Giuseppe e i suoi fratelli

Genesi 50:15 I fratelli di Giuseppe, quando videro che il loro padre era morto, dissero: «Chi sa se Giuseppe non ci porterà odio e non ci renderà tutto il male che gli abbiamo fatto?» 16 Perciò mandarono a dire a Giuseppe: «Tuo padre, prima di morire, diede quest'ordine: 17 "Dite così a Giuseppe: Perdona ora ai tuoi fratelli il loro misfatto e il loro peccato; perché ti hanno fatto del male". Ti prego, perdona dunque ora il misfatto dei servi del Dio di tuo padre!» Giuseppe, quando gli parlarono così, pianse. 18 I suoi fratelli vennero anch'essi, si inchinarono ai suoi piedi e dissero: «Ecco, siamo tuoi servi». 19 Giuseppe disse loro: «Non temete. Sono io forse al posto di Dio? 20 Voi avevate pensato del male contro di me, ma Dio ha pensato di convertirlo in bene per compiere quello che oggi avviene: per conservare in vita un popolo numeroso. 21 Ora dunque non temete. Io provvederò al sostentamento per voi e i vostri figli». Così li confortò e parlò al loro cuore.

Di tanto in tanto rivedo anche il film tratto dalla storia di Giuseppe. E ogni singola volta il mio cuore viene toccato dal grande amore che dimostra ai suoi fratelli, nonostante TUTTO.

Nonostante tutto: Giuseppe era figlio di Rachele e Giacobbe, era il più amato dal padre. Si può dire che venisse trattato diversamente dai suoi fratelli, probabilmente era il più coccolato, dato che era nato quando Giacobbe era già avanti negli anni.

Ad un certo punto, questo ragazzo di 17 anni, già precedentemente osteggiato dai fratelli maggiori, viene mandato dal padre a controllarli. I figli di Giacobbe avevano condotto le greggi al pascolo, lontano dalla terra in cui stavano risiedendo a quel tempo. Questi 10 fratelli avevano una cattiva fama, non erano retti di cuore come il loro padre, per questo occorreva che il loro lavoro venisse controllato. Giuseppe avrebbe dovuto fare un resoconto, una volta tornato da Giacobbe.

Purtroppo per il ragazzo, i suoi fratelli decisero della sua sorte e nonostante gli svariati tentativi da parte di Ruben e Giuda di salvargli la vita, fu comunque venduto ad una carovana di ismaeliti e andò incontro a diverse sofferenze. Passò 13 anni tra l’essere schiavo in casa di un egiziano ed essere imprigionato ingiustamente, al divenire il secondo uomo più potente in Egitto, dopo il faraone. A 30 anni il Signore lo elevò al massimo rango medicando tutte le sue ferite e colmandolo di beni.

In quegli anni trascorsi lontano dalla sua famiglia, chissà quante volte avrà dubitato del Dio sei suoi padri. Tuttavia quella sofferenza servì a fargli fare una esperienza personale con il Signore. Giuseppe ad un certo punto capì che Dio era stato con lui in ogni momento. Sin dalla sua fanciullezza, anche quando lo vendettero come schiavo, persino quando finì in prigione da innocente. Una fede, la sua, messa alla prova affinché il carattere si formasse per lo scopo che Dio aveva per lui e la sua famiglia. Giuseppe avrebbe dovuto acquisire il carisma di un capo, una persona con autorità, con la giusta misura di potere, per trarre in salvo il suo parentado che all’epoca consisteva in 70 persone.

Quegli uomini che avevano disprezzato e venduto il loro fratello minore, ad un certo punto avevano capito di aver peccato gravemente. Quando realizzarono che Giuseppe avrebbe potuto vendicarsi, avevano avuto timore per le loro vite.

Per me, questa fu una chiara dimostrazione del fatto che quel loro fratello non l’avessero mai conosciuto realmente. Giuseppe aveva sempre avuto fede in Dio, i suoi fratelli no. Certo, temevano il Signore come era stato loro insegnato da Giacobbe ma non si erano mai sforzati di conoscerlo veramente ed avere una relazione personale con Lui. E la stessa cosa avevano fatta con Giuseppe. Era sangue del loro sangue, ma non nutrivano alcun rispetto per lui e non lo consideravano all’altezza di essere loro amico! A volte l’indifferenza e l’odio portano alle tragedie. Ma quel male fu convertito in bene perché era nel piano di Dio. Non sappiamo quanto tempo servì a Giuseppe prima di elaborare il tradimento e il ripudio dei suoi fratelli, ma sicuramente l’amore per Dio lo aiutò a perdonarli.

Giuseppe fu respinto dai suoi fratelli ma alla fine li perdonò e li salvò.

Cristo Gesù fu respinto dai suoi, ma alla fine li perdonò e li amò sino alla fine, morendo in croce per la salvezza di tutta l’umanità!

A Dio tutto l’onore e la gloria in eterno!

V.D.S.

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