VINCERE LE SOFFERENZE DI OGNI GIORNO - di Renzo Ronca - 10-1-18

 

“ed egli mi ha detto: «La mia grazia ti basta, perché la mia potenza si dimostra perfetta nella debolezza». Perciò molto volentieri mi vanterò piuttosto delle mie debolezze, affinché la potenza di Cristo riposi su di me” (2Corinzi 12:9)

 

Le sofferenze, le prove, le preoccupazioni, le incomprensioni, certi conflitti interiori, fanno parte del nostro quotidiano. Gesù non ci ha mai promesso il paradiso qui in terra e non ci ha voluto fisicamente fuori dal mondo (Giov 17:15), ma è nel mondo che ci manda con tutti i suoi pericoli. Però in questo nostro transitare “tra serpenti e scorpioni” (Matt 10:16), e lotte di ogni genere, Egli ci promette protezione e stabilità e vittoria:

 

“Vi ho detto queste cose, affinché abbiate pace in me. Nel mondo avrete tribolazione; ma fatevi coraggio, io ho vinto il mondo” (Giov 16:33)

 

“Voi sarete traditi perfino da genitori, fratelli, parenti e amici; faranno morire parecchi di voi; 17 e sarete odiati da tutti a causa del mio nome; 18 ma neppure un capello del vostro capo perirà. 19 Con la vostra costanza salverete le vostre vite” (Luca 21:16-19)

 

Ecco, io vi ho dato il potere di camminare sopra serpenti e scorpioni e su tutta la potenza del nemico; nulla potrà farvi del male.  (Luca 10:19)

 

Le sofferenze sparse nella ns vita sono la ns croce che dobbiamo prendere per poter seguire Gesù rinunciando al nostro ego (Matt 16:24).  In 2 Corinzi 11:16 fino al cap 12:10 l’apostolo Paolo parla delle sue sofferenze e delle sue rivelazioni. Egli ci fa capire che Dio stabilisce un equilibrio perfetto tra le une e le altre affinché la natura carnale dell’uomo non prevalga e possa vantarsi per la grazia ricevuta. E’ per questo che addirittura il Signore preferisce lasciargli come un tormento continuo (“angelo di Satana che lo schiaffeggi” 2 Cor 12:7) dicendogli «La mia grazia ti basta, perché la mia potenza si dimostra perfetta nella debolezza» (v.9). Paolo allora “si vanta” di queste sofferenze, ma il concetto va capito bene: non è che Paolo sia felice di soffrire, “non prova alcun piacere nel dolore in sé, ma sapendo che la potenza di Dio si rende in quel modo più manifesta in lui, allora se ne rallegra” (MacArthur).

 

Ecco che da questo anche noi allora possiamo confortarci per le nostre difficoltà quotidiane o certe prove particolari: dobbiamo vederle in relazione alla grazia che abbiamo ricevuto ed alla nostra debolezza di esseri umani. Sa Dio come fare a regolare l’equilibrio tra questi due aspetti: sofferenza ed esaltazione. A noi basta resistere nella fede e pensare che siamo in mano ad un Grande Pastore e Padre che ci ama grandemente. Nei momenti difficili allora non dimentichiamo che c’è sempre un motivo ed una benedizione nascosta. Quando avremo lasciato questa “tenda terrena” lo capiremo in tutta la pienezza; ma sia allora e sia adesso che viviamo ancora sulla terra, ci sforziamo di esserGli graditi:

 

2Corinzi 5:1 Sappiamo infatti che se questa tenda che è la nostra dimora terrena viene disfatta, abbiamo da Dio un edificio, una casa non fatta da mano d'uomo, eterna, nei cieli. 2 Perciò in questa tenda gemiamo, desiderando intensamente di essere rivestiti della nostra abitazione celeste, 3 se pure saremo trovati vestiti e non nudi. 4 Poiché noi che siamo in questa tenda gemiamo, oppressi; e perciò desideriamo non già di essere spogliati, ma di essere rivestiti, affinché ciò che è mortale sia assorbito dalla vita. 5 Or colui che ci ha formati per questo è Dio, il quale ci ha dato la caparra dello Spirito.

6 Siamo dunque sempre pieni di fiducia, e sappiamo che mentre abitiamo nel corpo siamo assenti dal Signore 7 (poiché camminiamo per fede e non per visione); 8 ma siamo pieni di fiducia e preferiamo partire dal corpo e abitare con il Signore. 9 Per questo ci sforziamo di essergli graditi, sia che abitiamo nel corpo, sia che ne partiamo.

 

 

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