Agnelli mansueti e miti
  • Che vuol dire “mite”?

 Dal latino “mitis” significa “tenero, maturo” riferito ai frutti; ed è detto anche di persona che ha carattere dolce e umano, disposto alla pazienza e all’indulgenza. (1)

Dal greco “pràotes”, la parola mansuetudine significa: forza sotto controllo, mentre pràos, termine con cui si definisce un cavallo domato, indica il mansueto, colui che permette alla Parola di Dio e allo Spirito Santo di tenere sotto il loro controllo la propria forza e si lascia guidare nell’usarla. (2)

Il termine ebraico che indica la mitezza significa anche povertà. Perciò la mitezza include un atteggiamento di povertà spirituale, di pazienza, dolcezza e fiducia in Dio, che esclude la collera, la stizza e l’irritazione. La mitezza è invece una tranquillità d’animo, che è frutto della carità e che si manifesta esteriormente in un atteggiamento di totale benevolenza verso gli uomini e di coraggiosa sopportazione di persone o di eventi spiacevoli. (3)

 

  • Si è o si diventa miti?

Immagino le persone come me, che non hanno mai avuto un carattere tollerante e mite, come si possano sentire di fronte a queste definizioni: interessate ma anche frustrate.  

Ho sempre ammirato le persone calme, controllate, mansuete, che anche senza parlare ti trasmettono un senso di pace e tranquillità e mi sono sempre chiesto: “beate loro, ma come fanno ad essere così?” Fino a non molto tempo fa consideravo questo temperamento come innato - o ce l’hai o non ce l’hai -  ed in parte è vero che alcuni nascono caratterialmente più calmi ed altri meno; però adesso che ho approfondito, confrontandomi anche con la sorella psicologa Gabriella (vedi Psicoflash: LA  MITEZZA), devo dire che la mansuetudine come frutto dello Spirito Santo non è una prerogativa solo di pochi fortunati, ma è, e deve essere,  il normale passaggio del cristiano che si avvia alla maturità della fede.

Ciò che mi ha portato a questa conclusione è la riflessione biblica che rivela il “carattere forte e mansueto” di Dio e la potenza dello Spirito Suo, che fa risorgere, plasma, educa, forgia, il nostro carattere di uomini a Sua somiglianza. Dio è potente e può fare tutto, eppure si manifesta in modo mite, benevolo. Non è dunque una debolezza ma la gestione controllata e piena d’amore di una forza che non ha bisogno di dimostrazioni.

Vediamo di puntualizzare:

1. Il Signore è mite;

Ma tu, Signore, sei un Dio pietoso e misericordioso, lento all'ira e grande in bontà e in verità. (Salmi 86:15);

Il SIGNORE è pietoso e clemente, lento all'ira e ricco di bontà. (Salmi 103:8); [innumerevoli sono i passi nel Vecchio Testamento che definiscono così l’Eterno]

2. Noi siamo portati a rassomigliarGli per il nostro bene;

 …che ogni uomo sia pronto ad ascoltare, lento a parlare, lento all'ira; (Giacomo 1:19);

Non affliggerti a motivo dei malvagi; non portare invidia a quelli che operano perversamente,  […] Sta' in silenzio davanti all'Eterno e aspettalo; non affliggerti per colui che prospera nelle sue imprese, per l'uomo che segue i suoi malvagi disegni. Cessa dall'ira e lascia lo sdegno; non affliggerti; ciò porterebbe anche te a far del male. Poiché i malvagi saranno sterminati, ma coloro che sperano nell'Eterno possederanno la terra. Ancora un po' e l'empio non sarà più; sì, tu cercherai attentamente il suo posto, e non ci sarà più. Ma i mansueti possederanno la terra e godranno di una grande pace. (Salmi 37:1, 7-11)

 [Gesù prese a dire…] Prendete su di voi il mio giogo e imparate da me, perché io sono mansueto e umile di cuore; e voi troverete riposo alle anime vostre; (Matteo 11:29)

3. Il Signore ci educa in questo con pazienza e determinazione, ci aiuta anche se il nostro temperamento iniziale è tutt’altro che mite;

