacrificarsi solo per farci stare più sereni in questa esistenza. Se abbiamo sperato in Cristo per questa vita soltanto, noi siamo i più miseri fra tutti gli uomini. (1Corinzi 15:19)

Gesù ci parla di cose molto più grandi e ci offre una pace e un riposo veri, che non sono di questo mondo. E allora le Sue parole acquistano un altro senso. Seguire Gesù significa avere la certezza di riposare davvero, di essere al sicuro per sempre e non dover temere mai più niente. In questa vita mi sentirò un po' sempre come un uccello caduto dal nido, non avrò effettivamente dove posare il capo perché avrò compreso che solo in Lui c'è pace e riposo. Lui mi ha preparato un luogo stabile in eterno, e da lì nessuno potrà mai farmi cadere. Se assaggio il riposo che Gesù vuole offrirmi, nessun letto, nessuna vacanza, nessun momento di relax potrà più sembrare vero riposo. Gesù toglie il velo che offusca il mio sguardo e mi svela un po' alla volta la Verità, mi tende una mano per sollevarmi al di sopra di questa vita.

Quando dice di lasciare che i morti seppelliscano i loro morti, non mi sta certo invitando a scandalizzare tutti e a disertare i funerali, ma sta dicendo che quando seguo Lui, la morte non esiste più, perché sono viva per sempre, in una vita nuova di cui questa esistenza è solo il pallido riflesso. Mi sta dicendo di non mettere il cuore in quello che è destinato a finire, ma in quello che invece durerà in eterno.

Infine, mi dice di non voltarmi indietro. A che cosa si riferisce? Io credo che il senso di questa vita sia quella di riscoprirci creature desiderate, figli amati di un amore gratuito, incondizionato e immenso, e che abbiamo una scelta da compiere: tornare al Creatore e Padre che ci ama, oppure decidere di bastare a noi stessi per sempre, stavolta in piena coscienza, avendo sperimentato in questa esistenza cosa questo significhi e comporti. Se comprendo questo, io cercherò il volto di mio Padre dovunque, spererò in Lui fino alla fine. Ma potrò anche decidere di non farlo. Dio mi ha creata libera di accogliere o rifiutare il Suo amore. Guardare indietro dopo aver compreso l'amore di Dio risulta quasi impossibile, a meno che io non decida consapevolmente di distogliere il mio cuore da Lui, e riporlo nelle gioie effimere di questa vita.

Seguire Gesù vuol dire accettare il dono del riposo vero, e di conseguenza scoprire che le nostre pene quotidiane non solo sono sopportabili, ma sono perfino fonte di gioia, in nome di quell'amore. Impariamo da Lui a fare tutto per amore perché l'amore alleggerisce ogni fardello. È tutta un'altra storia.

Seguire Gesù vuol dire accettare il dono della resurrezione e non morire più. E vuol dire desiderare che anche gli altri vivano per sempre.

Seguire Gesù vuol dire accettare il Suo amore gratuito, e non tornare sui nostri passi per seguire l'antico orgoglio di voler essere creatori di noi stessi.

 

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