La pazienza

Elaborazione sullo sfondo cristiano di un’attitudine di Dio - bene per noi capirla ed applicarla - finalizzata al ritorno di Gesù

(1) La pazienza è una disposizione d’animo legata al tempo e ad una attesa. La persona impaziente, infatti, non sa aspettare e reagisce di fronte alle difficoltà con l’impulsività aggressiva o con la fuga. Tra la fuga e la lotta, la pazienza si pone come terza via, la più difficile.

La pazienza non va confusa con la rassegnazione, che è una rinuncia, un ripiegamento, una resa passiva, spesso priva di speranza, che non ha nulla da attendere.

La pazienza è l’atto di una volontà forte che controlla pensieri ed azioni mantenendo in sé la speranza della realizzazione di un obiettivo con grande tenacia.

La fede dà questa speranza a noi cristiani, che “buca” il futuro, facendoci intravedere l’arcobaleno un poco più avanti e dando un senso alle difficoltà ed alle sofferenze della vita presente.

Il sapere per mezzo della fede, ci trasmette la consapevolezza. Attraverso la consapevolezza sappiamo coscientemente che non è vano il nostro soffrire e che questa sofferenza è momentanea.

La pazienza non è passiva. Pensiamo a Giobbe: è una persona che arriva a contestare Dio, discute e lotta con Lui, presenta le sue ragioni. Poi di fronte alla presenza di Dio ed alle sue argomentazioni, si ridimensiona e si umilia. Ma la sua umiltà non è un’obbedienza cieca e automatica, è il frutto di una dura lotta interiore e di una elaborazione razionale-spirituale.

La pazienza è la forza attenta di chi sa gestire situazioni diverse senza perdere la calma e la speranza.

La capacità e l’intelligenza di saper mettere in pratica la pazienza, ancora oggi ci pare più femminile che maschile (pensiamo al simbolico personaggio di Penelope); questo probabilmente per una educazione errata di dipendenza da un sistema maschilista, ma anche per una capacità fisica maggiore di resistenza al dolore in vista del parto e delle cure ai figli.

C’è infatti un collegamento tra pazienza e sofferenza:

“La parola pazienza ha origine dal latino volgare ‘patire’ (cfr. il greco pathein e pathos, dolore corporale e spirituale). La pazienza è una qualità e un atteggiamento interiore proprio di chi accetta il dolore, le difficoltà, le avversità, le molestie, le controversie, la morte, con animo sereno e con tranquillitàcontrollando la propria emotività e perseverando nelle azioni. È la necessaria calma, costanza, assiduità, applicazione senza sosta nel fare un'opera o una qualsiasi impresa”. [wikipedia]

La pazienza, la capacità di sopportare la sofferenza fisica e mentale nel vivere, è uno dei frutti dello Spirito Santo (2) e come tale deve essere necessariamente approfondito da un punto di vista più scritturale.

Per cui, ricapitolando l'essenziale, se abbiamo detto che “la pazienza è una disposizione d’animo legata al tempo e ad una attesa”  “è l’atto di una volontà forte che controlla pensieri ed azioni mantenendo in sé la speranza della realizzazione di un obiettivo con grande tenacia”.

Spieghiamo meglio questo concetto tenendo vicina la Bibbia.

La pazienza senza Dio è solo una disciplina basata sulla repressione mentale più o meno scaricata o assorbita.

Per i credenti invece è un assomigliare sempre più al Signore in vista del Suo ritorno. Ho detto assomigliarGli perché Dio è paziente per Sua formazione propria.

Vi sono moltissimi riferimenti su questa sua disposizione d’animo, ne prendiamo solo uno:

"Ma tu, Signore, sei un Dio pietoso e misericordioso, lento all'ira e grande in bontà e in verità." (Salmi 86:15)

Questa lentezza all’ira di Dio è anche la nostra salvezza, ma non significa che l’ira non ci sarà, né che non sarà giudicato chi deve essere giudicato:

"Il SIGNORE è lento all'ira ed è molto potente, ma non lascia il colpevole impunito.[…]" (Naum 1:3)

Se in tante parti della Scrittura le caratteristiche del Signore sono state la pazienza, la tolleranza, un motivo ci sarà.

