Giona inghiottito dalla balena

Ecco un racconto educativo: Dio dà un compito a Giona e lo manda a Ninive. Giona non condivide l’idea di Dio e si dirige esattamente dalla parte opposta imbarcandosi.

  • nella sua disobbedienza involontariamente coinvolge altri uomini (i marinai) tutti in balia di una burrasca
  • Giona si butta in mare per salvare gli altri
  • Dio lo salva dall’affogamento facendolo inghiottire da un grande pesce
  • Giona passa 3 giorni e 3 notti nel ventre del pesce
  • nel momento in cui eleva una lode a Dio per averlo salvato, il pesce lo sputa fuori sulla terraferma.

Dio di nuovo gli ripete il mandato

  • Giona obbedisce ma non condivide
  • si isola fuori dalle mura di Ninive perché arrabbiato
  • Dio gli regala una pianta per avere ombra e Giona ne è felice
  • Dio manda un verme a far seccare la pianta e poi manda un vento caldo soffocante
  • Giona si irrita.

Dio gli pone 3 domande:   

  1. Fai bene a irritarti così?  - Giona non risponde
  2. Fai bene ad irritarti così per la pianta? - Giona risponde sì, faccio bene
  3. Tu ti dai pena per quella pianta… ed io non dovrei avere pietà di Ninive?

A Giona viene dato un compito difficile: deve andare proprio da chi aveva oppresso e distrutto Israele (qualcuno ha scritto che è come mandare un ebreo al tempo del nazismo, a portare una via di salvezza e di perdono a Berlino), e a lui non sembra per niente giusto offrire questa possibilità proprio a Ninive.

Scappa da Dio, si nasconde, non discute, non pone obiezioni ma semplicemente se ne va da un’altra parte, si allontana (scende): scende a dormire nella nave, scende in mare, resta al chiuso nel ventre, si isola fuori dalle mura.

Invece Dio lo cerca e vuole innalzarlo:  “Alzati e va a Ninive!” ripete due volte   1:2,  3: 2

 “sono sprofondato… e tu mi hai fatto risalire dalla fossa” 2:7  - Dio lo insegue e vuole parlare con Giona, non lo lascia nella rabbia, non interrompe il dialogo.

  • Giona vede soltanto se stesso, è concentrato solo su di sé e sul suo dispiacere, sulla sua rabbia, sulla sua idea di giustizia. Ed è anche geloso, non vuole condividere l’amore di Dio, ha paura di perdere l’attenzione di Dio proprio quando l’Eterno lo sta chiamando a collaborare con Lui, quando gli sta dando un importantissimo compito. Il compito è dimostrare fino a che punto Dio può amare, dimostrare che Lui non esclude nessuno, che tutti possono essere riaccolti se si pentono e cambiano comportamento. Ma Giona nella sua solitudine e nella sua rabbia gelosa, ha soltanto paura di essere lasciato da Dio mentre è proprio lui ad allontanarsi.
  • Giona vuole l’esclusività della salvezza e vede soltanto il suo sistema di giustizia; Giona si chiude e scappa, Giona ha paura di essere abbandonato, dubita della capacità di amare del suo Dio. Ma Dio è paziente e gli vuole insegnare l’amore: l’amore che cammina, che si sposta, che abbraccia tutti anche chi ha sbagliato; l’amore che richiama alla calma e alla lucidità, alla riflessione e alla valutazione; l’amore che segue la logica del Signore, quella del perdono e dell’accoglienza.

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