È stata la riflessione su Mosè che mi ha dato speranza e fiducia.   Mosè aveva un carattere certamente violento visto che uccise due egiziani; aveva già 40 anni, ma Dio lo fece abitare per altri 40 anni nel deserto. È qui che Mosè fu “domato” ed imparò l’ubbidienza. Il deserto, ciò che esso rappresenta, è fondamentale per ogni cristiano e lo Spirito di Dio ci fa passare nel deserto (come fece con Gesù) come in un battesimo di fuoco forzato, prima di fidarsi di noi. L’uomo naturale è come un cavallo selvatico che corre dovunque senza controllo; ma l’uomo spirituale è come un cavallo domato da Dio (pràos cavallo domato - mansueto) che segue fedelmente le Sue indicazioni, perché si fida ciecamente dell’Eterno e sa che le Sue sono indicazioni sempre per il bene. Solo dopo 80 anni, negli ultimi suoi 40 anni Mosè fu mandato in Egitto, nella pienezza della su maturità, e Dio si poté fidare di lui per una missione così importante.

Ecco il miracolo: Mosè il violento assassino dei due egiziani, dopo un lungo periodo nel deserto lavorato, scolpito  nell’anima da Dio stesso, era diventato “… un uomo molto mansueto, più di chiunque altro sulla faccia della terra. (Num 12:3)

Allora tutte le persone come me, con un carattere che è sempre stato ribelle, violento, litigioso, impulsivo, facile all’ira, possono consolarsi e dire: “Se Mosé, da assassino violento è diventato il più mite della terra, allora anch’io, con l’aiuto dello Spirito di Dio, posso diventarlo!”

 4. Il Signore vuole che noi diventiamo miti;

 Il discepolo cristiano sa che deve tendere alla perfezione di Dio: “Voi dunque siate perfetti, come è perfetto il Padre vostro celeste”. (Matteo 5:48)

Sa che deve riscoprire in sé stesso quella persona che Dio volle a Sua immagine. È in questo processo di rinascita e riscoperta di noi stessi che ci lasciamo guidare docilmente dallo Spirito Santo. E lo Spirito di Dio manifesta pian piano tutti i Suoi frutti: "Il frutto dello Spirito invece è amore, gioia, pace, pazienza, benevolenza, bontà, fedeltà, mansuetudine, autocontrollo"; (Galati 5:22)

Nel progetto di Dio siamo chiamati a governare con Lui in una nuova Terra, in pace, dove non ci sarà più posto per la violenza o l’aggressività: “Il lupo abiterà con l'agnello e il leopardo giacerà col capretto; il vitello, il leoncello e il bestiame ingrassato staranno insieme e un bambino li guiderà”. (Isaia 11:6)

Per questo dice: “Beati i mansueti, perché erediteranno la terra” (Matteo 5:5)

Ora noi sappiamo che Dio stesso ha iniziato in noi un processo di nuova nascita interiore e questo che scopo avrebbe se non prepararci alla vita eterna? Non importa da che condizioni partiamo, ciò che conta è che Dio porterà a termine in ognuno di noi la sua trasformazione come fece con Mosè. Basta solo che noi ci affidiamo a Lui. Non occorrono doti particolari se non la fiducia consapevole, ed Egli stesso da questo blocco di pietra che siamo noi, saprà tirare fuori per ognuno di noi la creatura così come l'aveva concepita nella Sua mente:

“Or il Dio di ogni grazia, che vi ha chiamati alla sua gloria eterna in Cristo, dopo che avrete sofferto per breve tempo, vi perfezionerà egli stesso, vi renderà fermi, vi fortificherà stabilmente” (1Pietro 5:10)

La forza che impareremo nel nostro deserto che stiamo attraversando e che piacerà all'Eterno è quella che ricercò e che trovò già in Cristo Gesù: «Ecco il mio servo, che io sostengo, il mio eletto in cui la mia anima si compiace. Ho posto il mio Spirito su di lui; egli porterà la giustizia alle nazioni. Non griderà, non alzerà la voce, non farà udire la sua voce per le strade. Non spezzerà la canna rotta e non spegnerà il lucignolo fumante; presenterà la giustizia secondo verità. Egli non verrà meno e non si scoraggerà, finché non avrà stabilito la giustizia sulla terra; e le isole aspetteranno la sua legge». (Isaia 42:1-4; Matt 12:18..) 

R.R.


 NOTE

(1) Dizionario Treccani

(2) paroladellagrazia.it

(3) proposta.dehoniani.it

 

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