Stretta di mano tra due notebook

A cura di Gabriella Ciampi – psicologa psicoterapeuta

UNA NUOVA POSSIBILITA’, RELATIVAMENTE NUOVA…

La tecnologia è avanzata velocemente e di conseguenza sono aumentate le modalità offerte anche nell’ambito dei servizi sanitari online. Oggi si parla di “e-therapy” oppure “e-health” riferendoci ai servizi di assistenza sanitaria effettuati tramite telefonate, video-chiamate, e-mail, piattaforme o siti; anche nell’ambito della psicologia e psicoterapia c’è la possibilità di intraprendere percorsi di sostegno o cura online (viene anche detta telepsicologia). Negli Stati Uniti e in diversi paesi europei lo psicologo online è già molto diffuso, e tra gli psicoterapeuti italiani, da pre-COVID, una buona percentuale usa colloqui da remoto.

Le nuove condizioni imposte a tutti dalla pandemia hanno improvvisamente reso la e-therapy il modo primario con cui continuare a rispondere alle richieste di aiuto e alle terapie in corso.

Le possibilità comprendono la telefonata, la videochiamata attraverso WhatsApp, l’uso di piattaforme tipo Skype o Zoom per video colloqui, e la scrittura via email. Ognuna di queste modalità ha pregi e difetti.

QUALI VANTAGGI E BENEFICI?

La consulenza e la psicoterapia on line offrono da tempo la possibilità di accessibilità a quella percentuale di persone che non si avvicinerebbero per vari motivi ad uno studio o un centro psicologico: persone con mobilità limitata, che vivono in luoghi difficilmente raggiungibili,  isolati e/o in cui sono presenti soltanto pochi servizi; persone fisicamente disabili, gli stessi caregiver che non possono allontanarsi; coloro che per lavoro hanno una limitata disponibilità oraria, chi si è trasferito all’estero e ha il problema della lingua. Aggiungiamoci anche quelle persone che temono di essere stigmatizzate per il fatto di aver bisogno dello psicologo e temono di essere scoperti.

La modalità via cellulare (videochiamate) o via computer permette di agganciare bene gli adolescenti, i millennials (la generazione Y, cioè i nati tra gli anni ’80 e anni ’90) e la generazione Z (i nati dalla seconda metà anni ‘90e la fine degli anno 2000), avvezzi sin dalla prima infanzia all’uso della tecnologia e dei social media.

Tramite email, ci può essere una maggiore comprensione tra terapeuta e paziente proprio grazie alla lentezza dello scambio, e una buona interiorizzazione dei contenuti emersi dai colloqui da parte del paziente grazie al fatto di poter rileggere in qualsiasi momento quanto scritto.

La video chiamata, qualunque sia il supporto usato, è preferibile alla semplice telefonata o alla email in quanto propone una condizione la più vicina alla seduta vis à vis.

Per ultimo, un vantaggio non irrilevante per qualcuno, può essere la tariffa della terapia che spesso è inferiore, in maniera più o meno significativa, rispetto alle sedute in presenza.  Tale riduzione è giustificata da molti professionisti dal venir meno dei costi per lo spostamento e per lo studio. Non va però dimenticato tuttavia che, dal punto di vista professionale, il terapeuta svolge lo stesso lavoro, con identico impegno e attenzione.

QUALI LIMITI ?

Il limite comune a tutte le modalità virtuali è l’assenza della prossimità fisica che comporta due svantaggi importanti: l’assenza del contatto fisico, che rende impossibile l’uso del toccarsi in quelle terapie la cui metodologia fa uso del corpo (per esempio la Bioenergetica)  e il non poter percepire “in vivo” il linguaggio non verbale di tutto il corpo, elemento importante per una comunicazione interpersonale.

Un altro svantaggio, specifico della modalità via email, è il fatto che sia una comunicazione asincrona, a volte con un ritmo troppo lento dove si perdono alcuni elementi dell’eloquio (velocità, tonalità, ecc); non è adatta nelle emergenze e nelle urgenze.

Di diverso genere sono i limiti pratici: per svolgere le sedute a distanza occorre un buon funzionamento dei dispositivi usati, una buona connessione, e soprattutto la condizione perfetta per svolgere il colloquio in tutta tranquillità e privacy, senza interruzioni e terze presenze.