Senza per ora trattare a fondo il perché Dio abbia scelto come mezzo di redenzione “il patire” del proprio Figlio (abbiamo accennato quanto la pazienza sia legata alla sofferenza), soffermiamoci sul fatto che questo “riuscire a sopportare”, amando, senza reagire impulsivamente, è un modello da seguire per il nostro bene.

Che sia giusto imitare gli apostoli e il Signore Gesù, è vero:

"Siate miei imitatori, come anch'io lo sono di Cristo." (1Corinzi 11:1)

Che il comportamento mite e paziente sia da mettere in pratica è pure evidente:

"Sappiate questo, fratelli miei carissimi: che ogni uomo sia pronto ad ascoltare, lento a parlare, lento all'ira;" (Giacomo 1:19) 

Abbiamo dunque un modo di essere, da parte di Dio incarnato in Cristo e l’invito ad assomigliarGli. Manca la motivazione:

"Il Signore diriga i vostri cuori all'amore di Dio e alla paziente attesa di Cristo." (2Tessalonicesi 3:5)

La pazienza dunque, è finalizzata all’attesa del ritorno di Cristo. Capiamo così che c’è un senso, un motivo preciso nella sopportazione dei dolori, delle ingiustizie e dei fastidi di ogni giorno: Questo motivo non riguarda solo il momento presente, come se dovessimo cercare una perfezione del nostro comportamento fine a se stesso, ma è proiettato invece nel futuro, in vista del ritorno del Signore. Per questo evento che attendiamo, dobbiamo saper aspettare, mantenerci integri, senza perdere il buon deposito della fede che ci è stato affidato.

"2 Tim 1:9 Egli ci ha salvati e ci ha rivolto una santa chiamata, non a motivo delle nostre opere, ma secondo il suo proposito e la grazia che ci è stata fatta in Cristo Gesù fin dall'eternità, 10 ma che è stata ora manifestata con l'apparizione del Salvatore nostro Cristo Gesù, il quale ha distrutto la morte e ha messo in luce la vita e l'immortalità mediante il vangelo, 11 in vista del quale io sono stato costituito araldo, apostolo e dottore. 12 È anche per questo motivo che soffro queste cose; ma non me ne vergogno, perché so in chi ho creduto, e sono convinto che egli ha il potere di custodire il mio deposito fino a quel giorno13 Prendi come modello le sane parole che hai udite da me con la fede e l'amore che si hanno in Cristo Gesù. 14 Custodisci il buon deposito per mezzo dello Spirito Santo che abita in noi."

Abbiamo dunque visto che la pazienza è una caratteristica di Dio, che è bene per noi capirla ed applicarla e che è finalizzata al ritorno di Gesù.

Nel seguito di questa breve trattazione sulla pazienza cercheremo, in modo ancora più approfondito, di capire perché in questi tempi è sempre più importante parlare di questa virtù definibile come “attesa controllando il patire e l’operare”. Vedremo se è un qualcosa che riguarda solo le singole persone credenti o è uno stato più generale.

(Continua...) 

R.R. (aggiornato da G.C.)


(1) Treccani; http://www.amando.it/salute/psicologia/virtu-pazienza.html; La consapevolezza paziente,  di Corrado Pensa in http://nenni84.blogspot.com/2008/09/lezione-n-5-che-cosa-sono-la-pazienza-e.html;   http://www.dizionariodicifrematica.it/paginetesti/pazienza.html;  

(2) Galati 5:22 - Il frutto dello Spirito invece è amore, gioia, pace, pazienza, benevolenza, bontà, fedeltà, mansuetudine, autocontrollo;  

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