54) ASCOLTIAMO INSIEME IL TUO DOLORE (Ricordiamoci di chi è gravemente depresso nei giorni di festa)

A te che oggi hai pensato che non vale la pena vivere un solo istante in più su questa terra. A te che senti al centro del petto un vuoto che pesa più di una roccia, che fai fatica a respirare, che desidereresti non esser mai nato, che reciti la tua parte ogni giorno con meno forza, con meno convinzione.

Come suonano vani i discorsi intorno a te, come deve sembrarti assurdo tutto questo correre, tutto questo parlare di stress, e come deve sembrarti insormontabile la paura che avanza con l'avanzare di un progresso cieco e senza regole, senza cuore.

Il rumore non è mai stato tanto forte, tutta la terra è in subbuglio. L'uomo mostra senza vergogna il suo volto oscuro. Sparge sangue, opprime i poveri, deride i deboli, e balla sulle macerie.

Te ne arriva l'eco fin dentro camera tua, e poi qualcuno bussa alla tua porta perché tu esca e sieda con loro al banchetto degli smemorati che non sanno più che cosa sia l'anima.

A te che non ce la fai più, a te che vuoi farla finita.

Ascoltiamo insieme questo tuo dolore, ascoltiamo la sua saggezza dimenticata, le sue parole mute che non vogliono saperne di fermarsi dove il mondo dice di fermarsi.

Guardiamo insieme che cosa indica la tua sofferenza, dove punta il dito.

Vediamo come vuole sfondare questo soffitto opprimente e parlarti del cielo, e delle tue più alte aspirazioni, dei tuoi veri profondi bisogni.

Niente a che fare con la popolarità e il successo in questo mondo. Niente a che fare con i tuoi supposti fallimenti.

Ascoltiamo insieme il tuo tormento, decifriamone il messaggio, perché non è qui che deve finire il tuo viaggio, non hai ancora aperto gli occhi, non hai ancora visto davvero il cielo, non hai mai dato voce alla tua anima.

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