Uomo disperato tra simboli raffiguranti vizi e dipendenze

... SOSTANZE, INTERNET, GIOCO, CIBO, SHOPPING, ECC..

Parliamo di dipendenza quando è presente un bisogno esagerato e patologico di qualcosa che ha procurato piacere o gratificazione, la cui assenza crea un forte malessere (astinenza). In altre parole si tratta della ricerca ripetitiva e compulsiva di una cosa o una sostanza o un comportamento, in un modo che penalizza la vita sociale e lavorativa, e dove la persona perde ogni possibilità di controllo su tale impulso.

Si può essere  dipendenti da una sostanzada un’attività o da una persona, per es. dal fumo, da una droga, dall’alcool, oppure dal gioco, dal sesso, dalle chat. Talvolta si può trattare di una dipendenza affettiva verso una persona che si ama. In questo caso si parla di patologia perché non si riesce a interrompere la relazione d’amore anche se si sperimenta costantemente nel tempo che non funziona, che è fatta di delusioni e tradimenti, a volte anche di maltrattamenti, di violenza subìta, mantenendo la speranza che le cose cambieranno (seguiranno approfondimenti sulla dipendenza affettiva). Molte donne si riconosceranno in questa cornice!

Bisogna quindi andare in allarme quando una specifica cosa/persona/azione/sostanza diventa come una calamita, diventa un pensiero fisso e costante, accentra l’attenzione, non se ne può fare a meno nonostante razionalmente se ne vedano gli effetti negativi, e non si riesce a dire di no nonostante si sappia che farà male e porterà sofferenza.

  • PERCHE’ SI ARRIVA ALLA DIPENDENZA?

Per fragilità, perché non si crede abbastanza in se stessi, perché si percepisce un vuoto interiore che non si sa come riempire. La nostra attuale società esalta il consumismo, la superficialità, la fretta, il successo a tutti i costi, il “tutto e subito”, condizioni che contribuiscono a costruire persone deboli, dalla volontà blanda, dai valori effimeri e inconsistenti, persone incapaci di capire la propria interiorità e i propri veri bisogni. Si cerca gratificazione all’esterno e si cade in un circolo vizioso che alimenta la debolezza e  la dipendenza.

  • COSA FARE?

Come sanno benissimo i gruppi degli Alcolisti Anonimi[1], il primo passo necessario richiede l’ammettere la dipendenza, la propria impotenza di fronte all’oggetto della dipendenza e il fatto di non poter controllare questa situazione.

E’ molto frequente in questi casi  che la persona dipendente sminuisca il problema, pensi che può controllarlo e gestirlo; in realtà è una pura illusione, e chi sta vicino alla persona vede bene questo meccanismo. CREATA LA DIPENDENZA, NON E’ VERO CHE DA SOLI SI RIESCE A USCIRNE. Riconoscere il problema è la condizione necessaria per chiedere aiuto ad un professionista o meglio ancora ad una associazione che si occupa del problema. Sul web si trovano indirizzi e riferimenti per ogni tipo di dipendenza. Generalmente l’intervento consiste in un lavoro psicologico in gruppo, cosa che facilita e velocizza la “cura”. 

APPROFONDISCI CON L'ARTICOLO: CONSIGLI UTILI PER SITUAZIONI DIFFICILI E RIPETITIVE

Sorry, this website uses features that your browser doesn’t support. Upgrade to a newer version of Firefox, Chrome, Safari, or Edge and you’ll be all set.

Questo sito fa uso di cookie per migliorare l’esperienza di navigazione degli utenti e per raccogliere informazioni sull'utilizzo del sito stesso.
Proseguendo nella navigazione accetti l’uso dei cookie; altrimenti è possibile abbandonare il sito.