Bibbia

Continua da... I VARI ASPETTI DELLA FEDE (parte 1): LA PERSEVERANZA – 257 ST


"3 Poiché la sua divina potenza ci ha donato tutte le cose che appartengono alla vita e alla pietà, per mezzo della conoscenza di colui che ci ha chiamati mediante la sua gloria e virtù, 4 attraverso le quali ci sono donate le preziose e grandissime promesse, affinché per mezzo di esse diventiate partecipi della natura divina, dopo essere fuggiti dalla corruzione che è nel mondo a motivo della concupiscenza. 5 Anche voi per questa stessa ragione, usando ogni diligenza, aggiungete alla vostra fede la virtù, alla virtù la conoscenza, 6 alla conoscenza l'auto-controllo, all'auto-controllo la perseveranza, alla perseveranza la pietà, 7 alla pietà l'affetto fraterno e all'affetto fraterno l'amore. 8 Perché, se queste cose si trovano in voi abbondantemente, non vi renderanno pigri né sterili nella conoscenza del Signore nostro Gesù Cristo. 9 Chi invece non ha queste cose è cieco e miope, perché ha dimenticato di essere stato purificato dai suoi vecchi peccati. 10 Perciò, fratelli, sforzatevi sempre maggiormente di rendere sicura la vostra vocazione ed elezione perché, facendo queste cose, non inciamperete mai. 11 Così infatti vi sarà ampiamente concesso l'ingresso nel regno eterno del nostro Signore e Salvatore Gesù Cristo. 12 Perciò non tralascerò di ricordarvi del continuo queste cose, benché le conosciate già e siate saldi nella verità che ora avete." (2 Pietro 2:3-12)

La fede per quanto meravigliosa possa essere da sola non basta affinché sia perfetta. Esistono una serie di qualità, elencate da Pietro, che le vanno ad aggiungere armonia e bellezza. Una di queste è la conoscenza.

L’apostolo Pietro, infatti, ci esorta non solo a crescere nella grazia ma anche nella conoscenza:

“crescente invece nella grazia e nella conoscenza del Signore e Salvatore nostro Gesù Cristo. A lui sia la gloria, ora e in eterno Amen” (2 Pietro 3:18).

Il crescere nella conoscenza è fondamentale per la nostra vita cristiana.

L’obiettivo del credente dovrebbe essere quello di assomigliare il più possibile a Cristo Gesù.

“Siate miei imitatori, come anch’io lo sono di Cristo” (1Corinzi 11:1).

Ma come è possibile imitare qualcuno se non lo si conosce?

Dobbiamo studiare e riproporci di ascoltare meglio la Scrittura per poter apprendere le qualità e le virtù di Gesù e riportarle così nella nostra vita quotidiana.

Il crescere in conoscenza per assomigliare sempre più a Gesù comporta anche altri sviluppi:

  • Evitare di essere ingannati da Satana.
  • Non commettere errori credendo di dare un servizio a Dio.

Nella sua seconda epistola Pietro ci mette in guardia dai falsi profeti che sono tra noi.

Così come Satana ha tentato di ingannare Gesù mediante la Parola, i suoi figli tenteranno di ingannare anche noi.

Migliaia sono oggi i credenti che vengono tratti in inganno nella trappola di Satana che manda i suoi seguaci a confondere le idee distorcendo l’uso della Parola.

Tuttavia Gesù conosceva perfettamente la Parola e non si è lasciato tentare e lo stesso dovremmo essere in grado di fare anche noi per poter smascherare i figli di Satana quando tentano di allontanarci da Dio.

Assomigliare a Gesù non vuol dire solamente contrastare efficacemente Satana con l’uso della Parola, ma anche evitare di commettere errori che possono condurci lontano dal Signore. 

Nei Salmi è scritto: “La tua parola è una lampada al mio piede e una luce sul mio sentiero” (Salmo 119:105)

Mentre per bocca del profeta Osea ha detto: “il mio popolo perisce per mancanza di conoscenza” (Osea 4:6)

Ciò vuol dire che la mancanza di conoscenza ci può portare su strade sbagliate e farci inciampare durante il nostro cammino; per questo la Sua Parola è paragonata ad una luce, perché senza di essa c’è buio e al buio è più facile perdersi. Senza rendercene conto rischiamo di peccare contro Dio. 

L’apostolo Paolo può essere di esempio in questo. Prima della sua conversione perseguitava i credenti credendo di rendere un servizio gradito a Dio ma il suo era uno zelo senza conoscenza che l’ha portato a peccare contro il Signore. 

La nostra conoscenza non deve essere perciò come quella che era di Paolo prima di convertirsi, ossia esclusivamente intellettuale e legalista. Ad essa dobbiamo aggiungere la guida dello Spirito Santo affinché ci faccia comprendere l’essenza di Dio.

“affinché il Dio del Signor nostro Gesù Cristo, il Padre della gloria, vi dia lo Spirito di sapienza e di rivelazione, nella conoscenza di lui” (Efesini 1:17).

Questo perché finché viviamo in corpi carnali le nostre capacità sono limitate ma quando sarà venuta la perfezione, ossia il ritorno del Signore e Salvatore nostro Gesù Cristo, allora otterremo dei corpi perfetti, come Gesù sul monte della trasfigurazione, ed allora tutti i doni cesseranno e la conoscenza sarà abolita perché oggi nei nostri corpi imperfetti conosciamo solo in parte ma quando ci sarà la perfezione allora ciò che è in parte sarà abolito. (1Corinzi 13:8-10).

Matteo Pisano

(continua… la terza parte uscirà l'8 Aprile)


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