QUALI DISTURBI POSSONO ESSERE TRATTATI A DISTANZA?

La modalità di intervento a distanza si adatta bene a problemi e sintomatologie legate alla crescita e alla realizzazione personale, e ai disturbi d’ansia come agorafobia e fobia sociale.

Come detto sopra, risulta essere un sistema vincente con gli adolescenti, in particolare quelli che tendono all’isolamento volontario (Hikikomori).

Al contrario la e-therapy non è consigliabile per i casi in cui si presenta un rischio suicidario o  eterolesivo, nei casi di depressione grave, tossicodipendenze, alcolismo, cattiva gestione dell’aggressività, nel disturbo di personalità borderline. Viene anche sconsigliata in situazioni di patologia particolarmente gravi quali le psicosi o le gravi depressioni, e i disturbi alimentari gravi (anoressia e bulimia), per le quali resta necessario un intervento diretto di persona e un approccio multidisciplinare.

QUANTO E’ EFFICACE?

La mancanza della vicinanza fisica che impedisce la lettura del linguaggio non verbale (LNV) sembra essere il limite maggiore. Tuttavia bisogna dire che la psicoterapia non si regge soltanto su questo elemento e quindi sebbene il comportamento non verbale sia importantissimo, la sua riduzione non determina l’esito della terapia. Il terapeuta porrà maggiore concentrazione sugli altri elementi mantenendo la propria presenza più sveglia e attenta.

Diversi studi hanno dimostrato l’efficacia della terapia online. Anche l’alleanza terapeutica che si stabilisce è buona e non difettosa.

L’efficacia dipende anche dalla convinzione a svolgere il percorso con la modalità a distanza. Se si è convinti dell’inefficacia, perché si ritiene indispensabile il “calore” della vicinanza fisica, è inutile provare; se invece si è in dubbio, è meglio fare una prova e magari si scoprirà quanto, anche così, si può trarre vantaggio per il proprio benessere.

INDICAZIONI : DAL PRIMO CONTATTO ALLA PRESA IN CARICO.

Durante il primo contatto il terapeuta raccoglie le principali e necessarie informazioni dal cliente per capire se può farsi carico della sua richiesta/problema, e quindi fissare un colloquio. Talvolta è chiaro sin dall’inizio che il cliente vuole soltanto una consulenza per una precisa questione contingente dove sente di essere in grado di gestire la situazione ma sente il bisogno di appoggiandosi ad un professionista; altre volte la crisi è maggiore e la richiesta è più vaga, ampia e da definire.

La consulenza è l’intervento online più frequente; è un modo per ricevere informazioni sulla figura dello psicologo, sui servizi presenti sul territorio, o avere indicazioni e chiarimenti su una problematica specifica quando occorre capire come muoversi per risolverla.

Dal primo colloquio scaturiscono le possibilità di continuazione: può essere stato sufficiente ad orientare la persona verso la soluzione del suo disagio oppure può aver evidenziato la necessità di un sostegno o di un lavoro psicoterapeutico più o meno breve.

Se la terapia online non è appropriata per la necessità del paziente, si chiuderà il primo contatto con l’indicazione di rivolgersi a un altro professionista o ad un servizio specifico.

Nel caso in cui si possa procedere, seguiranno le istruzioni tecniche, i moduli (specifici per la consulenza online) da firmare per la tutela della privacy e il consenso informato, gli accordi economici e l’appuntamento successivo.

Conclusioni

In questo nuovo quadro sociale caratterizzato dalla pandemia da COVID19, in cui dobbiamo cambiare le regole di vicinanza fisica per un tempo indefinito, e di conseguenza il sistema di erogazione dei servizi, il colloquio psicologico a distanza – per consulenza, sostegno o terapia – risulta un metodo adottabile nella maggior parte dei casi.

Personalmente conservo come canale privilegiato per la psicoterapia il contatto diretto di vicinanza presso lo studio tuttavia, nei prossimi mesi, non credo che avremo molta scelta e può rivelarsi più comodo e conveniente per tutti adottare la modalità da remoto.

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