Perseveranza

2 Pietro 1:3 Poiché la sua divina potenza ci ha donato tutte le cose che appartengono alla vita e alla pietà, per mezzo della conoscenza di colui che ci ha chiamati mediante la sua gloria e virtù, 4 attraverso le quali ci sono donate le grandissime e preziose promesse, affinché, per mezzo di esse diveniate partecipi della natura divina, dopo essere fuggiti dalla corruzione che è nel mondo a motivo della concupiscenza. 5 Anche voi per questa stessa ragione, usando ogni diligenza, aggiungete alla vostra fede la virtù, alla virtù la conoscenza, 6 alla conoscenza l’autocontrollo, all’autocontrollo la perseveranza, alla perseveranza la pietà, 7 alla pietà l’affetto fraterno e all’affetto fraterno l’amore. 8 Perché, se queste cose si trovano in voi ed abbondano, non vi renderanno oziosi ne infruttuosi nella conoscenza del Signore Gesù Cristo. 9 Chi invece non ha queste cose è cieco e miope, perché ha dimenticato la purificazione dei vecchi peccati. 10 Perciò, fratelli, impegnatevi sempre più di rendere sicura la vostra vocazione ed elezione perché, facendo queste cose, non inciamperete mai. 11 Così infatti vi sarà ampiamente concesso l’ingresso nel regno dei cieli del nostro Signore Gesù Cristo. 12 Perciò non tralascerò di ricordarvi di continuo queste cose, benché le conosciate già e siete saldi nella verità che ora avete. 

La fede non è il semplice credere nell’esistenza del Dio creatore.

La fede è qualcosa che va oltre la consapevolezza dell’esistenza di Dio; essa avvolge completamente la nostra vita ed influenza il nostro modo di vivere a tal punto da dire: “Io sono stato crocefisso con Cristo e non sono più io che vivo, ma è Cristo che vive in me; e quella vita che ora vivo nella carne, la vivo nella fede del Figlio di Dio, che mi ha amato e ha dato se stesso per me" (Galati 2:20); da queste parole capiamo che la fede è un atto di amore, un completo donarsi verso chi ci ha amato e si è donato per primo.

Giacomo ha scritto: “Tu credi che c’è un solo Dio. Fai bene; anche i demoni credono e temono. Ma vuoi renderti conto, o insensato, che la fede senza le opere è morta?” (Giacomo 2:19-20).

Questo implica che la fede deve essere viva, ossia deve essere applicata nella nostra vita quotidiana e le opere di cui parla Giacomo sono proprio l’applicazione dell’amore, della misericordia e della fiducia in Dio nella nostra vita affinché si possa vedere in noi la differenza, proprio come disse Gesù: “Voi siete la luce del mondo; una città posta sopra un monte non può essere nascosta” (Matteo 5:14).

Quindi la fede deve ricoprire ogni aspetto della nostra vita e ci sono diverse qualità da aggiungergli per poterla meglio praticare.

Secondo Pietro una di queste qualità è la perseveranza, ossia quella fiducia in Dio che ci porta a mantenere la calma e ad avere pazienza anche nelle situazioni più disperate.

La perseveranza che un cristiano deve avere non è però una perseveranza passiva, ossia il semplice resistere passivamente alle difficoltà che ci sono poste davanti, come può fare ad esempio un carcerato che non può far altro che aspettare la fine della sua pena.

“Anche noi dunque, essendo circondati da una tale nuvola di testimoni, deposto ogni peso e il peccato che ci sta sempre attorno allettandoci, corriamo con perseveranza la gara che ci è posta davanti, tenendo gli occhi su Gesù, autore e compitore della nostra fede, il quale, per la gioia che gli era posta davanti, soffrì la croce, disprezzando il vituperio, e si è posto a sedere alla destra del trono di Dio.” (Ebrei 12:1-2)

La vita è come una gara da correre; dobbiamo correre con perseveranza tenendo gli occhi fissi su Gesù. Dobbiamo prendere il suo esempio che sopportò il dolore e il peso della croce in virtù della sua missione. Ognuno di noi ha più forza per resistere alle difficoltà quando pensa che il premio vale molto di più della sofferenza.

Possiamo così capire che la perseveranza è solo il primo gradino di una scala ricca di benedizioni. Essa ci porta a comprendere che determinate prove ci sono state date per testare la nostra fede e che ci faranno crescere spiritualmente ed è solo avendo queste certezze che riusciremo a perseverare.

“E non soltanto questo, ma ci vantiamo anche nelle afflizioni sapendo che l’afflizione produce perseveranza, la perseveranza esperienza e l’esperienza speranza” (Romani 5:3-4).

Difatti affrontare le difficoltà nel giusto spirito producono in noi la perseveranza cioè la forza di resistere alla sofferenza che, una volta passata produrrà in noi l’esperienza necessaria che ci farà comprendere l’amore di Dio. Ogni volta che avremmo qualche problema che a noi sembra insormontabile ci ricorderemo sempre delle esperienze passate che ci daranno così la speranza di vincere queste nuove sfide.

“Ricordo i giorni antichi; medito su tutte le tue opere; rifletto su ciò che le tue mani hanno fatto” (Salmi 143:5)

Questo è il frutto della perseveranza, il ricordarsi dell’amore che Dio ha per noi affinché anche noi, come l’apostolo Paolo, possiamo dire “mi rallegro nelle mie sofferenze” (Colossesi 1:24); infatti conoscendo quanto Dio abbia già ha fatto nella nostra vita, abbiamo la certezza di non essere soli in quel momento e possiamo così già pregustare il suo amore.

Matteo Pisano

(continua… la seconda parte uscirà l'1 Aprile)

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